Wembley, 17
Maggio 2014.
Emirates
Stadium, 4 Gennaio 2015.
Sono passati
227 giorni da quel pomeriggio indimenticabile, per più ragioni: il primo è
ovviamente la vittoria dell’undicesima FA Cup della storia del Club; il secondo
è il ritorno ad un trionfo dopo nove lunghissimi anni di digiuno; il terzo, che
merita di essere a pieno titolo parte di questa lista, è il fatto che dopo otto
minuti eravamo sotto di due gol e abbiamo seriamente rischiato d’incassare
anche il terzo.
Domani come
quel giorno, il nostro avversario si chiama Hull City (Tigers rifiuto di
aggiungerlo).
La squadra che
ha vinto quel pomeriggio a Wembley, tuttavia, non sembra nemmeno lontana
parente di quella che seguiamo oggi; sulla carta, quella di quest’anno dovrebbe
essere una squadra esponenzialmente più forte di quella che ha trionfato a
Wembley, eppure eccoci reduci dall’ennesima sconfitta evitabile e con la testa
piena di dubbi.
L’Arsenal
della stagione scorsa era una squadra compatta, solida in difesa e coperta a
centrocampo; magari un po’ troppo prevedibile in attacco e priva di veri e
propri esterni d’attacco, però nel complesso molto equilibrata.
Quella di
quest’anno, soprattutto alla luce dell’arrivo di Alexis Sanchez e Danny
Welbeck, oltre al rientro di Theo Walcott, sarebbe dovuta essere una squadra a
trazione decisamente anteriore e avrebbe dovuto fare faville in contropiede,
dove il piede esperto di Mesut Özil avrebbe avuto, nei giocatori appena citati,
i ricevitori ideali di ogni passaggio in verticale.
Non è stato
così finora, perché rispetto alla stagione scorsa una cosa proprio non è
cambiata: l’infermeria è ancora al completo.
Ancora fuori
Mesut Özil, Aaron Ramsey, Jack Wilshere, Mikel Arteta e Abou Diaby, gli ultimi
ad aggiungersi all’elenco sono stati Mathieu Flamini, Yaya Sanogo e Danny
Welbeck – ai quali faranno compagnia in tribuna lo squalificato Olivier Giroud
e il desaparecido Serge Gnabry.
Senza contare
ovviamente Lukas Podolski, appena sbarcato a Milano per giocare il resto della
stagione nell’Inter di Mancini.
In queste
condizioni, affrontare il sempre imprevedibile Hull City diventa più difficile
di quanto dovrebbe essere ragionevolmente essere.
Impossibile
applicare il benché minimo turnover, ovviamente.
Ad eccezione
di David Ospina, Joel Campbell e Theo Walcott, il resto della formazione
titolare non dovrebbe differire molto da quella che ha incassato una pesante
sconfitta a casa del Southampton.
In difesa
potremmo vedere qualche cambiamento nel caso in cui Nacho Monreal dovesse
ritrovare una maglia da titolare – al posto di Kieran Gibbs oppure di Laurent
Koscielny – e Hector Bellerin venisse schierato titolare al posto di Mathieu
Débuchy, mentre a centrocampo non sarà possibile effettuare nessun cambiamento:
Francis Coquelin farà ancora coppia con Calum Chambers, l’assenza di
alternative obbligherà Arsène Wenger a questa scelta.
A completare
la linea mediana dovrebbe essere Tomas Rosicky, con Santi Cazorla in panchina a
riprendere fiato dopo la lunga serie di partite consecutive giocate nell’ultimo
periodo.
Discorso
leggermente diverso davanti, dove sia Joel Campbell che Theo Walcott – come visto
– partiranno titolari; Alex Oxlade- Chamberlain beneficierà di un turno di
riposo, anche per curare il problema al polpaccio, mentre Alexis Sanchez
potrebbe giocare ancora dal primo minuto – magari solo per un’ora – prima di
lasciare spazio a Chuba Akpom.
Visto il
sorteggio complicato, impossibile aspettarsi di vedere in campo molti ragazzi –
per lo meno non dal primo minuto: Glen Kamara, Geodion Zelalem (appena divenuto
cittadino statunitense), Ainsley Maitland-Niles e Dan Crowley si sono tutti
allenati con la prima squadra, assieme a Chuba Akpom almeno altri tre di loro
faranno parte dei diciotto ufficialmente convocati per la sfida di domani
pomeriggio.
Per quanto
riguarda l’avversario di domani, basta ricordare quanto successo in occasione della
sfida di Premier League dell’Ottobre scorso – quando un gol di Danny Welbeck al
novantesimo ci ha evitato una brutta sconfitta casalinga.
In quell’occasione,
come in tante altre successivamente, due errori difensivi hanno reso la partita
estremamente complicata per noi – quindi sarebbe bello, per una volta,
ritrovare la solidità e la compattezza della scorsa stagione.
Più di
qualsiasi altra cosa, vorrei vedere una squadra con un vero equilibrio in
campo, una vera armonia tra fase difensiva e fase offensiva, non una compagine
sconnessa e incapace di mantenere le giuste distanze tra i reparti.
L’ultima volta
che la squadra di Bruce è arrivata all’Emirates, gli spazi tra difesa e
centrocampo hanno reso ogni pallone perso una potenziale occasione da gol per
gli ospiti; se lo spartito sarà ancora quello, le possibilità di difendere il
trofeo rischiano di avvicinarsi pericolosamente allo zero.
Questi gli
undici titolari che Arsène Wenger potrebbe mandare in campo contro la squadra
di Bruce domani pomeriggio (ore 18:30 in
Italia)
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