
Il pareggio a
casa del Southampton sembrava fosse il preludio alla spettacolare caduta dei
Gunners – almeno stando alle esternazioni social
di bloggers e tifosi.
E invece –
guarda un po’ – pareggiare a casa di una squadra stabilmente nella Top 10 della
Premier League non ha niente a che vedere con una crisi: avessimo pareggiato
ieri in casa contro il Crystal Palace, forse – E DICO FORSE – avrei anche
potuto capire qualche ansia ma mai e poi mai mi sarei aspettato di leggere che
la difesa fa acqua da tutte le parti e che era già ora di dire addio a
qualsiasi ambizione di vittoria in campionato.
L’Arsenal di
ieri ha dimostrato che la corsa andrà avanti ad oltranza, per lo meno fino a
quando non sarà la matematica a tagliarci fuori – ammesso che ciò accada.
La solidità e
la calma dei grandi ci hanno permesso di cercare pazientemente la strada giusta
tra le fitte maglie della difesa ospite senza correre troppi pericoli in
difesa, anche se Wojciech Szczesny ha dovuto comunque compiere due buone parate
– una per tempo.
Avremmo potuto
farci prendere dal panico e forzare il ritmo, invece abbiamo resistito alla
tentazione e abbiamo aspettato il momento giusto per sfondare e rimuovere
finalmente il bus parcheggiato – come prevedibile – da Tony Pulis e i suoi
uomini.
Nonostante una
partita non brillantissima della nostra linea di trequartisti, l’idea giusta è
arrivata ad inizio secondo tempo grazie ad una sontuosa giocata di Santi
Cazorla, trasformata in gol con eleganza e freddezza da Alex
Oxlade-Chamberlain.
Messo a segno
il gol del vantaggio, tutto è stato molto più semplice per i Gunners e il
raddoppio – firmato ancora da Alex Oxlade-Chamberlain – è stato semplicemente
una questione di tempo.
La nostra
stagione, il nostro successo e le nostre prestazioni si possono racchiudere
nell’azione che ha portato al gol del vantaggio e più in generale nella partita
di ieri: non siamo (più) quella squadra che demoliva un avversario con cinque o
sei gol di scarto e poi magari perdeva contro un’avversaria più debole
facendosi sorprendere in contropiede o facendosi sovrastare fisicamente; oggi
questa squadra è costruita su una difesa (non intesa come linea di difensori ma
come fase collettiva) virtualmente impenetrabile sulla cui solidità si possono
costruire pazientemente le trame offensive più varie, dagli scambi stretti per
vie centrali agli sfondamenti sugli esterni.
Assicurando la
porta di Wojciech Szczesny, gli uomini di Arsène Wenger si offrono il migliore
assist per battere l’avversario perché – anche se siamo meno spettacolari
sottoporta – fare gol non è certo un problema per la squadra, poco importa chi
la butta dentro.
Ad oggi
abbiamo mandato a referto diciassette marcatori diversi tra Premier League,
Champions League, FA Cup e Capital One Cup (tra cui tre difensori), perciò i
Gunners sanno che il gol prima o poi arriva – e per gli avversari è difficile
capire come e da parte di chi.
Avanti così
quindi, come detto da Mesut Özil abbiamo fatto un altro passo in questo lungo
cammino.
Continuiamo a
camminare tranquilli e vediamo dove ci porta questo sentiero.
C'MON ARSENAL!
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