Solitamente
sono molto diffidente quando i Gunners si trovano a giocare partite sulla carta
abbordabili, memore delle difficoltà mostrate negli ultimi anni.
Senza
eccezioni, ero quindi molto preoccupato sapendo che l’Arsenal avrebbe goduto
del favore dei pronostici sia contro il Newcastle – pur se in trasferta – sia contro
il Cardiff, a maggior ragione perché da padroni di casa.
Sapevo che
entrambe le partite sarebbero state molto complicate e non ero affatto certo
che avremmo raccolto tre punti in entrambe le sfide, anche se per motivi
diversi: della sfida di St. James’ Park temevo la buona forma degli uomini di
Pardew, un potenziale rilassamento dopo la convincente sfida contro il Wsest
Ham e il l’esiguo lasso di tempo intercorso tra il viaggio a Upton Park e
quello verso Newcastle; della partita con i gallesi, invece, temevo la
frustrazione che una difesa ad oltranza della squadra ospite avrebbe potuto
generare tra le fila degli uomini di Arsène Wenger e soprattutto una possibile
beffa finale dopo lo scontato dominio territoriale che l’Arsenal avrebbe
garantito.
Per questa
lunga serie di motivi, sono più che orgoglioso di come la squadra abbia voluto
le ultime due vittorie e per il modo in cui sono arrivate, soprattutto nel caso
della vittoria a casa del Newcastle.
È stato
necessario soffrire, essere pazienti, difendersi dagli arrembaggi dell’avversario
e infine essere implacabili alla prima occasione propizia – tutti scenari nei
quali l’Arsenal degli anni passati non ha mai brillato, per usare un eufemismo.
Vittorie come
quella registrata a St. James’ Park potrebbero fare tutta la differenza quando
la stagione volgerà al termine, soprattutto visto come le inseguitrici si fanno
sempre più minacciose dietro ai Gunners; è importante non perdere punti in maniera
sciocca, come sarebbe potuto succedere nella sfida contro il Cardiff, perché la
punizione sarebbe stata immediata e difficile da digerire.
Quando l’avversario
si difende con ordine e si accontenta di chiudere ogni spazio nella propria
trequarti è facile perdere la pazienza e il filo del gioco, questo Arsenal però
ha saputo mantenere la freddezza necessaria per evitare rischi inutili
esponendosi al contropiede e aumentare la pressione sulla retroguardia
avversaria, fino a trovare il varco giusto.
A volte l’eroe
è impersonificato dal più improbabile dei protagonisti in campo, come ad esempio
quel Nicklas Bendtner che spedisce in fondo al sacco un pallone vagante – forse
l’ultimo della partita – come il più cinico dei centravanti.
E di tutti gli
aggettivi che si possono accostare all’attaccante danese, cinico non è
certamente il primo che venga in mente a chi scrive.
Avanti così
allora, con la grinta di chi vuole lottare su ogni pallone e la qualità di chi
ha il privilegio di giocare nell’Arsenal; pur senza alcuni dei giocatori più
decisivi della stagione, i Gunners tengono botta e continuano la corsa in
testa, alla faccia di ancora non considera l’Arsenal una pretendente al titolo.
Mentre si loda
il ventaglio di opzioni dal quale può pescare Pellegrini, ci si dimentica che
giocatori come Theo Walcott, Jack Wilshere e Santi Cazorla devono ancora
raggiungere il massimo della forma – eppure i Gunners sono sempre in testa.
Adesso ci
vuole un ultimo sforzo prima di godere di otto giorni di riposo, bisogna
vincere il secondo NLD della stagione e buttare gli Sp*rs fuori dalla FA Cup e
continuare quindi il cammino verso uno dei tre trofei che restano in ballo a
questo punto della stagione.
COMMON
ARSENAL!
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