
Vista la
facilità con cui ci si perde a rincorrere le voci di mercato più disparate –
Sebastian Giovinco, Alavro Morata, Paul-Georges N’Tep e Julian Draxler – è bene
tornare immediatamente a parlare di chi in squadra c’è già.
L’occasione
giusta me l’ha offerta questa mattina Santi Cazorla, la cui intervista al sito
ufficiale del Club è quanto di più sensato si possa sperare di ascoltare da un
calciatore.
Lo spagnolo
non è ancora il giocatore che abbiamo ammirato l’anno scorso, colpa di un
infortunio non ancora assorbito del tutto, però è uno di quei membri della
squadra sui quali si può puntare ad occhi chiusi, uno dei quei leader
silenziosi che fanno parlare il campo e non si lasciano andare a commenti
roboanti.
Anche quando
non è in giornata, e purtoppo è capitato spesso quest’anno, Santi Cazorla lotta
e suda per la squadra come un qualsiasi altro gregario – lui che gregario
proprio non è, visto il talento di cui dispone.
Nel corso
della sua intervista, che vi invito a leggere, il nanetto spagnolo lascia
traspirare il netto cambio di mentalità che questo Arsenal ha compiuto rispetto
al recentissimo passato e descrive perfettamente come questo gruppo di
giocatori abbia preso coscienza sia dei propri pregi che dei propri limiti,
imparando a gestire entrambi.
Pur essendo un
giocatore a chiara vocazione offensiva, Santi Cazorla si è detto felice di
contribuire ai successi della squadra attraverso il sacrificio e il lavoro
difensivo perché – come dice lui stesso –
“a volte ci si deve rimboccare le
maniche e lavorare duro, specialmente per quanto riguarda i giocatori più
avanzati. Bisogna fare sacrifici ai
quali non si è abituati, però è ciò che bisogna fare se si vogliono raggiungere
certi traguardi. Mi ci sono abituato perchè questo è il modo per essere utili
alla squadra, ed è tutto ciò che conta”
Questi sono i
giocatori che voglio nella mia squadra, giocatori fortissimi tecnicamente e
allo stesso tempo umili e pronti al sacrificio proprio come Santi Cazorla.
O come Tomas Rosicky.
O come Jack Wilshere.
O come Aaron
Ramsey.
Come vedete, c’è
un motivo se siamo in testa alla classifica e ci siamo qualificati agli ottavi
di Champions League nonostante Napoli e Borussia Dortmund.
Tra le righe
dell’intervista di Arsenal.com si legge anche la netta maturità della squadra, precisamente quanto
Santi Cazorla dice
“Credo che la difesa sia la base
di ogni squadra vincente, se questa squadra deve basarsi su un aspetto
principale, questo è non incassare gol perché mantenendo inviolata la porta
siamo certi di vincere la partita.
Questa squadra è fortissima in
attacco e sa creare diverse occasioni da gol ad ogni partita. Se subiamo gol però
ci ritroviamo a dover rincorrere quindi è fondamentale registrare più clean
sheets possibili.”
In queste
parole c’è tutto il cambio di rotta della squadra, avvenuto prima della
trasferta a casa del Bayern Monaco: attenzione orientata sulla difesa e grande
solidarietà tra i reparti perché, come dice Santi Cazorla, i giocatori sanno
che il gol prima o poi arriverà.
Non si tratta
di trincerarsi in difesa o lasciare l’iniziativa all’avversario, si tratta
piuttosto di conoscere bene le proprie qualità e fare tutto il lavoro
necessario perché frutti al massimo.
Dopotutto è la
stessa filosofia che ha caratterizzato le squadre vincenti di Arsène Wenger:
prima i leggendari Back Five e la
loro solidità per il periodo fino al 1998-2002, poi il quadrato magico
composto da Sol Campbell, Kolo Touré, Patrick Vieira e Gilberto Silva degli
Invincibili.
Quelle due
squadra erano una gioia per gli occhi e autentiche macchine da gol, però
entrambe erano costruite su fondamenta difensive indistruttibili.
Questa squadra
sembra finalmente aver capito la lezione.
Senza la
disponibilità di gente come Santi Cazorla, tuttavia, la transazione dalla
teoria alla realtà non sarebbe possibile.
COMMON
ARSENAL!
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