Dopo il pessimo inizio di campionato di sabato scorso,
gli uomini di Arsène Wenger sono chiamati domani a trovare ben altri
automatismi e tutt’altra solidità se vogliono superare il difficile ostacolo
che i turchi del Fenerbahce rappresentano.
Come da tradizione ormai, il sorteggio europeo non è
stato particolarmente benevolo con noi Gunners e tra tutti gli avversari ci ha
accoppiati con il più ostico, a mio avviso perfino peggio del PSV di Phillip
Cocu: anche se tecnicamente inferiori agli oranje,
infatti, i turchi diventano pericolosissimi in partite come questa in ragione
dell’imprevedibilità del loro gioco e la grande motivazione che riescono spesso
a tirare fuori quando si trovano nella posizione di sfavoriti, come in questo
caso.
Non parliamo nemmeno del fattore campo, un’autentica arma
in più per i nostri avversari, a differenza di quanto si possa dire di
qualsiasi altro avversario che avremmo potuto trovare in questo spareggio: il Şükrü
Saraçoğlu riesce a diventare una cornice impareggiabile nel sostenere i
beniamini di casa e creare un’atmosfera molto intimidatoria per l’avversario di
turno.
Le premesse non sono quindi delle migliori per il nostro
caro Arsenal, se inoltre aggiungiamo il pessimo clima che da qualche tempo si è
creato intorno alla squadra – accentuato dall’inattesa sconfitta casalinga
rimediata contro l’Aston Villa – e lo stato di forma di alcuni dei titolari
abituali, ecco che la partita rischia di complicarsi.
In un momento come questo, scagliarsi contro il Club, il
manager e i giocatori è esattamente la scelta peggiore che un sostenitore – se tale
vuole definirsi – potrebbe fare: certamente il risultato del debutto in Premier
è stato pessimo, così come la prestazione globale quanto quelle di tanti
titolari, però questa squadra ora ha bisogno di tutto il sostegno possibile per
superare un ostacolo estremamente complicato e ritrovare fiducia dopo il passo
falso di sabato scorso e le contestazioni che ne sono seguite.
Inutile concentrarsi sul (non) mercato, sulle scelte di
Arsène Wenger, le promesse di Ivan Gazidis e gli editoriali di tanti esperti
giornalisti, bisogna fare un bel respiro e ricordare che Theo Walcott, Santi
Cazorla, Laurent Koscielny e Aaron Ramsey non sono le opache comparse viste in
campo contro l’Aston Villa, bensì giocatori in grado di zittire il Şükrü
Saraçoğlu con un paio di giocate.
Le buone notizie arrivate dall’infermeria, con i
probabili recuperi di Bacary Sagna, Jack Wilshere, Aaron Ramsey, Tomas Rosicky
e Kieran Gibbs, restituiscono un piccolo sorriso ad Arsène Wenger e mi fanno
tirare un bel sospiro di sollievo, mentre la voglia di lottare e il grande
carattere che ha contraddistinto questo gruppo di “brocchi” o “bidoni” per
tutta la seconda parte della scorsa stagione mi fa pensare che la reazione sarà
immediata e ben chiara fin dall’inizio – a dispetto di quanti non reputano
questi ragazzi all’altezza della maglia che indossano.
Di tante cose di può dubitare, non però dell’attaccamento
al Club e alla determinazione di quanti hanno lottato per arrivare oggi a
giocarsi il preliminare di Champions League, quando tutti li davano per
spacciati.
Immaginando una formazione titolare per la trasferta in
Turchia, vedo Wojciech Szczesny in porta, Bacary Sagna, Per Mertesacker,
Laurent Koscielny e Kieran Gibbs in difesa, Jack Wilshere, Aaron Ramsey e Santi
Cazorla a centrocampo, Lukas Podolski, Theo Walcott e Olivier Giroud in
attacco.
Non troppo male, per una squadra di scarponi.
Certamente (non sono così cieco, in fondo) servono
giocatori da aggiungere alla rosa ed è necessario che siano di qualità, perché
oltre ad una panchina più lunga ci servono anche potenziali titolari per ogni
reparto.
Mancano dieci giorni alla chiusura del mercato, mi
aspetto che da qui a lunedì prossimo siano almeno tre i nuovi arrivi in casa
Arsenal, a partire da un difensore versatile e un attaccante più pronto del
giovane Yaya Sanogo.
Di nomi se ne leggono tanti e dei più disparati, dallo sconosciuto
alla superstar mondiale, però chiedo a tutti voi di lasciare da parte tutti
questi pensieri per un paio di giorni e sostenere la squadra in questo
difficile esame.
Se – come tanti altri – siete tra coloro che sperano in
una sconfitta per odio verso Arsène Wenger o il direttivo del Club, non avete
il diritto di ritenervi sostenitori dell’Arsenal.
COMMON ARSENAL!
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