
Seconda
trasferta della stagione, seconda vittoria – a conferma che l’assetto trovato
da Arsène Wenger per le partite fuori casa è mandato a memoria.
L’assenza dell’ultimo
minuto di Mesut Özil ha scombussolato un po’ i piani del manager, però in linea
di massima la formazione era quella prevista alla vigilia – con la lieta
sorpresa del ritorno di Laurent Koscielny.
Non abbiamo
prodotto un calcio brillante, non abbiamo segnato i gol che avremmo dovuto (e
non abbiamo avuto il rigore che avremmo meritato...) ma almeno abbiamo portato
a casa tre punti fondamentali e non abbiamo perso nessun giocatore, a dispetto
dei continui interventi ben al di sopra delle righe del Newcastle.
Se l’imprecisione
sotto porta di Theo Walcott non ha alleviato per niente le nostre
preoccupazioni in materia di attaccanti, le notizie positive arrivate dal St.
James’ Park ci sono, e non sono poche: la coppia centrale formata da Gabriel e
Laurent Koscielny si è dimostrata solida e molto promettente, perché permette
alla squadra di giocare molto più alta e pressare l’avversario in zone molto
più pericolose; se le qualità del francese sono ormai note, il brasiliano
conferma di avere l’atteggiamento giusto per brillare in Premier League: duro
nei contrasti, forte sui palloni alti e pragmatico palla al piede, mai alla
ricerca dell’uscita elegante o del passaggio azzardato.
Francis
Coquelin ha dimostrato ancora una volta di essere uno dei migliori nel proprio
ruolo, sorprendendo per maturità quando i giocatori del Newcastle hanno
iniziato a prenderlo di mira con entrate assassine: mai una reazione scomposta e nessun appiglio offerto all’arbitro per ristabilire la parità numerica, in
seguito all’espuslione di Mitrović.
Hector
Bellerín e Nacho Monreal sono stati impeccabili, tanto in difesa quanto in
attacco, dimostrando di saper aiutare la squadra senza offrire il fianco all’avversario.
Manca il gol,
tremendamente; quasi sessanta tiri in porta in quattro partite e appena tre gol
segnati, due dei quali arrivati con la deviazione di un difensore.
Il lato
positivo è che non può durare per sempre, impossibile che i nostri abbiano
dimenticato come fare gol.
Le parole dei protagonisti
Intervistato a
fine partita, Arsène Wenger si è concentrato principalmente su due aspetti
della vittoria, l’intelligenza e la pazienza:
“Abbiamo mostrato qualità
interessanti [...] Ho avuto l’impressione che fossimo molto bravi in fase
difensiva e in generale sono molto contento di ciò che abbiamo fatto. Abbiamo
recuperato il pallone senza doverci lanciare in troppi contrasti. Ciò è sempre segno
d’intelligenza e ne sono molto contento”
Continuando,
il manager ha poi confermato l’importanza del risultato e quanto l’espulsione
di Mitrović abbia cambiato le sue strategie:
“Era importante vincere.
Sappiamo che possiamo cambiare le cose in casa quindi era importante non
perdere punti oggi e non restare troppo lontani dalla vetta. Era importante
anche a livello mentale perché in casa abbiamo lasciato punti preziosi. Abbiamo
avuto due trasferte completamente diverse contro Crystal Palace e Newcastle e
siamo tornati con sei punti. É davvero un’ottima cosa [...] Mi aspettavo
maggiori spazi per Theo Walcott, i primi 15 minuti sembravano promettere bene ma
poi la situazione si è complicata. Non c’era spazio dietro la linea difensiva e
non era facile far passare il pallone, loro hanno difeso molto bene ”
A fare eco al
manager è accorso Theo Walcott, reduce da una prestazione in chiaroscuro –
soprattutto per l’imprecisione sotto porta:
“Mi diverto a giocare in
qualsiasi posizione, in attacco. Oggi il manager mi ha dato un’opportunità e
sono deluso di non averlo potuto aiutare segnando quei gol, ma sono sicuro che
arriveranno. É stato difficile una volta che si sono trovati in inferiorità
numerica ma devi essere capace di adattarti [...] io voglio solo giocare per
questa squadra perché credo che possa andare molto lontano quest’anno. ”
L’ottimismo fa
piacere, sempre, però questa squadra zoppica ancora vistosamente e cerca i
movimenti giusti per sbloccarsi; forse è davvero una mera questione di tempo e
condizione, o forse manca un tassello per completare il puzzle, però è vero che
i gol torneranno – soprattutto all’Emirates Stadium.
Il confronto
tra i gol realzzati e i tiri in porta nelle prime quattro partite è al limite
della credibilità e non può durare, a maggior ragione quando in squadra ci sono
Santi Cazorla, Mesut Özil, Aaron Ramsey, Alex Oxlade-Chamberlain, Theo Walcott
e Olivier Giroud.
Non so se
Arsène Wenger ha in mente qualcosa per le ultime 48 ore di mercato, però non
saranno le prime quattro partite della stagione a fargli cambiare idea.
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