Siamo onesti:
Non sa
dribblare neanche una sedia.
Non è in grado
di mettere in fila due cross decenti.
Non ha una
grande visione di gioco, in genere appoggia il pallone a un metro.
Litiga col
pallone ogni giorno, perdendo spesso.
Ha imparato
una sola finta, se così possiamo chiamarla, che ormai ogni terzino conosce.
Però sa fare
gol, eccome.
Basti pensare
al primo, quel destro a giro segnato contro il Chelsea nella finale di Carling
Cup del 25 Febbraio 2007, o ai successivi 63 messi a referto – tutti
caratterizzati da una sempre maggiore freddezza nell’uno contro uno con il
portiere.
Per natura,
per istinto e per caratteristiche, Theo Walcott è decisamente un attaccante:
perché farlo giocare da ala, quindi?
Il dubbio è
legittimo, però è necessario fare una riflessione prima di arrivare ad una
risposta: in che modo sono stati realizzati la maggior parte dei 64 gol che
Theo ha finora fatto registrare?
Andando a
spanne, direi che l’80% dei suoi gol sono arrivati con un inserimento dalle
retrovie, premiato da un passaggio filtrante alle spalle della linea difensiva.
Però potrei sbagliare, potrebbe essere anche l’85% o addirittura il 90%.
Su due piedi
mi vengono in mente quelli segnati allo Slavia Praga in Champions, quello allo Shakthar
Donetsk in trasferta, uno fantastico contro il Villarreal, uno a testa a
Newcastle e Blackburn più ovviamente i due contropiede fulminanti nel derby
casalingo della scorsa stagione.
Partendo da
una posizione defilata, Theo Walcott si trasforma strada facendo da ala senza
dribbling né visione ad attaccante implacabile (o quasi, basti vedere la
partita contro il Sunderland) e si rende immarcabile proprio in virtù di quella
posizione ibrida che Arsène Wenger ha disegnato per lui.
Spostarlo al
centro dell’attacco lo costringerebbe a ricevere il pallone spalle alla porta,
una posizione nella quale uno come lui risulta totalmente innocuo, mentre
partendo dalla fascia destra ha tutto lo spazio a disposizione per sfruttare
accelerazione e velocità.
Nonostante le
pretese dello stesso Walcott e la pressione dei media, è impensabile vederlo
agire da centravanti o da seconda punta, l’inglese è un attaccante esterno e
tale deve restare.
Farebbe bene a
convincersene, dopotutto un suo illustre collega ha saputo segnare 206 gol in
204 partite pur partendo da una posizione defilata e non c’è ragione per cui –
con le dovute proporzioni – Theo Walcott non possa essere altrettanto efficace
di Cristiano Ronaldo.
Non mi aspetto
certo che segni 60 gol a stagione né che sia uno dei favoriti per il Pallone
d’Oro, però Theo Walcott può garantire all’Arsenal almeno 25 gol a stagione e
issarsi tranquillamente tra i giocatori più prolifici della storia
dell’Arsenal.
Appena 24enne
– non dimentichiamolo – l’ex Southampton è lontano dall’aver raggiunto la
maturità perciò ha davanti a sé tutto il tempo necessario per fare la storia.
Infin dei
conti un altro suo illustre predecessore ha iniziato a buttare dentro palloni
quando ne aveva 23 ed è poi diventato il migliore di tutti i tempi...
Senza essere
un attaccante, Theo Walcott può diventare uno dei migliori attaccanti della
storia dei Gunners.
COMMON
ARSENAL!!!
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