Il risultato –
divenuto sostanzioso solo negli ultimi minuti – racconta di un Arsenal
incontenibile dal centrocampo in su, tra fraseggi e gol di impareggiabile bellezza;
la realtà, invece, parla di un Arsenal a tratti in difficoltà contro un Norwich
che non merita la classifica attuale e di un Arsène Wenger che si è detto
colpito da come i canarini abbiano saputo rendere dura la vita ai suoi ragazzi,
soprattutto a cavallo dell’intervallo.
Lecito,
soprattutto se si vuol tenere la squadra sotto pressione ed evitare una
qualsiasi forma di autocompiacimento, però la facilità con cui l’Arsenal ha
costruito occasioni da gol fa presagire grandi cose per il proseguio della
stagione.
A patto,
ovviamente, di mantenere questa solidarietà, questa intensità e questa fiducia
– altrimenti il castello rischia di sgretolarsi.
Assicurata una
comprovata maturità, le qualità di Mesut Özil (doppietta per lui), Santi
Cazorla (bel rientro), Olivier Giroud, Jack Wilshere, Aaron Ramsey e compagnia
verrà fuori inevitabilmente.
Senza
maturità, tuttavia, si tratterebbe di uno spreco immane e imperdonabile.