Calma, matura
e determinata – così vorrebbe la propria squadra Arsène Wenger, domenica
pomeriggio nella parte azzurra di Manchester.
Non basterà
per portare a casa un risultato positivo dall’Etihad Stadium, però sarebbe un’ottima
base per evitare una nuova débacle
dopo il 3-6 della stagione scorsa.
Piacerebbe
anche a me, devo essere onesto.
Vorrei vedere
quella famosa maturità invocata da più parti, quella tranquillità che solo la
consapevolezza dei propri mezzi riesce a sbloccare in un calciatore e in una
squadra.
I nostri
giocatori hanno – almeno sulla carta – le qualità tecniche, l’esperienza e la
prestanza fisica per sfidare il Manchester City da pari a pari, eppure sappiamo
tutti molto bene che esiste un favorito per la partita di domenica – e non è l’Arsenal.
Nonostante il
Manchester City non stia passando un momento eccezionale, come testimoniano il
pareggio interno contro il Burnley, la vittoria molto sofferta contro il
Sunderland e il pareggio concesso all’Everton (intermezzati dalla complicata
vittoria in FA Cup contro il modesto Sheffield Wednesday), gli uomini di Pellegrini
sono imbattuti da dodici turni e hanno saputo recuperare un distacco di otto punti dal Chelsea capolista – prima di scivolare di nuovo a meno due dai Blues
a causa del pareggio di Goodison Park.
Naturale
quindi che siano loro a fare la parte dei favoriti.
Tuttavia,
qualche però esiste: Sergio Aguero non è al meglio della forma (anche se
partirà titolare), Edin Dzeko sarà in forse fino all’ultimo, Samir Nasri è
fuori combattimento e sia Yaya Touré che il nuovo acquisto Wilfried Bony sono
impegnati in Coppa d’Africa – quindi qualche problema di effettivo tra i
Citizens c’è.
Niente di
comparabile alla situazione in casa nostra, ovviamente, ma di certo il manager
cileno ha più di un pensiero per la testa.
A proposito di
cileni, molte delle nostre possibilità di fare bella figura a casa del Manchester
City passano dai piedi di Alexis Sanchez; non tutte, perché sarebbe avvilente
per una squadra che dispone di Mesut Özil, Santi Cazorla, Olivier Giroud, Theo
Walcott, Alex Oxlade-Chamberlain e Aaron Ramsey, però l’ex giocatore di
Barcellona e Udinese è l’uomo in grado di spezzare l’equilibrio di una partita.
A patto di
saper mantenere quell’equilibrio abbastanza a lungo, ça va sans dire!
Ancora una
volta, l’approccio sarà importantissimo per l’esito della partita ed ecco che
ritorniamo quindi alla conferenza stampa di Arsène Wenger: ci vorranno calma,
intensità e maturità per sperare di combinare qualcosa di buono.
Molte le
assenze che si registrano tra le nostre fila, quasi tutte di lunga durata:
Mathieu Débuchy starà fuori tre mesi, Mikel Arteta altrettanto (oppure solo sei
settimane, non è ancora chiaro) mentre Jack Wilshere non sarà pronto prima di
fine Febbraio; fuori anche Danny Welbeck, che salterà le sfide contro City e
Sunderland, mentre Kieran Gibbs è in dubbio.
Per restare in
argomento di dubbi, Arsène Wenger deve ancora decidere chi schierare in porta
tra David Ospina e Wojciech Szczesny, con il primo che dovrebbe mantenere la
sua maglia da titolare; ballottaggio anche in difesa, dove per il ruolo di
terzino destro restano in lizza Hector Bellerín e Calum Chambers: dovrebbe
spuntarla il secondo, sempre che abbia potuto allenarsi con regolarità; a
centrocampo saranno invece in sei a giocarsi tre maglie: Francis Coquelin,
Mathieu Flamini, Tomas Rosicky e Aaron Ramsey per i due posti davanti alla
difesa, Mesut Özil e Santi Cazorla per quello di regista avanzato: chi saranno
i prescelti?
Personalmente,
credo che il nostro centrocampo sarà piuttosto guardingo, quindi penso che
Francis Coquelin e Mathieu Flamini formeranno una cerniera che si spera sia
solida, con Santi Cazorla a fare da tramite tra centrocampo e attacco.
Aaron Ramsey e
Mesut Özil saranno i jolly da giocare a partita in corso, alla pari di Theo
Walcott per l’attacco.
Questi gli
undici che domenica pomeriggio alle 17 (ora italiana) dovrebbero scendere in
campo all’Etihad Stadium:
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