Ricordo
perfettamente di essere rimasto senza parole nell’osservare l’esordio – in amichevole
– di questo ragazzone nero che spazzava via qualsiasi avversario gli si ponesse
di fronte, portando via il pallone prima di consegnarlo a chi di dovere.
Niente
fronzoli, niente paura e un fisico che sembrava disegnato per abbattere le
montagne: mi sono detto che quel ragazzo di 17 anni sarebbe potuto diventare un
muro perfetto da sistemare davanti alla difesa.
All’anagrafe
Emmanuel Frimpong, inglese di origine ghanese cresciuto nel vivaio dell’Arsenal
a fianco di Jack Wilshere.
L’idea di
vedere una coppia di centrocampo composta dal poderoso Frimpong e dal creativo
Wilshere mi dava la pelle d’oca: già m’immaginavo gli esordi in coppa di Lega,
poi pian piano la crescita in Premier League ed infine la consacrazione in
Europa e nel mondo.
Nella mia
mente tutto tornava già: dopo la coppia francese composta da Manu Petit e Patrick
Vieira, ecco gli eredi inglesi che vanno a conquistarsi i maggiori trofei come
i propri predecessori; due forze complementari e indissolubili, un’intesa
innata e un futuro brillante davanti ad entrambi.
A vederli
adesso, non sembra nemmeno provengano dallo stesso pianeta – eppure c’è stato
un momento in cui i due, pur con caratteristiche diametralmente opposte, hanno dato
l’impressione di poter diventare due titolari inamovibili dell’Arsenal.
Purtroppo il
seguito della storia non ha mantenuto le promesse, Emmanuel Frimpong è stato
vittima di due serissimi infortuni alle ginocchia e ha passato quasi due
stagioni intere in infermeria; non basta per spiegare l’involuzione del
centrocampista, però bisogna tenerne conto.
Nel momento di
massima fiducia, prima uno per l’altro legamento hanno fatto crac e addio al
treno che portava in prima squadra.
Mentre il suo
amico Jack Wilshere debuttava con la maglia dell’Arsenal, faceva faville in
prestito al Bolton e si ritagliava un posto da titolare tra i grandi, Emmanuel
Frimpong si operava, tornava a buoni livelli durante il prestito ai Wolves (dov’è
ancora ricordato come un idolo) e passava una seconda volta sul tavolo operatorio.
Non è mai più
tornato ai livelli promettenti di quell’inizio di stagione, si è fatto
risucchiare da troppe polemiche via Twitter ed ecco che il promettente mastino
di centrocampo è diventato una maschera, un personaggio folkloristico e non più
quel talento che avevo ammirato contro il Barnet.
Incredibile
credere che ad appena 21 anni la carriera di Emmanuel Frimpong sia finita (all’Arsenal,
s’intende) perché il talento e la voglia erano tante.
Gli restano
pochi mesi per tornare ad essere un calciatore e provare a riconquistare la
fiducia di un Arsène Wenger che non lo vede più – come dimostrato dalla non
convocazione per la sfida di stasera contro il Chelsea.
Emmanuel
Frimpong ha la fortuna di avere l’alsaziano come manager perché é certo di avere
ancora una possibilità, come dimostrato dalla vicenda di Nicklas Bendtner: il
danese non è potuto partire durante l’estate e, anziché ammuffire in tribuna, è
stato ributtato nella mischia da Arsène Wenger.
Sappiamo tutti
fin troppo bene quale fosse la situazione dell’attaccante prima del “nuovo”
debutto contro il West Brom – e non è tanto differente da quella di Emmanuel
Frimpong.
La speranza –
infinitamente piccola – c’è ancora per il ghanese.
La mia paura è
che il centrocampista non voglia coglierla, e allora l’incredibile spreco sarà
solo responsabilità sua.
COMMON
ARSENAL!
(e STAY
DENCH!)
Nessun commento:
Posta un commento
I Vostri Commenti