Pur senza
partite ufficiali all’orizzonte, la settimana in casa Arsenal è stata –
direttamente o indirettamente – tutt’altro che noiosa.
Tra
dichiarazioni, premi, pettegolezzi e quant’altro, i Gunners sono riusciti a
prendersi le prime pagine dei giornali anche senza toccare un pallone.
Anche questa è
classe...
Partendo dalle
belle notizie, Aaron Ramsey è stato nominato giocatore del mese in Premier
League e Arsène Wenger ha messo le mani sul titolo di manager del mese; merito
per il primo dei 5 gol segnati in 6 partite durante il fantastico mese di
Settembre, mentre l’alsaziano ha visto premiate la sei vittorie consecutive
della sua squadra, compreso il passaggio del turno ai rigori in Capital One Cup
contro il West Brom.
Era un bel
pezzo che in casa Arsenal non si festeggiava una doppietta del genere, l’ultima
risale infatti al 2007 quando Cesc Fàbregas e (ovviamente) Arsène Wenger
avevano spopolato tra i giurati della Premier League.
Avanti così,
la speranza è di vedere ancora tanti “piccoli” premi come questi perché
significherebbe avvicinarsi sempre di più al “grosso” premio di fine stagione.
Alla rubrica
Pettegolezzi e Invenzioni, invece, troviamo la notizia secondo la quale Bacary
Sagna avrebbe deciso di non rinnovare il proprio contratto con l’Arsenal, in
scadenza a fine stagione.
Secondo il
Daily Mail e altri tabloid, il terzino si sarebbe deciso a tornare in patria e
continuare la carriera da difensore centrale, ruolo per il quale all’Arsenal
sarebbe fin troppo chiuso da Per Mertesacker, Thomas Vermaelen e Laurent
Koscielny.
Da qui la notizia
che Arsène Wenger abbia sguinzagliato i propri osservatori per trovare un
rimpiazzo all’altezza, lasciando quindi sottintendere che Carl Jenkinson non lo
soddisfi ancora del tutto.
Il nocciolo
del problema, tuttavia, sarebbe più economico che tecnico dato che – come ampiamente
previsto – Arsène Wenger è disposto ad offire a Bacary Sagna un contratto di un
anno alle stesse cifre attuali, mentre il difensore vorrebbe un accordo più
lungo e più remunerativo.
Pare – PARE –
che Bacary Sagna abbia in passato rifiutato la corte di Manchester City e Real
Madrid e che quindi ora voglia battere cassa in sede di trattativa.
Sarebbe un
peccato se uno come Bacary Sagna, esperto e tornato affidabile, decidesse di
partire ma vista la piega che prendono le cose, il quadretto ricorda da vicino
la telenovela del (mancato) rinnovo di William Gallas.
Non bisogna
dimenticare che stiamo parlando del Mail e che non esiste la minima citazione
all’interno dell’articolo – se non le ben conosciute fonti interne – perciò è
possibilissimo che in questo momento Bacary Sagna e Arsène Wenger siano seduti
ad un tavolo con una penna in mano!
Spero sia
davvero così, Bacary Sagna è uno dei veterani della squadra e sarebbe ottimo se
restasse ancora un paio d’anni.
Capitolo delle
polemiche, ora: Jack Wilshere è entrato a piedi uniti nel dibattito riguardante
la possibilità di una futura convocazione di Adnan Januzaj nella nazionale
inglese.
Come sempre,
il buon Jack ha fatto di tutto per non passare inosservato ed è riuscito nell’impresa,
finendo invischiato in una diatriba con il presidente della FA, stelle di
svariati sport e vecchie leggende calcistiche di differenti origini – fino a
terminare la centro di un articolo quantomeno di cattivo gusto di La
Repubblica, a firma Franceschini.
Gli hanno dato
del razzista, del nazionalista, dell’ignorante e quant’altro, però nessuno ha
pensato di riportare esattamente le parole tanto insopportabili pronunciate dal
centrocampista dell’Arsenal.
Jack Wilshere
si è detto contrario alla convocazione di giocatori i quali, in età ADULTA,
passano cinque anni in un paese e ne ottengono il passaporto.
Un discorso
che mi trova più che d’accordo e che non ha niete da spartire con il colore
della pelle e l’origine della persona.
Per portare il
discorso verso l’Italia, un Ogbonna o un Balotelli sono nati in Italia e sono
italiani tanto quanto un Buffon o un Chiellini, anche se di origine diversa
rispetto a questi ultimi, e non sono nemmeno lontanamente sfiorati dal discorso
di Jack Wilshere.
Un Mauro
Camoranesi o un Amauri, invece, sono nati e cresciuti altrove e sono sbarcati
in Italia per opportunità (nel senso della possibilità dovuta al loro talento),
hanno passato qualche anno in Italia e ne hanno ottenuto la nazionalità, per
poi essere convocati in Nazionale.
Soprattutto
nel caso di Mauro Camoranesi, ricordo benissimo il tira e molla in attesa di
capire se potesse arrivare la chiamata dalla nazionale argentina prima di
accettare la convocazione in azzurro: sono questi i comportamenti da evitare a
tutti i costi.
E sono questi
i comportamenti che non piacciono a Jack Wilshere, leggendo le sue
dichiarazioni.
Come ha detto,
il fatto di giocare cinque anni in Spagna non farebbe di lui uno spagnolo né lo
inciterebbe a giocare per la Roja.
Un discorso
tutt’altro che scandaloso, frasi condivisibili di cui si è estrapolata solo la
prima (l’Inghilterra agli Inglesi!) per farne un titolone e vendere tante
copie.
Niente di
nuovo sotto il sole, la stampa britannica ha sempre adoperato certi metodi, ma
quel che sorprende è l’eco avuto in Italia da questa notizia e il commento di
La Repubblica a proposito.
Se ci pensate
bene, Adnan Januzaj è nato in Belgio da genitori albanesi e kosovari, è cresciuto
in Belgio ed è sbarcato a Manchester due anni fa: in cosa sarebbe inglese
questo ragazzo?
Che legami ha
con l’Inghilterra, almeno per ora?
Più che
naturale che il commissario tecnico del Belgio lo abbia convocato, perchè ha
rifiutato la chiamata?
Perché si
sente inglese o perché l’idea di giocarsi un Europeo o un Mondiale con l’Inghilterra
gli sembra più allettante?
Fine della
polemica sulla polemica, è ora di concentrarsi sugli scongiuri necessari ad
evitare un qualsiasi infortunio ad un giocatore dell’Arsenal durante la pausa
per gli impegni delle Nazionali.
COMMON
ARSENAL!
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