1’000
partite alla guida dell’Arsenal in Premier League, un traguardo che Adrian Durham
non ha tardato a salutare definendolo immeritato (il regno di Wenger è troppo
lungo di 500 panchine, questo il suo concetto).
Per
rendere omaggio al manager francese, ClockEnd Italia lancia una serie di Top 10
che ricordano i momenti più importanti della gestione di Arsène Wenger – nel
bene come nel male.
I migliori colpi
di mercato firmati Arsène Wenger
10. Nicolas ANELKA
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Arsène Wenger acquista un 17enne Nicolas Anelka per £ 500,000, lo rivenderà per £ 22,000,000 |
Breve ma
intenso, come si suol dire. Nemmeno un centinaio di presenze con la squadra,
una trentina di gol ed eccolo partito per Madrid, non senza i capricci che ne
caratterizzeranno la carriera. Scovato da Arsène Wenger quando ancora era un
17enne promettente, Le Sulk ha
impiegato poco meno di una stagione per guadagnarsi una maglia da titolare e ha
spinto l’Arsenal verso il Double del 1998 segnando il gol della sicurezza nella
finale contro il Newcastle.
La stagione
successiva è semplicemente immarcabile, troppo veloce e tecnico per la maggior
parte dei difensori d’oltremanica. Il resto è storia, se penso che con i ricavi
della cessione di Le Sulk al Real
Madrid ci abbiamo costruito London Colney, mi viene da fare una standing
ovation ad Arsène Wenger!
9. Robin van PERSIE
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Arrivato per £ 2,500,000 e ripartito per £ 24,000,000 - per finire a lavorare con David Moyes! |
La vicenda
della sua cessione mi ha quasi impedito di inserirlo in questa lista, poi la
testa ha avuto la meglio sullo stomaco e quindi eccolo qui. Arrivato con la
reputazione – giustificatissima – di giovane irrequieto, se n’è andato da
fuoriclasse assoluto; arrivato da trequartista o ala sinistra scostante, se n’è
andato da centravanti letale; arrivato per raccogliere l’eredità di Dennis
Bergkamp, se n’è andato come il peggiore dei Samir Nasri. Non posso non pensare
a come sarebbe la squadra attuale con lui la davanti, però le scelte sono state
fatte e – a dispetto di quanto potesse credere Robin – la direzione che ha
preso il Club non sembra niente male. Bisogna però essere onesti e dire che
anche il Manchester United ha preso una buona direzione, come dimostrano gli
ottimi risultati che sta ottenendo David Moyes...
8. Freddie LJUNGBERG
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Arsène Wenger e Freddie Ljungberg mentre guardano il video "Spurs: One Club" |
Quando è
arrivato non si sapeva chi fosse, un giocatore svedese pescato nell’Halmstadt e
pagato bei soldoni – per quel mercato.
Poi è arrivato
il gol al Manchester United, poi la cresta rossa e infine l’arte assoluta del
movimento senza palla che – coincidenza – lo faceva trovare sempre al posto
giusto nel momento giusto.
I sei gol
segnati nelle sei partite giocate nell’Aprile del 2002, oltre al missile nella
finale di FA Cup contro il Chelsea, sono entrati nella leggenda e hanno
trascinato la squadra al Double del
2002.
E poi –
diciamocelo – il gol ad Old Trafford che ha sancito la vittoria l’avrà pure
segnato Sylvain Wiltord, però è tutto di Freddie!
7. Marc OVERMARS
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Marc Overmars è quello di destra, senza un ginocchio. Acquistato per £ 6,500,000, sarà ceduto per £ 20,000,000 |
Perché
spendere tanti soldi per un giocatore rotto? Perché é Marc Overmars (e non Kim
Källström – per dire).
Dicevano che
il suo ginocchio non avrebbe retto dopo il brutto infortunio rimediato ai tempi
dell’Ajax, la verità però è che a non reggere erano le scuse accampate dai
manager avversari quando l’olandese faceva ammattire le loro linee difensive.
Troppo veloce,
troppo intelligente, troppo preciso per essere limitato, Marc Overmars aveva un
gusto speciale per i gol decisivi: finale di FA Cup, scontri diretti in
campionato, Champions League lui lo zampino ce lo metteva sempre. Quando la sua
cessione al Barcellona è stata annunciata, pareva che Arsène Wenger fosse
diventato matto. No, l’alsaziano aveva un altro asso pronto da sfoderare...
6. Kolo TOURÉ
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Kolo Touré è sbarcato dalla Costa D'Avorio per £ 150,000 ed è stato ceduto al City per £ 15,000,000 |
Sbarcato
fresco fresco dall’ASEC Mimosa, che sembra più una squadra amatoriale che un
Club professionistico, Kolo Touré rappresenta probabilmente al meglio l’intuito
geniale di Arsène Wenger.
Arrivato come
ala destra, centrocampista centrale, mediano, terzino destroe alla bisogna
giardiniere, meccanico e idraulico, in pochissimo tempo King Kolo si è trasformato in uno dei difensori centrali più forti
della Premier League, formando con Sol Campbell la coppia difensiva che ha
permesso alla squadra di inanellare la serie di 49 partite d’imbattibilità.
Un signor
nessuno sbarcato tra l’indifferenza generale e ripartito da campione
riconosciuto – un capolavoro di Arsène Wenger
5. Robert PIRES
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Il momento in cui tutto è finito...per l'Arsenal e per Robert Pires. Perché diavolo non hai tolto Hleb??? |
Partito Marc
Overmars, noi tifosi dell’Arsenal mai avremmo sospettato che quell francese
dalle game sottilissime e l’andatura dinocolata (no, non Abou Diaby!) potesse
raccogliere l’eredità dell’olandese.
Vedendo la sua
prima stagione, poi, i timori sembravano giustificati: troppo molle per i rudi
terzini inglesi, troppo timoroso e guardingo per le Premier League – questi i
commenti più frequenti e più simpatici nei suoi confronti.
Poi è arrivato
il vero Pires, e la Premier League non è più stata la stessa.
Troppa classe,
troppa creatività, troppo talento per un Tony Hibbert qualunque – tanto che ha
vinto il premio di miglior giocatore del campionato pur avendo passato la metà
della stagione con un ginocchio a pezzi.
Con quel
numero sette sulle spalle e quella barba da moschettiere, nessuno poteva
resistere a Robert Pires.
4. Cesc FÀBREGAS
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"...e Guardiola mi ha promesso che giocherò titolare al posto di Xavi, boss..." "...certo, Cesc...certo" |
Un altro
ragazzino?! Ma quando comprerà giocatori veri questo testardo di un francese?
Pensando a
Cesc Faàbregas, il motto we don’t buy superstars,
we make them sembra creato apposta per lui. Non appena ha messo piede in
campo – numero 57 e pettinatura molto discutibile – si è capito che quel
catalano avrebbe fatto tanta, tantissima strada. Troppa, se vogliamo dirla
tutta, perché da Londra è tornato a Barcellona. Però in quelle oltre 300
partite giocate con la maglia dell’Arsenal, Cesc ha dimostrato di avere un
talento pazzesco e di essere uno tra i migliori centrocampisti al mondo. Chissà
se a Barcellona se ne accorgeranno mai...
3. Sol CAMPBELL
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Una sola parola, capolavoro. £ 0 sterline agli Sp*rs per il loro miglior giocatore e capitano, al culmine della carriera! |
Al di là della
qualità del giocatore, quel che più mi colpisce nel trasferimento di Sol Campbell
dal Tottenham all’Arsenal è questo: come si può riuscire nell’impresa di
convincere il capitano della squadra rivale a non rinnovare il contratto e
saltare sull’altra sponda – pur sapendo che la concorrenza per metterlo sotto
contratto poteva offrire molti più soldi?
Un capolavoro
di mercato, un’opera di convincimento che i venditori di enciclopedie se la
sognano.
Il premio per
cotanta ambizione e maestria e l’aver avuto a disposizione il miglior difensore
inglese d’inizio secolo, una montagna di muscoli tanto forte quanto veloce, e
aver costruito sulla sua potenza la base grazie alla quale i fiorettisti
davanti potevano fare il bello e cattivo tempo.
2. Patrick VIEIRA
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Patrick Vieira festeggia il titolo mentre Arsène Wenger controlla che la delegazione del Milan prenda il metrò giusto. |
Uno dei primi
acquisti di Arsène Wenger, lo spilungone è arrivato dal Milan in cambio di una
riproduzione fedelissima del Big Ben fatta con gli stuzzicandenti, l’abbonamento
settimanale della metropolitana, una foto autografata di Perry Groves e gli
spiccoli che Arsène Wenger aveva in tasca dopo il pomeriggio di shopping a
Milano.
Cioè
pochissimi vista la sua ben nota attrazione verso le bancarelle di occhiali e
borse palesemente originali.
Una volta
lontano dall’osso buco e il risotto allo zafferano – notoriamente ottimi nei
pre-partita – Patrick Vieira è diventato un centrocampista incontenibile, un
leader carismatico e un condottiero senza pari, proprio mentre a Milano si
sfregavano le mani pensando all’ipotesi di farsi una settimana di metro gratis
a Londra e intanto si salvavano dalla retrocessione per appena sei punti.
1. Thierry HENRY
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"...sul serio, boss, Moggi mi ha detto che potevo andarmene perché tanto hanno Zalayeta e Esnaider!" |
Dicono che
fare compere in Italia fosse conveniente, allora nel 1999 Arsène Wenger ha
aperto il portafogli con la consueta parsimonia e ha tirato fuori una banconota
da undici milioni per convincere Luciano Moggi a disfarsi di quel ragazzino
francese tanto veloce quanto inutile.
Si chiamava
Thierry Henry e da ala non combinava granché, quindi a Luciano Moggi non
sembrava vero di poter recuperare d’un botto la cifra investita un anno prima –
lui che credeva di avere tra le mani un altro Jocelyn Blanchard e di tenerselo
sul groppone fino a fine contratto.
A livello
tecnico l’affare sembrava buono perché quella Juventus poteva già contare su
Daniel Fonseca e Juan Eduardo El
Prolìfico Esnaider, quindi la squadra non ne sarebbe uscita indebolita.
185 gol più
tardi, alla Juventus ogni 3 Agosto stappano una bottiglia di champagne pensando
all’affarone fatto nel 1999.
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