
Il risultato
potrà anche dire che sono soltanto due i gol che ieri hanno separato l’Arsenal
e il Middlesbrough, la realtà però è che c’è stato un abisso tra le due
squadre.
Certo, stiamo
parlando di una compagine di Championship che sbarca all’Emirates Stadium, però
quella stessa squadra aveva costretto il Liverpool ai rigori in Capital One Cup
e soprattutto sconfitto il Manchester City ai loro rispettivi domicili – oltre
ad essere imbattuta da dieci partite – quindi l’esito del confronto era tutt’altro
che scontato.
L’autorità e l’efficacia
con la quale gli uomini di Arsène Wenger hanno piegato qualsiasi resistenza del
Middlesbrough sono state impressionanti, soprattutto durante un primo tempo
dominato in tutto e per tutto dai nostri; oltre ai due gol di Olivier Giroud –
entrambi di ottima fattura – il referto avrebbe potuto (dovuto?) registrare
almeno altre due marcature al termine della prima frazione, non arrivate per
imprecisione nell’ultimo passaggio o grandi riflessi del portiere avversario.
Difficile
trovare anche solo un neo alla prestazione dell’insieme dei giocatori scesi in
campo ieri pomeriggio, sia per quanto riguarda la fase offensiva, sia per
quella difensiva; il debuttante Gabriel si è mostrato sicuro e calmo al centro
della difesa, i due terzini hanno offerto prestazioni che valgono
tranquillamente una maglia da titolare in Premier League o Champions League e a
centrocampo Mathieu Flamini è stato ordinato e preciso, avventurandosi addirittura
nei pressi dell’area di rigore avversaria.
La vera
differenza – com’è giusto che sia – l’hanno fatta la qualità tecnica e l’intelligenza
di Santi Cazorla e Mesut Özil, entrambi inarrestabili: il primo, da posizione
più arretrata, ha spesso cercato il dialogo con il secondo, sempre abile nello
smarcarsi e ricevere il pallone in posizioni pericolose.
Impossibile
per i volenterosi centrocampisti avversari arginare le nostre avanzate corali,
sia che optassimo per una sovrapposizione sull’esterno, sia decidessimo di
passare per vie centrali.
Il primo gol,
durante la cui costruzione TUTTI i nostri giocatori hanno toccato palla almeno
una volta, è stato un esempio illuminante di come far valere la propria
superiorità tecnica: il pallone è passato da destra a sinistra, poi verso il
centro e di nuovo a sinistra, in quel corridoio che i movimenti intelligenti
dei nostri attaccanti hanno creato; l’iserimento di Kieran Gibbs e il tap-in
facile di Olivier Giroud hanno suggellato un’azione da manuale, durante la
quale i poveri avversari non hanno capito granchè.
Il secondo,
anch’esso da manuale seppure per altre ragioni, ha di fatto chiuso la contesa.
Due a zero
dopo poco più di mezz’ora, qualificazione archiviata con brio.
Nel secondo
tempo abbiamo avuto altre occasioni per rendere il risultato più ampio con Theo
Walcott, Mesut Özil e soprattutto Alexis Sanchez – sul cui colpo di testa il
portiere avversario ha fatto un miracolo – e poi abbiamo controllato il finale
senza troppi patemi, concedendo all’avversario una sola occasione da gol,
quando lo spagnolo Kike ha colpito di testa in area, indirizzando però il
pallone sul palo.
Wojciech
Szczesny ha fatto lo spettatore, sporcandosi i guanti in una sola occasione –
senza tra l’altro dover impegnarsi più di tanto.
Stasera alle
20:30 ora italiana ci sarà il sorteggio dei Quarti di Finale, da giocarsi il
secondo weekend di Marzo: con sole quattro compagini di Premier League ancora
in gioco (ammesso che lo United vinca contro il Preston North End), è ovvio che
l’ottimismo circa le possibilità di difesa del trofeo vinto lo scorso Maggio
aumentino, tuttavia la strada è ancora lunga.
Prima di
qualsiasi pronostico o qualsiasi ipotesi, comunque, c’è il prossimo impegno – che si chiama
Crystal Palace a Selhurst Park.
Pensiamo a
quello e a null’altro.
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