1’000
partite alla guida dell’Arsenal in Premier League, un traguardo che Adrian Durham
non ha tardato a salutare definendolo immeritato (il regno di Wenger è troppo
lungo di 500 panchine, questo il suo concetto).
Per
rendere omaggio al manager francese, ClockEnd Italia lancia una serie di Top 10
che ricordano i momenti più importanti della gestione di Arsène Wenger – nel
bene come nel male.
Le migliori frasi
di Arsène Wenger

10.
"Se vi chiedo quale
sia la miglior squadra del mondo, voi rispondete il Brasile. Giocano un bel
calcio? Si. Quale Club ha vinto tutto l’anno scorso? Il Barcellona. Anche qui,
bel calcio. Non sono contro l’essere pragmatici, perché fare un buon passaggio
e non uno cattivo è da pragmatici. Se ho il pallone, che devo farne? È
consentito non essere d’accordo con il concetto che calciare il pallone lontano
– ad esempio – sia una pessima soluzione e non sia semplicemente un approccio
pragmatico solo perchè, a volte, per coincidenza, funziona?”
Arsène difende
la sua filosofia e si chiede si sia ancora ammesso non essere d’accordo con
l’approccio iper pragmatico di allenatori come
- che ne so – José Mourinho. Come dice Valdano, “non si vince perché si
è giocato male, si vince NONOSTANTE si sia giocato male.”
9.
"Una squadra di calcio è come una bellissima
donna. Se non glielo ricordi, dimentica quanto sia bella.”
Arsène si
butta sul romanticismo per caricare la squadra. Che da quel momento in poi
continua a non vincere, però ha grande successo alle sfilate di Milano e New
York.
8.
"Ho provato a guardare la partita del
Tottenham nella mia camera di albergo, però mi sono addormentato."
|
Arsène infila il fioretto dritto al cuore
dei cugini. Applausi a scena aperta.
7.
"Stiamo facendo qualcosa di diverso che, a
mio avviso, è molto rispettabile. In breve, questo è il concetto: staimo
costruendo uno stadio (che costa), perciò acquistiamo giovani talenti in modo
tale da non trovarci fregati sul mercato, non avendo le risorse per competere
con gli altri. Io costruisco una squadra e compenso (il divario con le
avversarie) creando uno stile di gioco, una cultura e attaccamento al Club
affinché un ragazzo che arriva qui a 16 o 17 anni vada poi in campo con un
surplus di anima e amore per il Club. I giocatori crescono assieme e creano
quelle relazioni che durano una vita, come spesso succede per le conoscenze
fatte a scuola tra i 16 e i 20 anni. Credo che ciò possa darci una forza che
altri Club non avranno.
Il famoso
“progetto giovani” spiegato in maniera schietta da Arsène.
Punto uno, non abbiamo i soldi da investire sul mercato.
Urge una soluzione alternativa per restare competitivi.
Punto due, anticipo la concorrenza, metto insieme un
gruppetto di ragazzini promettenti cui vengono inculcati l’amore per il Club e
il attaccamento alla maglia.
Punto tre, i ragazzi crescono insieme e costruiscono una
relazione tale che, una volta in campo, li renderà più uniti e solidali
rispetto agli avversari.
Punto quattro, sviluppo un forte senso di riconoscenza e lealtà
al Club nei giovani giocatori. Nota bene: non sembra funzionare con gli
olandesi – DA RIVEDERE.
6.
"Non compriamo superstar. Noi le costruiamo."
Frase
vagamente paracula di Arsène per guistificare la scarsa attività sul mercato.
Però funziona, eccome.
5.
"In qualche Club le vittorie sono fortuite.
All’Arsenal sono obbligatorie.”
|
Altra perla di Arsène per mandare in brodo di giuggiole i tifosi. Scava un solco tra i vincenti come noi e quelli che vincono una volta alla lotteria e si credono chissà chi. |
La citazione
non è esattamente di attualità, al momento...
4.
"Se vi offro un buon vino, voi prima lo
assaggiate per capirne il gusto e solo dopo chiedete da dove viene.”
Arsène enologo
in difesa della natura dello spogliatoio dell’Arsenal, più variegato di una
seduta plenaria dell’ONU.
3.
"È fuori controllo, fuori dalla realtà e
irrispettoso. Quando si consegna il successo a persone stupide, a volte ciò le
rende più stupide e non più intelligenti.”
Il vecchio
Arsène risponde a José Mourinho, che lo ha definito un guardone.
La sfida a
distanza è cominciata, speriamo duri ancora a lungo perché un Arsène arrabbiato
regala sempre qualche perla di saggezza.
2.
"Se non credi di poterlo fare, allora non hai
nessuna possibilità."
Un messaggio
ripetuto all’infinito, nella speranza che qualcuno nello spogliatoio lo
recepisca un giorno.
1.
"Non è impossibile. So che sarà difficile per
noi completare l’intera stagione imbattuti. Però, se manteniamo la mentalità giusta, possiamo
riuscirci.
Chi si ricorda
le risate, le prese in giro, i titoli beffardi, le canzoncine idiote negli
stadi?
Io no, io
ricordo solo Arsène che raccoglie una maglietta grigia sul prato di Highbury e
la mostra sorridente al North Bank.
BONUS
Arsène la
butta sul sarcasmo quando gli chiedono di José Antonio Reyes e la sua nostalgia
cronica.
Nonstante sia
un debuttante nell’umorismo, il talento si vede.
Potrebbe
tranquillamente scalzare l’intero cast di Colorado, per dire...
"Nonostante il riscaldamento globale, l’Inghilterra
non è ancora abbastanza calda per lui.”
SECONDO
BONUS – Epic Fails
Nonostante un
certo gusto per le dichiarazioni solenni, Arsène non ha potuto evitare qualche
uscita infelice. Queste due sono probabilmente le migliori che troverete in
circolazione:
“Avevamo preso in considerazione lui e Francis
Jeffers e alla fine abbiamo deciso di prendere Francis Jeffers"
Il lui in
questione è Ruud van Nistelrooy.
“È una questione di giorni, non settimane.”
Arsène Wenger
risponde ad una domanda circa l’infortunio occorso a Tomas Rosicky. Il ceco
impiegherà 18 mesi per tornare in campo.
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