Vi do una
notizia in anteprima mondiale: siamo a corto di difensori.
Ebbene sì, la
coperta dietro è corta!
Prima che me
lo facciate notare voi, confermo di essere stato tra coloro i quali non
considerano la povertà numerica del contingente difensivo un grosso problema –
e resto della mia opinione.
Vedere Nacho
Monreal fare lo stopper non è piacevole, lo ammetto, però non mi pare la fine
del mondo se da qui al 1° Gennaio 2015 lo spagnolo dovrà giocare qualche altra
partita da centrale o se Hector Bellerìn farà qualche altra presenza come
terzino destro.
Non è un
singolo elemento a determinare le sorti di una squadra, quindi una sconfitta
non dipenderà certo dalla prestazione dell’uno o dell’altro.
A patto,
dettaglio non da poco, che il 1° Gennaio Arsène Wenger aggiunga un difensore
centrale alla rosa attuale.
E qui – come insegna
il proverbio – casca l’asino: Arsène Wenger acquisterà un altro difensore?
Tutti gli
indizi vanno verso la medesima direzione, quella positiva, però con l’alsaziano
non si è mai troppo cauti.
Neppure le
parole dello stesso manager durante l’ultima riunione dell’AGM, tenutasi
qualche giorno fa, mi rassicurano del tutto – eppure sono state molto chiare.
Rispondendo
alla precisa domanda di un partecipante, davanti a tifosi, stampa e dirigenza
il manager ha detto:
“In generale credo che sul
mercato ci siamo comportati in maniera davvero notevole. Sono d’accordo che
avremmo dovuto aggiungere un giocatore in più, però non lo abbiamo trovato.” –
Arsène Wenger, Ottobre 2014
Sono quelle
ultime cinque parole a preoccuparmi, non potete nemmeno immaginare quanto.
PERÒ.
NON.
LO.
ABBIAMO.
TROVATO.
Arsène Wenger
ha confermato davanti a tutti che tra lui stesso, gli osservatori e il
direttivo nessuno è stato in grado di trovare un giocatore adatto a fare da
riserva a Per Mertesacker e Laurent Koscielny.
Sono d’accordo
con la filosofia del manager, secondo la quale ogni acquisto dev’essere
orientato a migliorare il tasso qualitativo della squadra, però esiste una
grossa differenza tra il rifiuto del comprare tanto per comprare e lasciare una
squadra incompleta.
Mi chiedo
quindi quali siano i parametri presi in considerazione dal Club quando si
tratta di finalizzare un acquisto.
Vedendo come
si sono svolte le cose in passato e mettendo insieme le informazioni che
filtrano di volta in volta, le cose oggi funzionano più o meno così:
·
Uno degli
osservatori dell’Arsenal segnala un giocatore interessante al Club.
·
Lo
stesso compila un numero di schede e le trasmette al responsabile degli
osservatori, Steve Rowley.
·
Se il
giocatore è davvero interessante, Steve Rowley segue personalmente svariate
prestazioni dello stesso.
·
Se l’esito
dello studio è soddisfacente, Steve Rowley trasmette ad Arsène Wenger tutte le
informazioni.
·
Arsène
Wenger studia a fondo le schede del giocatore e decide se intavolare una
trattativa oppure no.
·
Arsène
Wenger stabilisce la cifra massima che è disposto a pagare, lui e Dick Law
trattano con il Club d’appartenenza.
·
Se l’offerta
è accettata, Arsène Wenger incontra il giocatore e decide se offrire un
contratto.
·
Arsène
Wenger e Dick Law trattano con l’agente del giocatore, l’alsaziano decide i
termini dell’offerta.
Già Arsène
Wenger ha il palato difficilissimo quando si tratta di valutare i giocatori, se
in più aggiungiamo tutti i passaggi elencati qui sopra e teniamo a mente che l’alsaziano
è molto rigido quando si tratta di elaborare un budget per l’acquisto e l’ingaggio
del calciatore, ovvio che la possibilità che l’affare salti sia tutt’altro che
remota.
Potrà sembrare
strano, però per quanto mi riguarda il problema non è questo iter infinito.
O meglio, il
problema non è questo se si tratta di acquistare un giocatore la cui
valutazione è molto alta e il cui stipendio rischia di creare squilibrio all’interno
della squadra.
Sono contento
che Arsène Wenger sia così cauto quando si tratta di comprare giocatori come
Mesut Özil o Alexis Sanchez – sono invece incredulo e preoccupato se lo stesso
iter viene applicato quando si tratta d’integrare un cosiddetto comprimario alla rosa.
Se il
procedimento elencato qui sopra viene applicato anche per trovare un quarto
difensore centrale, ovvio che sia difficile trovarne uno.
Quando si
vuole un giocatore di qualità, a prezzo contenuto e con poche preteste a
livello salariale, il ventaglio delle scelte diventa molto ristretto.
Purtroppo si
deve accettare l’idea che un Club di seconda fascia chieda qualche milione in
più per lasciare andare uno dei propri giocatori migliori, come non si deve
essere sorpresi se il giocatore in questione chiede uno stipendio due o tre
volte superiore a quello percepito nel Club d’appartenenza.
Per un Club
della statura dell’Arsenal, pagare un sovrapprezzo non dovrebbe essere un
problema insormontabile.
È ingiusto,
ovviamente, però non dev’essere un ostacolo insuperabile.
Nessuno sta
chiedendo ad Arsène Wenger pagare cifre demenziali per un giocatore nomale (come fanno Manchester City e
Chelsea), però sarebbe ora di trovare un compromesso che possa permettere alla
squadra di essere completa in ogni reparto.
Se vogliamo
solo giocatori di qualità, dovremo ahimé spendere tanti soldi.
Se vogliamo
giocatori con valutazioni ragionevoli, dovremo chiudere un occhio sulla qualità.
In questo
senso, il caso più eclatante è quello di Gary Cahill, per il quale Arsène
Wenger ha rifiutato di stanziare più di otto milioni di sterline quando il
giocatore stava lasciando il Bolton.
Vero che il
contratto era in scadenza e il Bolton navigava in pessime acque, quindi la
cifra offerta sembrava corretta, però il non aver voluto alzare l’offerta di pochi
milioni ha finito col consegnare il giocatore al Chelsea – che in fin dei conti
si è ritrovato in casa un centrale di livello con una spesa tutto sommato
modica.
Non voglio
dilungarmi troppo ma vorrei condividere con voi la preoccupazione che questa
situazione sta generando: tutti nel Club sapevano che Thomas Vermaelen non
sarebbe rimasto all’Arsenal, possibile che non sia stato possibile mettere in
campo le risorse – umane ed economiche – utili a trovare un sostituto adeguato?
Ogni volta che
una sessione di mercato si apre, ho la sensazione che il Club faccia una fatica
enorme a muoversi su più fronti, intavolare più trattativa contemporaneamente e
lavorare su più affari, anche diametralmente opposti tra loro.
Inspiegambimente,
possiamo aprire e chiudere una trattativa in un lampo (come successo con Calum
Chambers) oppure impantanarci in lunghe discussioni che non portano poi a nulla
– facendoci trovare impreparati se l’affare non si concretizza.
L’estate
scorsa ci siamo fatti fregare da José Mourinho con la trattativa – poi fallita –
per Demba Ba e ci siamo trovati a giocare tutta una stagione con il solo
Olivier Giroud e l’acerbo Yaya Sanogo, con i risultati che tutti abbiamo visto.
La pessima
notizia è che non sembriamo imparare dai nostri errori.
Se è colpa
della nostra rete di osservatori, colpa dell’instransigenza del manager nello
scegliere i rinforzi o colpa di una gestione economica molto rigida poco
importa, urge trovare una soluzione per ristrutturare e migliorare il nostro modo
di agire sul mercato.
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