
Il modo in cui
è arrivato il pareggio è beffardo, però questo Arsenal non ha mostrato
abbastanza furore per meritare di vincere la sfida di ieri sera.
Per ribaltare
una situazione che pareva già segnata è bastato un minuto, tuttavia illudersi che
per vincere una partita di Premier League bastino novanta secondi di vera
intensità è da ingenui – anche se l’avversario si chiama Swansea.
Intendiamoci,
la prestazione di ieri sera non è per niente da buttare ma i Gunners non sono
mai sembrati sul punto di convertire in gol lo sterile dominio mostrato per
tutti i novanta minuti: un possesso palla quasi ridicolo per superiorità e l’inoperosità
di Wojciech Szczesny sono lì a dimostrare che gli ospiti non avrebbero potuto
raccogliere molto più che un pareggio all’Emirates Stadium, però allo stesso
tempo le poche (e facili) parate cui è stato chiamato Vorm raccontano anche di
un Arsenal poco incisivo davanti.
L’ormai
perpetuo assenteismo di Olivier Giroud, l’incapacità di Santi Cazorla di
accendere la luce, la timidezza di un Mikel Arteta irriconoscibile hanno fatto
sì che le iniziative offensive dei Gunners non producessero nessun sussulto,
permettendo ad uno Swansea ben organizzato e chiuso in difesa di controllare
senza troppi patemi le offensive dei padroni di casa.
Non è il risultato
finale a preoccuparmi, è questa incapacità di produrre occasioni da rete tali
da mettere sotto pressione la difesa avversaria.
Come da
copione, dopo una sonora sconfitta è arrivato un pareggio – questa volta
prettamente inutile ai fini della classifica, se non dannoso.
I sei punti
dalla vetta non sarebbero un’enormità se non fosse per il momento estremamente delicato
della squadra, mentre sembrano molto più preoccupanti i sei (che possono
diventare tre se l’Everton vince la partita da recuperare) che ci separano dal
quinto posto: il minimo passo falso rischia di costare carissimo in termini di
qualificazione alla prossima Champions League, però la buona notizia è che
siamo padroni del nostro destino e tra due settimane faremo visita proprio all’Everton
a Goodison Park in quello che, verosimilmente, sarà lo scontro decisivo per le
sorti della stagione.
Mettiamo in
cantina qualsiasi sogno di titolo e pensiamo innanzitutto a rinforzare la
nostra posizione attuale, dimenticando per qualche settimana la nostra
situazione di classifica e concentrandoci unicamente su una partita alla volta,
cercando di ottenere più punti possibili.
Sabato arriva
un Manchester City reduce dalla grande vittoria nel derby e lanciato nel
(definitivo?) sorpasso al Chelsea di José Mourinho, poi la settimana successiva
faremo visita all’Everton che spinge per scavalcarci al quarto posto e infine
il 12 Aprile andremo a Wembley per giocarci contro il Wigan l’accesso alla
finale di FA Cup.
Un trittico di
partite decisive per le sorti della stagione, una serie di sfide che dovremo
affrontare con immane umiltà per evitare una clamorosa implosione.
La buona
notizia è che solitamente un Arsenal con le spalle al muro è tutt’altra squadra
rispetto a quella che si gioca le proprie carte da favorita, la cattiva notizia
è che l’infermeria non sembra sul punto di svuotarsi – almeno stando alle
dichiarazioni di Arsène Wenger dopo il pareggio interno di ieri sera:
[a proposito di Koscielny, Özil e
Ramsey] Nessuno è davvero vicino al rientro. Koscielny è fuori per un po’, Özil
non so ma ne ha ancora per due o tre settimane almeno. Ramsey sembra il più vicino, forse tra due settimane sarà
pronto.”
Non esattamente
le parole che tutti noi avremmo voluto sentire, però è tempo di reagire e
trovare le risposte giuste tra i giocatori che abbiamo a disposizione – punto.
Se i vari
Santi Cazorla, Mikel Arteta, Alex Oxlade-Chamberlain e Olivier Giroud non
sapranno trascinare la squadra fuori da questo impantanamento, allora sarà
segno che forse non sono quelli giusti su cui puntare per mettere in piedi una
squadra vincente.
I giocatori
destinati alla grandezza non aspettano altro che essere chiamati a doversi
caricare la squadra sulle spalle in piena tempesta, vedremo chi risponderà all’appello
già a partire da sabato.
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