1’000 partite alla guida dell’Arsenal in Premier
League, un traguardo che Adrian Durham non ha tardato a salutare definendolo
immeritato (il regno di Wenger è troppo lungo di 500 panchine, questo il suo
concetto).
Per rendere omaggio al manager francese, ClockEnd
Italia lancia una serie di Top 10 che ricordano i momenti più importanti della
gestione di Arsène Wenger – nel bene come nel male.
I peggiori affari conclusi
da Arsène Wenger
10. André SANTOS
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André Santos mostra il suo talento migliore |
Se già non sei
tra le figure più popolari per chi frequenta l’Emirates Stadium e i pub intorno
allo stadio, scambiare la maglia con il peggior traditore degli ultimi anni non
è una mossa intelligente. Come non lo è sfrecciare nel traffico a 145 miglia orarie,
come non lo è continuare ad andare sul fondo sapendo che non si avrà il fiato
per tornare indietro. Andrè Santos, con la sua pancetta sempre ben visibile,
voleva essere un Roberto Carlos ma ha finito con l’assomigliare di più a Paulo
Roberto Cotechiño...un autentico panic
buy per Arsène Wenger.
9. Richard WRIGHT
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Si, Richard. L'uscita è da quella parte... |
L’erede
designato del grande David Seaman, il portiere che avrebbe dovuto raccogliere
il testimone del baffo più celebre d’Inghilterra (dopo Freddie Mercury) sia
nell’Arsenal che in Nazionale. È finito relegato al ruolo di terzo portiere
dietro a Stuart Taylor, complice FORSE l’errore contro il Charlton nel Novembre
del 2001, anche se fare un autogol uscendo con i pugni è più una prova di
talento che di goffaggine.
8. Neves DENILSON
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Denilson schierato nella sua posizione preferita |
Nessuno sapeva
chi fosse quando è arrivato, sette anni dopo il sentimento è lo stesso.
Insipido come una tonnellata di tofu cotto al vapore, il brasiliano si è sempre
limitato al compitino scolastico – spesso sbagliandolo pure. Nessun carisma,
nessun coraggio, nessuna iniziativa avventurosa. Il suo apporto si limita ad un
gol spettacolare a Goodison Park, troppo poco per essere visto come un incrocio
tra Tomas Rosicky e Gilberto Silva – come lo ha definito Arsène Wenger durante
la presentazione del nuovo arrivato.
7. Tomas DANILEVICIUS
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Inestimabile reperto storico, Danilevicius fotografato in azione - evento rarissimo |
Quarantasei
MINUTI di calcio giocato con la maglia dell’Arsenal addosso, questa la grande
carriera del lituano alla corte di Arsène Wenger. Sbarcato dal Lausanne Sport
dopo un lungo peregrinare che dalla Lituania lo ha portato prima in Belgio e
poi in Russia, questo gigante è riuscito nell’impresa di impressionare il
tecnico alsaziano e fare da riserva a Thierry Henry. Mica cotica. L’illusione,
probabilmente causata da intossicazione da Gewürztraminer, dura pochi mesi
perché Danilevicius viene spedito in Scozia già a Marzo. Da allora Wenger non
ha più bevuto in bicchiere di vino in vita sua – perdendo di conseguenza la
cittadinanza alsaziana.
6. Sébastien SQUILLACI
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La perfetta deviazione con cui Squillaci spiazza Fabiasnki e qualifica il Sunderland per il turno successivo |
Doveva essere
la risposta definitiva al consiglio che i tifosi dell’Arsenal rivolgevano ad
Arsène Wenger: compra un centrale di difesa forte ed esperto! Detto, fatto –
ecco che da Siviglia sbarca il 29enne francese, una solida carriera alle spalle
e qualche presenza con la nazionale transalpina. Che qualcosa sarebbe andato
storto lo si sarebbe dovuto capire già quando ha scelto la maglia numero 18
come i suoi illustri predecessori Pascal Cygan e Mickäel Silvestre, eppure
tutti a credere che avrebbe stabilizzato la difesa dei Gunners. Una carrellata
di errori e orrori più tardi, Squillaci è finito in tribuna a godersi lo
stipendio fino alla fine del contratto, quando finalmente è stato rispedito in
Francia. Negli ultimi due anni ha giocato sette partite per l’Arsenal,
riuscendo comunque a rendersi determinante per le sconfitte dei Gunners contro
Fulham, Sunderland e Oympiakos (due volte).
5. Francis JEFFERS
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Il maggior contributo di Jeffers alla squadra, prendere a calci Phil Neville |
L’uomo che
sarebbe dovuto essere il corrispettivo londinese di Michael Owen, il rapace
dell’area di rigore che avrebbe dovuto assicurare i gol sporchi mentre i
compagni disegnavano opere d’arte. Otto gol più tardi, e parliamo di tre ANNI
più tardi, qualcuno si è accorto che Jeffers forse non era quel gran
centravanti e viene spedito in prestito all’Everton prima di cominciare un giro
del Commonwealth che gli farà cambiare maglie a abitudini. Tutte tranne una,
perché di far gol proprio non se ne parla. A nessuna latitudine.
4. Igors STEPANOVS
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Primo lettone a giocare per l'Arsenal, è stato fondamentale per il titolo del Manchester United nel 2000 |
Lettone, alto
e possente. Igors Stepanovs sbarca a Londra per sostituire un Tony Adams alle
prese con una lunga serie di infortuni. Inizia alla grande, segna subito
nonostante la sconfitta al debutto e s’inserisce in maniera più o meno stabile
al centro della difesa dei Gunners.
Poi arriva il
25 Febbraio 2001 e nulla sarà più come prima.
Accoppiato con
Gilles Grimandi al centro della difesa dell’Arsenal in una delle peggiori
coppie difensive mai viste al mondo, il lettone viene travolto dai cinque gol
in quarantacinque minuti che il Manchester United rifila ai Gunners ad Old
Trafford. Da quell partita in poi sparisce misteriosamente dalla squadra e si
racconta che ancora oggi si svegli nel cuore della notte gridando
YORKEEEEEEEEEEEE e formulando frasi sconnesse.
3. Mickäel SILVESTRE
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L'emblema della combattività ed efficacia di Silvestre durante il suo periodo londinese |
Personalmente,
da Alex Ferguson non comprerei mai nemmeno un paio di calze. Figuriamoci un
difensore. Uno dei peggiori acquisti di Arsène Wenger e allo stesso tempo uno
dei migliori affari mai conclusi di Ferguson, che ancora ne ride. Un disastro
dopo l’altro, un errore dopo l’altro proprio come ai tempi dell’Inter – quando il
pubblico di San Siro faceva gli scongiuri ogni volta che veniva annunciato il
suo nome in formazione. Il supplizio di vederlo affrontare Leo Messi è ancora
vivido nella mia memoria e non credo potrà mai essere calmato.
2. Ju-Young PARK
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Il coreano si congratula per essere sfuggito alle autorità traverstendosi da calciatore |
Un giocatore
intelligente, così lo ha definito Arsène Wenger quando lo ha presentato al
pubblico.
Forse è un
tecnico nucleare e non lo sappiamo o magari ha risolto i più grandi enigmi
matematici in circolazione, di certo Arsène Wenger non parlava di intelligenza
calcistica.
Il più grande
oggetto misterioso della storia dell’Arsenal – assieme ad un certo Amaury
Bischoff – il coreano è stato strappato con una buona dose di scorrettezza al
Lille (che non ci ringrazierà mai abbastanza) e poi messo in naftalina. Usurpato
in maniera arbitraria della maglia numero 9 in favore di Lukas Podolski, è
stato mandato in prestito al Celta Vigo e poi al Watford – dove al momento fa
la riserva di Mathias Ranegié e Fernando Forestieri. In qualsiasi momento può
essere prelevato dall’esercito coreano per espletare i doveri militari, che
rimanda da anni nemmeno fosse un quarantenne fuoricorso alla facoltà di Scienze
delle Comunicazioni.
1. Pascal CYGAN
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La freccia migliore nella faretra di Cygan - il liscio acrobatico. Il giudice uzbeko gli ha dato 9.59 per l'occasione |
“He's bald, he's
shit
He plays when no one’s fit
Pascal Cygan, Pascal Cygan!
He's bald, he's shit
He's useless on the pitch
Pascal Cygan, Pascal Cygan!”
Se ti fanno un
coro così, DEVI essere il peggior acquisto di tutti i tempi.
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