Il Daily Mail –
come sempre – ci è andato giù troppo forte e ha finito col finire fuori strada
(“Una volta era la sfida decisiva, oggi nessuna delle due riesce più ad
arrivare almeno quarta”, diceva il titolo), però è innegabile che oggi la
partita non abbia più la stessa portata che aveva a metà degli anni 2000.
Colpa della
costruzione di uno stadio nuovo e di alcuni interventi sul mercato sbagliati da
una parte, colpa di una transizione manageriale gestita malissimo dall’altra –
fatto sta che oggi l’Arsenal è sesto e il Manchester United è settimo.
Tuttavia non
credo che tutto ciò influirà più di tanto sulle ansie e le attese di noi
tifosi, anzi posso assicurarvi che a livello personale le sensazioni sono le
stesse.
Stesso stress
pre-partita, stesso accumulo di tensione col passare dei minuti e stessa apnea –
che ancora una volta durerà per tutti i novanta minuti, più recupero.
Per quanto le
due squadre siano in una situazione molto delicata; per quanto entrambe le
compagini cerchino ancora una fisionomia ben definita; per quanto Arsène Wenger
e Louis van Gaal stiano ancora aggiustando il proprio undici di partenza, da
una parte c’è l’Arsenal e dall’altra il Manchester United – ovvero i due Club
che hanno fatto la storia del calcio inglese degli ultimi vent’anni.
Non so bene
cosa aspettarmi nè dall’una, né dall’altra squadra ma credo che assisteremo ad
una partita in cui le difese non brilleranno, quindi la speranza è che i nostri
attaccanti siano più decisivi di quanto lo saranno quelli del Manchester
United.
Se la
situazione difensiva dell’Arsenal è preoccupante, quella del Manchester United
è perfino peggiore: tra le fila dei Gunners mancheranno ancora sia Laurent
Koscielny che Mathieu Débuchy, però dall’altra Louis van Gaal dovrà sperare
fino all’ultimo di recuperare almeno due tra Phil Jones, Jonny Evans, Luke Shaw
e Rafael – oppure ancora una volta saranno dei giovanissimi a scendere in campo
all’Emirates Stadium.
Non che la
prospettiva mi dispiaccia, se devo essere onesto.
La vera
questione in casa Arsenal è sapere come Arsène Wenger disegnerà il proprio
centrocampo e chi saranno i prescelti per guidare il nostro attacco: Mikel
Arteta è di nuovo a disposizione, Jack Wilshere scalpita per tornare tra i
titolari e Aaron Ramsey, pur in un periodo di forma non brillante, è pur sempre
il centrocampista più completo a disposizione del manager.
La musica è la
stessa anche per quando riguarda l’attacco: Olivier Giroud è regolarmente
selezionabile dopo l’infortunio, Danny Welbeck ha sempre garantito prestazioni
all’altezza e Alexis Sanchez – fuso orario permettendo – è intoccabile; senza
dimenticare ovviamente Alex Oxlade-Chamberlain, tra i migliori ultimamente, è
Theo Walcott, dichiarato indisponibile da Arsène Wenger ma regolarmente in
campo per l’ultimo allenamento prima della partita.
Dovessi tirare
ad indovinare, direi che vedremo Alexis Sanchez traslocare sulla sinistra,
Aaron Ramsey e Jack Wilshere prendere il centro del palcoscenico e Alex
Oxlade-Chamberlain continuare ad occupare la fascia destra – con Danny Welbeck
davanti.
Quel 4-1-4-1
che tanto ci fa disperare potrebbe tornare quindi d’attualità.
Chissà, forse
aumentare la presenza di uomini a centrocampo potrebbe aiutare a tagliare i
rifornimenti a Rooney e compagnia – e ridurre quindi a zero le possibilità che
il Manchester United combini qualcosa di buono in attacco.
Allo stesso
tempo, chiedere ad Alexis Sanchez di partire largo costringerebbe Valencia (o
Rafael) a riflettere bene prima di assecondare la manovra offensiva, oltre
ovviamente a mettere il cileno nelle condizioni ideali per duettare con Danny
Welbeck e i nostri centrocampisti – mai timidi quando si tratta di fiondarsi
nell’area avversaria.
Basterà tutto
questo per battere finalmente una rivale di rango?
Lo sapremo
domani in serata. Per ora posso solo immaginare quale sarà la formazione scelta
da Arsène Wenger.
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