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dopo l’umiliante sconfitta di Stamford Bridge sarà impossibile, tuttavia la
stagione è tutt’altro che finita perciò non è proprio il momento per piangersi
addosso.
Ora è venuto
(di nuovo) il momento di rispondere presenti e reagire all’ennesima scoppola
rimediata in stagione; ora è venuto il momento di dimostrare di avere
carattere; ora è venuto il momento di reagire e mostrare di quale pasta siano
fatti questi giocatori e questo manager.
C’è la
partecipazione alla prossima Champions League da mettere in ghiaccio, una
semifinale di FA Cup alla quale arrivare col morale alto e una corsa alla
Premier League da provare a riaprire – anche se questo non dipende più da noi
soltano.
Battere lo
Swansea all’Emirates Stadium è quindi un imperativo se vogliamo affrontare il
finale di stagione con la giusta carica e delle buone prospettive, l’impresa
non è delle più impervie.
Lontano
parente della squadra scintillante della scorsa stagione, questo Swansea è
naufragato nella fase centrale del campionato e ha deciso per un cambio in
panchina (da Michael Laudrup al giocatore/allenatore Garry Monk) nella speranza
di un improvviso rilancio.
Missione
fallita perché oggi i gallesi si trovano appena quattro punti sopra la zona
retrocessione e hanno vinto solo una delle ultime sei gare – il derby contro il
Cardiff City un mese e mezzo fa.
Lo Swansea
resta una squadra pericolosa in attacco grazie alle qualità di Wilfried Bony e
alla velocità dei propri esterni, però un Arsenal concentrato e cattivo
dovrebbe fare un sol boccone delle difficoltà difensive degli Swans.
Il
condizionale resta d’obbligo perché questo Arsenal appare insicuro ed esitante,
alcuni dei suoi uomini chiave sono in condizioni pessime e la lista degli
infortunati non diminuisce – anzi.
Difficile
prevedere quale sarà l’andamento della partita, storicamente abbiamo visto che immediatamente
dopo una brutta sconfitta i Gunners
tendono ad applicare un approccio estremamente conservativo e non prendere alcun
rischio – come a voler ritrovare quella stabilità difensiva che ha marcato la
stagione in corso.
La sconfitta
patita a casa del Manchester City ha partorito un tesissimo pareggio a reti inviolate
contro il Chelsea, la disfatta ad Anfield invece uno striminzito 0-0 contro il
Manchester United – per fortuna questa volta avremo di fronte un avversario di
rango inferiore rispetto ai due precedenti e quindi possiamo sperare di tornare
subito alla vittoria.
L’inatteso
silenzio stampa deciso dopo la sconfitta di Stamford Bridge ha dato adito a
tante illazioni e supposizioni, resta quindi difficile prevedere quale sarà la
formazione che scenderà in campo stasera: le uniche certezze sono l’assenza di
Laurent Koscielny, il cui infortunio non è ancora stato verificato – e la
disponibilità sia di Kieran Gibbs che di Alex Oxlade-Chamberlain, graziati
dalla federazione dopo il pasticcio di Marriner sabato scorso.
Per il resto
potrebbe esserci un cambio tra i pali con Lukasz Fabianski che rimpiazzerebbe
Wojciech Szczesny e il rientro tra i titolari di Mathieu Flamini, però i tanti
infortuni impediranno di fatto ad Arsène Wenger di stravolgere la formazione
per mandare un segnale ai propri giocatori – ammeso che l’idea sia mai balenata
nella testa del manager.
Come mi è già
capitato di dire in passato, non sarà certo la presenza di questo o quel
giocatore a fare la differenza stasera, a farla da padrone dovranno essere la
voglia di riscatto e la determinazione di ogni singolo – a prescindere da chi
partirà titolare e chi si accomoderà in panchina.
Questi gli
undici che Arsène Wenger potrebbe mandare in campo stasera contro lo Swansea City:
Fabianski,
Sagna, Mertesacker, Vermaelen, Gibbs, Flamini, Arteta, Oxlade-Chamberlain,
Cazorla, Rosicky, Giroud.
Szczesny,
Jenkinson, Monreal, Bellerin, Källström, Podolski, Sanogo.
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