Doppietta di
Anthony Vanden Borre – professione terzino.
Gol di Aleksandar
Mitrović – professione teppista.
Che succederà
domenica al Liberty Stadium di Swansea, quando Per Mertesacker e soprattuto
Nacho Monreal si troveranno di fronte Wilfried Bony e Gylfi Sigurðsson?
Una domanda
della cui risposta ho molta paura.
Mettiamo pure
che i venti minuti finali della partita di martedì sera fossero un risarcimento
morale che Arsène Wenger e i suoi uomini hanno lucidamente deciso di offrire ai
poveri belga, un modo per farsi perdonare l’insperata vittoria a casa dell’Anderlecht;
anche se fosse, la questione rimarrebbe
aperta: come si comporterà un terzino sinistro di esile corporatura, adattato a
fare il centrale, contro una forza della natura come l’attaccante nigeriano dello
Swansea?
Arsène Wenger
e Steve Bould hanno certamente avuto tantissimo lavoro da sbrigare in
settimana, di errori da corregere e morali da risollevare ce ne sono a bizzeffe
tra le fila dei Gunners.
Bisgona capire
come evitare che piovano troppi cross in area; bisogna trovare una contromisura
ai movimenti tra le linee di Sigurðsson; bisogna preparare contromosse adeguate
ai tagli degli esterni della squadra di Garry Monk e bisogna – dovesse restare
tempo – trovare un trio di centrocampo che ispiri davvero fiducia, a differenza
delle partite più recenti.
Mikel Arteta
non sarà disponibile per la sfida di domenica e forse nemmeno per quelle
successive, quindi l’unico uomo (che vi piaccia o no) in grado di organizzare
il reparto ce lo siamo giocato martedì sera.
Restano a
disposizione:
Mathieu Flamini, il mediano più basso e meno
muscoloso del mondo.
Aaron Ramsey, un mistero rinchiuso nel corpo
di un centrocampista fortissimo.
Jack Wilshere,
il cui sogno più intimo dev’essere quello di diventare un ariete pur essendo un
bassotto.
Tomas Rosicky,
da cercarsi in fondo ad un cassetto e che probabilmente ha bisogno di una
spolverata.
Che vogliamo
fare, Arsène?
Suggerirei di
fare di necessità virtù – come sempre, del resto.
Sono anni che
dobbiamo arrangiarci e rattoppare qua e là, con la piccola differenza che prima
la cosa era imputabile alle finanze ristrette, ma ora?
Avanti quindi
con i giocatori fuori forma, sperando che improvvisamente si accenda la luce e
ritrovino l’uso di testa e piedi.
Lo Swansea è
squadra ben organizzata, brava con il pallone tra i piedi e velocissima dal
centrocampo in su, però oggi sembra vversario più pericoloso di quanto
realmente sia.
Con una sola
vittoria nelle ultime sei partite, i gallesi sono tutt’altro che in forma
smagliante – quindi le possibilità di recuperare dal brutto pareggio in
Champions League ci sono.
Ovviamente non
sarà facile e probabilmente non assisteremo ad una bella partita, però l’Arsenal
domenica può cancellare gli orrori di martedì sera e riprendere il proprio
cammino incerto.
Sarebbe bello
rivedere una squadra solidale e attenta come ai bei tempi (basterebbe già queli
della stagione scorsa), non un’accozzaglia di giocatori che vagano senza metà
per il campo.
Come detto,
Mikel Arteta non sarà della partita causa infortunio ma a parte lo spagnolo,
nessuna grossa novità è arrivata dall’infermeria: Mesut Özil, David Ospina e
Mathieu Débuchy stanno recuperando secondo i tempi previsti, Laurent Koscielny
potrebbe tornare ad allenarsi con il gruppo dopo la sosta per le Nazionali e
Olivier Giroud sarà disponibile a breve, visto che riprende gli allenamenti la
settimana prossima.
Possibile che
ci sia qualche cambio in formazione, soprattutto viste le prove opache di Santi
Cazorla e Aaron Ramsey, con Theo Walcott che scalpita per giocare dal primo
minuto e Jack Wilshere che rientra dopo lo stop dovuto all’influenza.
Intoccabili
Alexis Sanchez e Alex Oxlade-Chamberlain, molto probabile che anche Danny
Welbeck conservi la sua maglia da titolare in attacco.
La difesa si
disegna da sé, purtroppo.
Ecco gli
undici che Arsène Wenger dovrebbe mandare in campo domenica pomeriggio, ore 17
in Italia: