Mancano tre
giornate alla fine di un campionato che, inutile negarlo, avrebbe potuto avere
un epilogo del tutto diverso.
Con qualche
infortunio in meno, o per lo meno con gli stessi infortuni un po’ meglio distribuiti,
forse ora potremmo trovarci a lottare per il titolo anziché impantanati nella
lotta per il quarto posto, ma tant’è.
Magicamente in
tanti si sono accorti che perdere i giocatori migliori può portare ad un
drastico calo di rendimento e a lasciare punti per strada. Chi l’avrebbe mai
detto!
Chi avrebbe
immaginato che il Manchester City senza Aguero e Yaya Touré non avrebbe
conseguito gli stessi risultati? Chi si sarebbe mai aspettato che l’assenza di
Eden Hazard avrebbe influito sulla classifica del Chelsea?
Eppure
entrambe le squadra hanno rose ben migliori e meglio equipaggiate della nostra,
come mai hanno sofferto tanto?
Mentre Arsène
Wenger si prendeva le (giuste) critiche per non aver saputo aggiungere alla
squadra un altro Aaron Ramsey ed un altro Mesut Özil – come se fosse impresa
facile – gli altri manager hanno perso i propri migliori giocatori e non hanno
saputo trovare contromisure, nonostante panchine molto più lunghe e presunte
superstar tra le riserve.
Chiusa la
parentesi dei rimpianti, concentriamoci piuttosto su ciò che ci aspetta da qui
alla fine del campionato e vediamo di capire come potrebbe svilupparsi il
duello tra i nostri Gunners e l’Everton di Roberto Martinez: le squade sono
separate da un solo punto con pari numero di partite giocate, l’Arsenal è
attualmente quarto e quindi completamente padrone del proprio destino e di
conseguenza l’Everton deve confidare in un qualche nostro passo falso e mettere
in cascina nove punti dalle ultime tre partite per sperare in un epilogo
trionfante.
Impresa non
facile, visto che i Toffees se la
vedranno con Southampton e Hull City in trasferta, intervallati dalla visita
del Manchester City a Goodison Park.
Il nostro
cammino sembra più semplice, sulla carta, perché le prossime due partite ci
vedranno giocare in casa contro Newcastle e West Brom, mentre l’ultima recita
ci vedrà di scena a Carrow Road – casa di un Norwich che presumibilmente si giocherà
la salvezza.
Tre vittorie e
sarà matematicamente Champions League, il che rappresenta una bella base di
partenza.
Riflettendo
sulla corsa al quarto posto ho notato che scenderemo in campo conoscendo già il
risultato dei nostri avversari in due occasioni su tre, il che mi ha portato a
chiedermi: è un vantaggio o un handicap?
Quando gli
uomini di Arsène Wenger scenderanno in campo per affrontare il Newcastle all’Emirates
Stadium lunedì prossimo, l’Everton starà già riposando dopo la trasferta al St.
Mary’s Stadium di sabato a pranzo – quindi la pressione sarà tutta sulle spalle
dei nostri ragazzi.
Non so come
Mauricio Pochettino e i suoi affronteranno la sfida, avendo già raggiunto la
salvezza e non potendo ambire all’Europa, ma di certo non vedo l’Everton
lasciare punti nel Sud-Ovest e credo che la differenza di motivazione farà
tutta la differenza nella sfida.
Diverso invece
il discorso per quanto riguarda il turno successivo, quando Roberto Martinez e
i suoi ospiteranno un Manchester City alla disperata rincorsa del Liverpool
capolista e noi scenderemo in campo il giorno dopo contro il West Bromwich
Albion all’Emirates Stadium.
In quel caso
entrambe le squadra avranno qualcosa per cui lottare dal primo all’ultimo
minuto, entrambe non potranno permettersi passi falsi di alcun genere e quindi
la pressione sarà enorme sia per l’Everton che per il Manchester City, con la
sottile differenza che questi ultimi hanno giocatori già abituati a certi
scenari mentre i primi potranno contare solo sull’entusiasmo e su una
condizione fisica impressionante – una differenza che potrebbe pesare.
Una vittoria
della squadra ospite seguita da una nostra il giorno dopo e sarà quarto posto;
un pareggio a Goodison Park e una nostra vittoria contro il West Brom e ci
basterà un punto a Carrow Road; una vittoria dell’Everton e tre punti per noi e
la classifica sarebbe cortissima – generando un finale da brividi.
Senza escluere
sorprese di qualsiasi genere, il penultimo turno di campionato assomiglia tanto
ad un match-ball per i nostri cari Gunners e sarà fondamentale non sbagliarlo
per evitare di affrontare l’ennesimo calvario all’ultima di campionato – come successo
durante le ultime due stagioni.
Non vorrei
dover andare a Carrow Road con l’acqua alla gola – anche se esistono ottime
possibilità che il Norwich sia già retrocesso da qui a quel giorno dato che i
Canaries affronteranno Manchester United e Chelsea prima della nostra visita – non
fosse altro che per una legge dei grandi numeri, quindi conto sull’esperienza
di Arsène Wenger e i suoi uomini per gestire la pressione derivante dal
conoscere già il risultato dell’avversario diretto al momento di scendere in
campo, che sia positivo o negativo.
Con Aaron
Ramsey e Mesut Özil di nuovo in squadra, Olivier Giroud più brillante e una
difesa di nuovo solida con il rientro di Laurent Koscielny, tre vittorie sono
possibili da qui alla fine.
Tuttavia,
fossi in Arsène Wenger, affiggerei negli spogliatoi le parole di un grande
saggio – che un giorno disse:
“Be careful of the cat. Don't say you have the cat in the
sack when you don't have the cat in the sack.”
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