Assurdo, non
trovate?
La brillante
stagione dei Gunners li ha visti cadere in casa una sola volta (al debutto
contro l’Aston Villa) e il derelitto Stoke City di Mark Hughes, mai troppo
lontano dalla zona retrocessione, ha un record casalingo quasi identico –
essendo stato sconfitto solo una misera volta in più tra le mura amiche.
Tredici
partite disputate, cinque vittorie, sei pareggi e due sconfitte.
Totale ventuno
punti sui ventisette racimolati fino a qui.
Dal Britannia
stadium sono usciti sconfitti Chelsea e Manchester United, mentre Manchester
City e Everton hanno dovuto concedere il pareggio alle truppe capitanate da
Ryan “tacklepulito” Shawcross.
Solo vincitore
tra le grandi il Liverpool di Brendan Rodgers, impostosi in maniera carambolesca
con un cinque a tre poche settimane fa.
Non è proprio
il caso di prendere la partita sottogamba, Gunners.
La salvezza
dello Stoke City passa inevitabilmente dal Britannia Stadium, poco importa chi
sia l’avversario.
Gli uomini di
Mark Hughes ci proveranno con la solita intensità, fisicità e aggressività e
spetterà a Mikel Arteta e compagni farsi trovare pronti ad ogni duello; se
rifiuteremo lo scontro, non avremo molte possibilità – se invece partiamo col
piglio giusto e facciamo correre a vuoto l’avversario, ecco che gli spazi si
apriranno, eccome.
All’andata
abbiamo vinto in maniera meritata grazie ad un presenza fisica importante e all’inusuale
efficacia in occasione dei calci piazzati, sia difensivi che soprattutto
offensivi: tre gol da palla ferma (Ramsey, Mertesacker e Sagna) sono qualcosa
in più di una rarità per i Gunners – o per lo meno lo erano dato che in questa
stagione solo il Liverpool ha segnato di più da calcio piazzato rispetto a noi.
Quella dell’Emirates
non è stata una partita scintillante né un monologo dell’Arsenal, però ha
mostrato a tutte le rivali che quest’anno gli uomini di Arsène Wenger sanno
soffrire e lottare – tirare fuori la clava quando necessario e mettere da parte
il fioretto.
La partita di
domani sarà esattamente la stessa cosa, una sfida fisica e mentale dalla quale
non bisognerà assentarsi nemmeno per un secondo, pena venire travolti dal
furore dei padroni di casa.
Se i tuoi
avversari si chiamano Steven N’Zonzi, Charlie Adam, Robert Huth e Ryan
Shawcross, ti conviene rinforzare i tuoi parastinchi, tirarti su le maniche e
prepararti ad un rissa più che ad una partita di calcio.
Una ricetta
vecchia che ha sempre funzionato contro i Gunners, spesso sovrastati e
impauriti da avversari tosti e spietati.
Sapete la
novità? La pacchia è finita, cari miei.
Oggi bisogna
prendere il rischio di attaccar briga con Laurent Koscielny, Jack Wilshere,
Mathieu Flamini e Olivier Giroud – e non è affatto detto che sia possibile
avere la meglio.
Al posto dei
giocatori dello Stoke City ci penserei sopra qualche istante prima di
lanciarmi...
Per quanto
rigurda la formazione, Arsène Wenger ha confermato il rientro di Mesut Özil e
soprattutto Thomas Vermaelen, assente da molto tempo.
Possibile che
il belga venga schierato immediatamente nel ruolo di terzino sinistro visti gli
acciacchi che hanno colpito sia Kieran Gibbs che Nacho Monreal, però l’impressione
è che il manager aspetterà fino all’ultimo sperando di recuperare almeno uno
dei due.
A centrocampo
sembra scontato il ritorno Mathieu Flamini accanto a Mikel Arteta, mentre Santi
Cazorla, Alex Oxlade-Chamberlain, Lukas Podolski, Tomas Rosicky e Jack Wilshere
si giocheranno i due posti accanto a Mesut Özil nel terzetto a supporto di
Olivier Giroud.
Come ventaglio
di possibilità non c’è davvero male, impossibile capire chi saranno i
prescelti.
Per puro
divertimento, proverò comunque a mettere per iscritto una possibile formazione.
Questa la
formazione che Arsène Wenger potrebbe mandare in campo domani pomeriggio:
Szczesny,
Sagna, Mertesacker, Koscielny, Monreal, Arteta, Flamini, Oxlade-Chamberlain,
Özil, Cazorla, Giroud.
In panchina: Fabianski,
Jenkinson, Vermaelen, Wilshere, Rosicky, Podolski, Sanogo.
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