
La favola di
Arsène Wenger che non avrebbe voluto Danny Welbeck continua.
Complici
alcune dichiarazioni dell’alsaziano, non si placano le teorie del complotto
secondo le quali il trasferimento dell’attaccante inglese dal Manchester United
all’Arsenal si è svolto alle spalle dello stesso Arsène Wenger.
Nella
tradizionale conferenza stampa pre-partita di questa mattina, le domande
relative a come l’Arsenal affronterà il Manchester City si sono contate sulle
dita di una mano, mentre infinite sono state quelle orientate verso l’arrivo di
Danny Welbeck.
È stata una dichiarazione
nello specifico a convincere ulteriorment i complottisti, la seguente:
“If I had not travelled that day, Welbeck would not be
here. I'll explain that a bit later but the coincidence made that because I was
on my way. If I had stayed at home, Welbeck would not be here today. That's the
truth.”
“We are in 2014 and you can always be in touch with
everybody even when you travel. The advantage of that day was I had to get up
at six o'clock in the morning and I was available the whole day.”
Tradotto in italiano,
la dichiarazione dice che il trasferimento non si sarebbe fatto se Arsène
Wenger quel giorno non fosse stato in viaggio verso Roma (dove ha partecipato
alla Partita per la Pace indetta da Papa Francesco).
Inoltre il
manager dice che una coincidenza ha fatto in modo che l’affare andasse in porto
e che il fatto di doversi alzare alle sei del mattino ha giocato un ruolo molto
importante nell’intera trattativa.
Se ad un primo
impatto può sembrare che Arsène Wenger confermi la teoria secondo la quale la
sua assenza a Londra abbai permesso a Ivan Gazidis e Stan Kroenke di operare in
tutta autonomia, forzando la mano al manager una volta trovato l’accordo,
preferirei andare oltre le apparenze.
Personalmente,
non credo a questa versione (e l’ho spiegato su www.gunnerstown.com, per chi fosse
interessato) ma penso piuttosto che la coincidenza di cui parla Arsène Wenger
sia direttamente legata al fatto di doversi svegliare presto e sia nello
specifico la possibilità che l’alsaziano sia stato messo al corrente della
disponibilità di Danny Welbeck molto in anticipo rispetto a qualsiasi rivale (e
rispetto a noi e alla stampa). Se fosse stato a Londra, avrebbe probabilmente
perso questo vantaggio e Danny Welbeck sarebbe potuto finire – che so – al Tottenham.
Le sue
dichiarazioni successive, non riportate con la stessa enfasi, raccontano poi di
un Arsène Wenger pienamente implicato nel trasferimento e d’accordo al 100% con
il direttivo.
“It was quick because it was the last day of the transfer window but I had no hesitation to do it.”
Non ho mai
creduto alla dietrologia, forse sarò troppo ingenuo.
Vorrei che non
avessimo le nostre personalissime scie chimiche o microchip vari, preferisco
lasciare certi discorsi ad altri.
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