Mettiamo da
parte premi, dediche, ringraziamenti, aneddoti e classifiche (!) che hanno
caratterizzato queste ultime ventiquattr’ore in casa Arsenal e torniamo a
pensare alla Premier League.
Abbiamo
omaggiato Arsène Wenger per il suo incredibile traguardo – quarto manager della
storia a raggiungere le 1'000 panchine con lo stesso Club – e ora toccherebbe
ai giocatori fare un bel regalo al loro manager.
Vincere contro
il Chelsea rappresenterebbe prima di tutto un grande sfizio statistico – ovvero
interrompere l’imbattibilità casalinga di José Mourinho con i Blues – e allo stesso tempo
permetterebbe ai Gunners di superare (virtualmente, fino a quando non
recuperiamo la partita contro lo Swansea)
i diretti rivali e continuare ad alimentare la speranza di portare a
casa un titolo tra i più imprevedibili della storia recente dell’Arsenal.
La classifica
oggi dice che il Chelsea è in testa con 66 punti e 30 partite giocate, Arsenal
e Liverpool sono appaiate al secondo posto con 62 punti ed una partita in meno
rispetto ai Blues mentre il
Manchester City si trova in quarta posizione, avendo accumulato 60 punti ma
avendo ben tre partite da recuperare rispetto alla capolista.
Una situazione
intricata, estremamente incerta, che ci sta portando a vivere uno dei finali di
stagione più intensi dell’ultima
decade; vincere a Stamford Bridge sarà molto difficile, il Chelsea giocherà la
solita partita fatta di compattezza, attenzione e grand fisicità e – nonostante
le assenza di Ramires, Willian e dello stesso Mourinho – resta il favorito per
portare a casa i tre punti.
L’Arsenal ha
dalla sua il vantaggio di poter far visita ai vicini senza troppe pressioni,
dopotutto anche in caso di sconfitta nulla sarebbe perduto perché il calendario
riserva ancora molte trappole per ognuna delle nostre rivali.
Avanti con
coraggio e serenità allora, prima o poi tutti i record devono cadere – come sappiamo
benissimo – perciò andiamo a Stamford Bridge convinti di poter chiudere la
bocca a quel presuntuoso di José Mournho e continuare a credere nell’impresa
che nessuno si aspetta.
Abbiamo i
giocatori e la maturità per vincere a
casa del Chelsea, i tanti infortuni sono un handicap non indifferente ma chi ha
giocato finora non ha certo deluso.
Faremo ancora
una volta a meno di Mesut Özil, Aaron Ramsey, Theo Walcott e Jack Wilshere ma
possiamo contare su Alex Oxlade-Chamberlain, Santi Cazorla e Lukas Podolski per
creare problemi ai padroni di casa.
Peccato per l’acciaccio
che ha colpito Tomas Rosicky, in dubbio per la sfida di domani, perché la sua energia
e rapidità farebbero tanto comodo nei pochissimi spazi che ci saranno nella
metà campo del Chelsea.
Nel caso il
ceco non ce la facesse, probabile che Mathieu Flamini venga inserito tra i
titolari in mezzo al campo e Alex Oxlade-Chamberlain dirottato a destra –
altrimenti credo che gli undici titolari saranno gli stessi che hanno sbancato
White Hart Lane.
In fase difensiva
occhio ovviamente a Eden Hazard, André Schurrle e Samuel Eto’o, oltre che ai
vecchietti Frank Lampard e John Terry che tanto amano segnare contro di noi.
La sfida con
gli uomini di José Mourinho si vince avendo la meglio nei duelli individuali,
facendosi trovare pronti fisicamente e mentalmente alla grande pressione cui i
nostri giocatori saranno sottoposti – in ogni zolla del campo. Serve la stessa solidarietà
e attenzione che ci hanno permesso di battere il Tottenham e restare in
contatto con la vetta.
Questi gli
undici giocatori che dovrebbero formare la 1'000 formazione dell’era Arsène
Wenger:
Szczesny,
Sagna, Mertesacker, Koscielny, Gibbs, Arteta, Oxlade-Chamberlain, Santi
Cazorla, Rosicky, Podolski, Giroud.
In panchina:
Fabianski, Monreal, Vermaelen, Flamini, Källström, Gnabry, Sanogo.
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