
Sono stato punito per l’aver mirato troppo in alto, mi prendo la responsabilità della sconfitta di sabato contro lo Stoke City.
Ho osato
sperare di vedere, anche per una volta sola, l’approccio disumano dello Stoke
City venire spazzato via da un calcio educato e positivo.
Il risultato è
sotto gli occhi di tutti.
Primo gol
incassato dopo diciannove SECONDI, tra l’altro di una comicità tragica, ed ecco
che il pomeriggio ha preso quella piega che non vorremmo mai vedere: difesa
spaesata, centrocampo incapace di fare filtro e attaccanti che sprecano l’impossibile
– con il risultato di venire travolti.
Colpa di tutti
e colpa di nessuno, come in ciascuna delle prestazioni orribili vista negli
ultimi tre anni.
Qualcuno punta
il dito unicamente verso Arsène Wenger, però lasciare i giocatori fuori da
questo gioco al massacro mi sembra quantomeno generoso.
Che ci siano
stati errori da parte di Arsène Wenger nella preparazione della partita è
palese, però vedere giocatori d’esperienza come Per Mertesacker o Mathieu
Flamini farsi trovare impreparati davanti all’inizio intenso dello Stoke City è
quantomeno sospetto: davvero non si aspettavano di trovarsi di fronte una
squadra aggressiva e fisica?
Personalmente,
non credo che l’approccio mentale fosse sbagliato: il primo gol è figlio di un
liscio di Calum Chambers, non di un
errore di posizionamento o un contrasto mancato; la stessa cosa sarebbe potuta
succedere in qualsiasi momento e avrebbe portato alle stesse conseguenze.
Il secondo gol
invece mi ha preoccupato di più, per la semplice ragione che nessuno dei tre
giocatori implicati – ovvero Mathieu Flamini, Per Mertesacker e Aaron Ramsey – abbia
voluto prendersi la responsabilità di opporsi al pericolo appena avvistato.
Il gallese ha
seguito Bojan per un secondo, poi si è disinteressato all’azione; Per
Mertesacker è rimasto a metà strada, indeciso se contare sul recupero tardivo
di Kieran Gibbs su Walters o andare a chiudere, lasciando di fatto lo spazio a
Bojan per infilarsi in area; Mathieu Flamini invece ha commesso l’errore
decisivo, a mio modesto parere: ha seguito visivamente il movimento di Bojan ed
è stato il primo a rendersi conto del potenziale pericolo, lo ha tenuto d’occhio
per un po’ di tempo e poi si è sbracciato affinché Per Mertesacker si facesse
carico di controllare lo spagnolo – anziché seguire l’avversario in prima persona
e arginarne l’inserimento.
Prendersi una
responsabilità dovrebbe essere il primo compito di un giocatore come Mathieu
Flamini, che ama tanto riprendere i compagni e richiamarli a fare questo o
quello.
Con che
credibilità, adesso?
Arrivato il
terzo gol, anch’esso piuttosto rocambolesco e aiutato enormemente dalla scarsa
intesa di una linea difensiva inedita, la partita era già da archiviare.
Difficile
salvare qualcosa o qualcuno dalla batosta del Britannia Stadium, però alla fine
qualche segnale non troppo negativo l’ho trovato: non sarà servito a nulla e
non compensa la prestazione orribile del primo tempo, però la squadra ha almeno
reagito alle avversità e provato a raddrizzare la partita.
Ripeto, non
basta assolutamente per perdonare la colpevole assenza del primo tempo ma per
lo meno mostra che questi giocatori (e questo manager) un minimo di carattere
ce l’hanno.
Chissà che
senza la ridicola espulsione di Calum Chambers non potesse succedere l’imponderabile...
E qui veniamo
ad un tasto delicato, ovvero la prestazione dell’arbitro: dire che abbia preso
una serie di decisioni tanto imbarazzanti quanto la nostra difesa è tutt’altro
che insensato, anche senza voler essere un alibi per la squadra.
Calum Chambers
è stato espulso per aver commesso due falli, Crouch e Adam invece sono rimasti
regolarmente in campo nonostante un gioco fatto di gomitate e tentati
strangolamenti.
Se ad una
squadra come lo Stoke City viene concesso d’utilizzare maniere ancora più forti
di quelle già abitualmente in uso al Britannia Stadium, il risultato non può
che essere un incontro di WWE più che una partita di calcio.
O si
permettono le maniere forti a tutti, oppure a nessuno.
Non mancano
neppure le decisioni sbagliate che sono andate a nostro favore – come l’annullamento
del quarto gol dello Stoke City o il rigore concesso a Mathieu Flamini – quindi
sarebbe magari tempo per la Football Association di buttare un occhio alla
qualità dei propri arbitri.
Altro punto un
minimo positivo è stato il ritorno al gol di Aaron Ramsey e Santi Cazorla:
sappiamo tutti quanto entrambi fossero alla ricerca di una rete, speriamo che
entrambi si siano sbloccati nonostante la giornata pessima.
L’analisi
finisce qui, così come la voglia di pensare di nuovo alla partita di sabato.
Giriamo la
pagina, domani ci aspetta una trasferta a casa del Galatasaray senza alcuna
ansia e poi sabato si gioca contro il Newcastle di Pardew – squadra tra le più
in forma del momento e complice indispensabile nel regalarci la certezza che
gli Invincibles sono solo nostri.
Con tutti i
problemi e tutti gli imbarazzi che questa squadra sta mostrando, il terzo posto
disterà al massimo sei punti dopo la
sfida di stasera tra Southampton e Manchester United (quattro in caso di
pareggio, cinque se vincono i Red Devils e sei se invece vincono gli uomini di
Koeman).
La fine del
mondo non è ancora così vicina.
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