Certo, è
troppo presto per qualsiasi volo pindarico, qualsiasi illusione, qualsiasi sogno...però...
ARSENAL ARE TOP OF THE TABLE!
Siamo lì, in
cima alla classifica della Premier, mentre lo United ne prende quattro dal City
nel derby e il Chelsea di José Mourinho fatica a fare gol, a vincere e a
difendere.
Non è ancora
il caso di esaltarsi né di fare proclami, fatto sta però che l’Arsenal ha vinto
le ultime sette partite di fila e ha messo al tappeto anche il nuovo Stoke City
di Mark Hughes.
Non è stato
semplice – tutt’altro in verità – però ancora una volta i Gunners hanno
mostrato il loro viso meno fotogenico e scintillante e hanno saputo soffrire
quando è stato necessario.
Nonostante il
gol in apertura di Aaron Ramsey, infatti, gli uomini di Arsène Wenger hanno
concesso sempre più campo agli avversari, mantenendo il risultato in bilico
fino alla capocciata vincente di Bacary Sagna ad un quarto d’ora dal termine,
nel momento stesso in cui gli ospiti sembravano poter riacciuffare il pareggio
all’Emirates Stadium.
Non è stato il
migliore Arsenal della stagione, la cui prestazione ha ricalcato grossomodo
quella offerta nella recente trasferta a Marsiglia per il debutto in Champions
League: poco movimento, circolazione di palla lenta e faticosa e poche idee
utili a scardinare la difesa avversaria.
Ci sono voluti
infatti tre calci di fermo per avere la meglio dell’avversario – una rarità in
casa Arsenal – e la precisione di Mesut Özil ha fatto tutta la differenza in un
pomeriggio altrimenti grigiastro.
Prima la
punizione dal limite che Asmir Begovic ha respinto sui piedi di Aaron Ramsey,
poi due cross perfettamente calibrati per i colpi di testa vincenti di Per
Mertesacker e Bacary Sagna.
Nel mezzo il
gol concesso a Cameron, qualche problema nel mantenere il possesso del pallone
e nessuna scorribanda nell trequarti offensiva, complici la poca verve del trio
a supporto di Olivier Giroud.
Parte delle
colpe va anche all’assenza di Theo Walcott, colpito da un infortunio ai muscoli
addominali appena un’ora prima dell’inizio della partita e sostituito da Serge
Gnabry, al debutto dal primo minuto in Premier League: il tedesco ha alternato
cose buone ad altre meno, finendo spesso col tenere il pallone un secondo di
troppo.
Niente di
grave comunque, a 18 anni certi difetti si possono facilmente perdonare in
presenza di uno dei migliori talenti europei – a sentire gli osservatori.
Come giàdiscusso alla vigilia della partita, un giocatore come Theo Walcott è difficile
da inquadrare ma in partite come quella di ieri si capisce meglio come mai sia
un titolare fisso nei piani di Arsène Wenger: nessun altro giocatore
attualmente in rosa – con l’eccezione di Alex Oxlade-Chamberlain, forse – può
offrire la profondità e la larghezza di gioco tipiche di Theo Walcott.
Con Jack
Wilshere, Aaron Ramsey, Mesut Özil, Santi Cazorla, Lukas Podolski e perfino
Kieran Gibbs tutti propensi a tagliare verso il centro, il pericolo di creare
un sovraccarico di traffico sulla trequarti è altissimo.
Unico tra i
centrocampisti offensivi a disposizione di Arsène Wenger, Theo Walcott ama
partire molto largo e infilarsi centralmente solo una volta in area di rigore,
nella terra di nessuno tra terzino e stopper.
Le sue
caratteristiche sono mancate crudelmente ieri, con i Gunners spesso troppo
numerosi nel piccolissimo spazio a ridosso dell’area di rigore avversaria e
nessuna alternativa per allargare le maglie della difesa.
Al di là di
qualche balbettio a livello tattico, tuttavia, a preoccupare è la stanchezza
mostrata da molti giocatori in campo ieri: Jack Wilshere, Olivier Giroud e lo
stesso Mesut Özil sono apparsi poco brillanti, colpa per alcuni di un enorme
numero di partite giocate consecutivamente e di acciacchi e impegni
internazionali per altri, fatto sta che sarebbe utile un po’ di turnover per
far riposare i titolari.
Gli infortuni
di Alex Chamberlain, Santi Cazorla e Lukas Podolski non aiutano in questo
senso, fortunatamente arriva la Capital One Cup a permettere un minimo di
rotazione tra i ranghi.
L’impegno di
mercoledì sera contro il West Brom permetterà ad Arsène Wenger d’inserire
coloro che fino a qui non hanno avuto molto spazio e i reduci da infortuni più
o meno gravi, quindi vedremo sicuramente in campo sia Mikel Arteta che Thomas
Vermaelen, più forse anche TGSTEL – il grande desaparecido.
Probabile
anche una conferma per Serge Gnabry e non sarà impossibile vedere un altro
giovane, il difensore Isaac Hayden che ha già trovato posto in panchina nella
trasferta del Vélodrome.
Spazio quindi
alla coppa di Lega mentre noi ci godiamo questo primato che sarà prematuro,
inaspettato e precario quanto volete ma che è soprattutto strameritato da un
gruppo di giocatori che assomiglia sempre di più ad una squadra, con la S
maiuscola.
Questo Arsenal
sa giocare di fioretto come da tradizione ma non esita a tuffarsi in trincea
quando necessario, sa essere brutto e cattivo quando serve e possiede qualche
uomo in grado di strigliare i compagni, organizzare i reparti e prendere per
mano la squadra nei momenti caldi delle partite.
Guai ad
abbassare la guardia proprio ora che iniziamo a divertirci, sotto con il West
Brom e poi con la trasferta a casa dello Swansea – sono queste le partite della
vita.
COMMON
ARSENAL!
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