“Le possibilità dell’Arsenal di
vincere il campionato sono state duramente intaccate ieri quando il centrocampista
francese Robert Pires, che stava disputando una stagione eccezionale, si è infortunato
al legamento crociato del ginocchio e dovrà quindi restare fuori per diversi
mesi.”
“Il connazionale Thierry Henry ha
detto che questo infortunio, l’ultimo di una lunga lista, sarà un incentivo
extra per la squadra nella corsa alla vittoria. “Ci mancherà tantissimo, però
proveremo a vincere qualcosa per lui” ha detto Henry”.
Christopher Davies
– The Daily Telegraph, 25 Marzo 2002
Non so quanti di voi si ricordino di quell’occasione, di
quell’episodio di gioco apparentemente innocuo che ha trasformato una bella
qualificazione alle semifinali di FA Cup in un brutto giorno.
Anche in quell’occasione, proprio come successo con Theo
Walcott, l’infortunio non sembrava niente di che ed invece si è rivelato essere
un incubo – tanto per il giocatore quanto per la squadra.
Anche in quell’occasione – e in maniera molto più unanime
rispetto ad oggi – la perdita di un singolo sembrava spazzare via tante delle
speranze che i tifosi riponevano nella possibilità della squadra di portare a
casa qualche trofeo; dico in maniera più unanime perché all’epoca Robert Pires
era di gran lunga il miglior giocatore della Premier League (come giustamente
riconosciuto alla fine dell’anno con il premio da parte della stampa) e i
compagni di squadra – per quanto fortissimi – non avevano ancora assunto lo
status di leggende che aleggia ora intorno alle loro figure.
C’erano Freddie Ljungberg e Dennis Bergkamp, c’erano
Thierry Henry e Sol Campbell ma la squadra era anche quella di Gio van
Bronkhorst, Francis Jeffers, Matt Upson, Gilles Grimandi ed era soprattutto ancora
quella della vecchia guardia Seaman-Adams-Dixon-Keown-Parlour – tanto per
intenderci.
In quella squadra, Robert Pires era la scintilla in grado
di accendere la partita, tanto o addirittura più di quel Dennis Bergkamp che
rappresentava indubbiamente l’anima creativa della squadra.
Esattamente come Theo Walcott in questa squadra, Robert
Pires non aveva un compagno di squadra con caratteristiche simili e per questo
la sua perdita sembrava mettere in serio pericolo le possibilità di vittoria di
una compagine che – Europa a parte – sembrava pronta a giocarsela con chiunque.
Ovviamente a farla da padrone nei giorni successivi all’infortunio
furono il pessimismo e la rassegnazione, però quella squadra trovò nuove
risorse e nuovi protagonisti, diametralmente opposti a quel Robert Pires
impareggiabile, proprio nel momento più delicato.
A prendersi il centro del palcoscenico in quell’occasione
sono stati Freddie Ljungberg, Nwankwo Kanu, Sylvain Wiltord e inoltre ognuno
dei restanti compagni di squadra ha fatto quel di più necessario a sopperire
all’assenza di uno dei giocatori più influenti.
L’Arsenal di dodici anni dopo deve fare lo stesso, le
qualità per farlo non mancano certo.
Non è tempo di piangersi addosso, non è tempo di gettare
la spugna, non è tempo di nascondersi dietro la sfortuna o accampare qualsiasi
altra scusa.
Ora è tempo di credere che tra le pieghe di questa
squadra ci siano tutto il talento e tutta la determinazione necessari per
trasformare un guaio in un’opportunità.
Abbiamo perso un giocatore che dal nulla (e per molti
nemmeno si sa bene come) è in grado di segnare gol o sfornare assist decisivi,
è vero, però di giocatori così Arsène Wenger ne ha ancora parecchi nascosti
sotto il cilindro.
Non sbucheranno a velocità supersonica sulla fascia
destra ma da qualche parte verranno fuori, credetemi.
COMMON ARSENAL!
Sono d'accordo, anche se è una di quelle "botte" che si fanno sentire nell'arco della stagione. Spero in Chamberlain e nel giovane Gnabry, che non saranno la stessa cosa, ma in altro modo possono sopperire a questa pensantissima assenza che va a sommarsi alle altre! Non credo onestamente in un colpo di Gennaio da parte del prof, ma se così fosse, che sia veramente un gran colpo, uno da permetterci di alzare qualcosa a fine anno!
RispondiEliminaSono d'accordo, anche se è una di quelle "botte" che si fanno sentire nell'arco della stagione. Spero in Chamberlain e nel giovane Gnabry, che non saranno la stessa cosa, ma in altro modo possono sopperire a questa pensantissima assenza che va a sommarsi alle altre! Non credo onestamente in un colpo di Gennaio da parte del prof, ma se così fosse, che sia veramente un gran colpo, uno da permetterci di alzare qualcosa a fine anno!
RispondiEliminaÈ innegabilmente un colpo duro, però la squadra saprà rispondere alle difficoltà esattamente come quella del 2002.
EliminaNon abbiamo la qualità dei vari Henry, Bergkamp e Pires ma abbiamo la stessa coesione e la stessa determinazione. Gli ingredienti di base ci sono, quindi non è il caso di essere troppo pessimisti.
Se Arsène Wenger dovesse spendere sarei sorpreso, penso che le grandi manovre arriveranno in estate a meno che non si decida di fare come con Nacho - cioè anticipare un acquisto già programmato