
È vero che si
tratta solo del Galatasaray, è vero che siamo alle prime battute della fase a
gironi della Champions League ed è vero che domenica sarà tutta un’altra
storia, però lasciatemi godere ancora qualche giorno la bella vittoria di ieri
sera.
Era qualche
mese che non si vedeva una fase offensiva così scintillante e azioni così
veloci e penetranti, quindi se permettete me la godo ancora un po’.
La partita di
ieri ci ha mostrato quel che potrebbe diventare l’Arsenal con Alexis Sanchez,
Theo Walcott e Danny Welbeck supportati da Mesut Özil – ovvero una squadra che
piò far paura a chiunque.
Potrà sembrare
una tattica suicida, potrà portare a correr qualche rischio in più in fase
difensiva ma quello è il prezzo da pagare per avere una delle linee d’attacco
più impressionanti del campionato.
Non saranno
nomi altisonanti come quelli del Manchester United o del Manchester City, però
gli attaccanti dell’Arsenal sono perfettamente intercambiabili e sono in grado
di cambiare posizione continuamente, rendendo la vita molto difficile ai
difensori avversari.
Come detto,
domenica sarà un’altra storia perché Mourinho probabilmente ha già elaborato il
piano perfetto per approfittare di ogni nostro minimo punto debole (e ce ne
sono ancora tanti!) ma penso che l’attuale sistema possa regalarci enormi
soddisfazioni quest’anno.
Sarà fondamentale
saper tenere il pallone anche quando siamo sotto pressione – l’aspetto che ci
ha condannato a Stamford Bridge l’anno scorso – per evitare di subire
contropiede letali, però se saremo capaci di non perdere palla in modo ingenuo
potremmo abbattere qualsiasi difesa con la potenza, la velocità e la tecnica
dei nostri attaccanti.
Torniamo però
alla partita di ieri sera.
Per assurdo,
non c’è molto da dire se non che Felipe Melo è ancora lo stesso decerebrato di
sempre (come ha fatto Rocchi a non espellerlo?) e che quando giochiamo a ritmi
alti siamo devastanti.
Quando ci
dimentichiamo di dover per forza far circolare il pallone al ritmo di un
requiem e partiamo diretti verso la porta, in genere succede sempre qualcosa di
buono – come dimostrato ieri da Danny Welbeck e Alexis Sanchez.
Il primo –
quello che non sa segnare, dicevano – ha infilato la prima tripletta della sua
giovane carriera (solo Messi, Bale, Benzema, Rooney e Neymar sono riusciti a
fare tre gol in Champions prima dei 23 anni – più Nicklas Bendtner ma non
conta!) mentre il cileno ha dato spettacolo con un assist sublime, un gol da
centravanti consumato e tante giocate che hanno costretto gli avversari ad
usare le maniere forti – o illegali a volte.
Tra i tanti
giocatori che hanno sfornato una prestazione eccellente, in tre mi hanno
particolarmente colpio: Calum Chambers, Santi Cazorla e David Ospina.
Il primo gioca
come se avesse decine di partite di Champions League alle spalle, tradendo a
volte un’eccessiva sicurezza palla al piede anziché il timore di un debuttante;
il secondo da regista ha fatto girare la squadra da maestro e messo in piedi
combinazioni eccellenti con Mesut Özil – sfiorando nel finale un gol che
avrebbe ampiamente meritato; il terzo è entrato in seguito all’espulsione di
Wojciech Szczesny e ha sfornato tre buone parate e una ottima, respingendo un
colpo di testa a botta sicura di Yilmaz.
Una sola nota
negativa nella serata, la prestazione di Tomas Rosicky quando è entrato in
campo per sostituire Mesut Özil.
Non so cosa
stia succedendo al piccolo Mozart ma sembra svogliato, arrabbiato con il mondo
e scostante – ben lontano dagli standard di qualità e quantità cui ci ha
abituati nelle due passate stagioni.
Chissà, forse
è solo l’aria della primavera a risvegliarlo...
Come detto,
lasciatemi godere ancora un giorno della bella vittoria di ieri sera.
Poi saranno di nuovo angoscia, preoccupazione e terrore
che accompagnano ogni partita contro il Chelsea di Mourinho.
Per ora
preferisco non pensarci.
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