Un pareggio
giusto, ottenuto con grande volontà e guadagnato contro una squadra che può
anche chiamarsi W.B.A ma da qualche settimana gioca un calcio piacevole ed
efficace.
Basta chiedere
al Manchester United, battuto in casa dagli uomini di Steve Clarke non più di
una settimana fa.
Non la
migliore prestazione possibile da parte degli uomini di Arsène Wenger, però una
dimostrazione di carattere e determinazione che conferma la maturità dei
giocatori.
Le prime
battute sembravano far presagire un’altra vittoria per l’Arsenal, man mano che
i minuti scorrevano però i padroni di casa hanno guadagnato terreno e chiuso
ogni spazio alle avanzate (sempre più confusionarie, ad onor del vero) di Mikel
Arteta e compagni.
Proprio qui –
nella zona di competenza dello spagnolo – risiede la causa della poca efficacia
nel gioco dei Gunners: lo spostamento sull’esterno sia di Jack Wilshere
che - soprattutto – di Aaron Ramsey ha
privato l’Arsenal di un incursore che andasse a pressare la coppia centrale
avversaria, formata dai mastini Youssouf Mulumbu e Claudio Yacob, bravi in
interdizione ma non eccelsi nell’impostazione.
La presenza in
contemporanea di Mathieu Flamini e Mikel Arteta ha tolto profondità agli
attacchi dell’Arsenal, creando un vuoto spesso incolmabile tra i due centrali
di centrocampo e Mesut Özil – trovatosti spesso solo e ingabbiato nella morsa
dei due mediani avversari.
Senza uno
specialista di quello che nel basket si chiama pick&roll come Aaron Ramsey, la manovra è risultata spesso
statica e contro un avversario molto compatto e organizzato come il West Brom è
fondamentale saper muovere rapidamente uomini e pallone per trovare qualche
spazio invitante.
Senza velocità
e dinamismo è impossibile passare per vie centrali – come avrebbe voluto fare l’Arsenal,
vista l’assenza di ali vere e proprie – e, al contrario, si favorisce il gioco
in contropiede che si adatta perfettamente agli uomini a disposizione di Steve
Clarke.
La rapidità di
Amalfitano, Anelka E Sessegnon ha infatto messo in grossa difficoltà la
retroguardia dei Gunners (soprattutto dalla parte di Carl Jenkinson) e fatto la
differenza nel primo tempo, chiuso meritatamente in vantaggio dai padroni di
casa.
Viste le
difficoltà tattiche e fisiche, la reazione degli uomini di Arsène Wenger è
ancora più apprezzabile perché – come sappiamo fin troppo bene – spesso l’Arsenal
ha perso malamente partite come quella di ieri.
Incassato il
gol, i Gunners si sono rialzati anziché afflosciarsi come accaduto troppo
spesso e hanno saputo prima rimettere la sfida in parità poi cercare anche la
vittoria con un paio di occasioni molto ben propiziate da Jack Wilshere, apparso tonificato dal gol segnato nella ripresa.
Non fosse
stato per il tempismo di Myhill, Olivier Giroud avrebbe potuto facilmente
trovare il gol vincente e regalare altri tre punti all’Arsenal – un risultato
che, se vogliamo essere onesti, non sarebbe stato del tutto meritato.
Adesso spazio
alle qualificazioni al Mondiale in Brasile e poi sotto con Norwich, Borussia
Dortmund e Crystal Palace prima di affrontare un mese d’inferno tra campionato
e Champions League.
Per fortuna al
rientro ci saranno di nuovo Santi Cazorla, Yaya Sanogo, (forse) Lukas Podolski
e (forse) Theo Walcott. Niente male come preparazione alle sfide più importanti
di questo primo scorcio di stagione.
COMMON
ARSENAL!
PS: TOP OF THE
LEAGUE, nel caso lo abbiate dimenticato...
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