
Quale risposta
migliore alla favola Leicester City che un’altra favola?
Il gol all’ultimo
secondo di Danny Welbeck, al rientro dopo dieci mesi di
assenza, non poteva arrivare in un momento migliore: il fallo completamente
inutile e inopportuno di Wasilewski su Nacho
Monreal è stato punito dalla rete
che è valsa vittoria e riavvicinamento al Leicester di Ranieri, ieri apparso
molto meno fiabesco di quanto vogliano farci credere i giornali di tutta
Europa.
Il rigore
scientificamente cercato da Vardy a fine primo tempo, il tuffo in area di
Mahrez in apertura di ripresa e le entrate pericolose di Kanté su Mesut Özil e soprattutto Drinkwater su Aaron Ramsey hanno
mostrato un Leicester molto lontano dall’universo di Esopo e dei fratelli
Grimm: le volpi picchiano duro e ricorrono a qualsiasi mezzo per arrivare al
risultato – altro che favole!
L’espulsione
di Simpson ha certamente favorito la nostra rimonta – però il fallo di mano di
Kanté ad inizio partita, chiaramente volontario, avrebbe dovuto offrirci la
migliore delle occasioni per passare in vantaggio e, a quel punto, chissà che
partita ne sarebbe venuta fuori.
Più dell’arbitro
– pessimo, davvero – ad essere stati decisivi sono stati i manager, nel bene
come nel male: il cambio voluto da Ranieri, che ha tolto Mahrez per inserire
Wasilewski, ha privato il suo Leicester di un’arma pericolosissima in
contropiede e permesso ad Arsène Wenger di mettere in campo una sorta di
4-1-1-4 che nemmeno Oronzo Canà avrebbe osato – visto che Vardy è stato
abbandonato in attacco a rincorrere palloni impossibili.
Con Alexis Sanchez, Theo Walcott, Olivier Giroud e Danny Welbeck contemporaneamente sul terreno di gioco, aiutati da Mesut Özil e Aaron Ramsey a centrocampo, la pressione
sulla difesa del Leicester ha cominciato a crescere col passare dei minuti –
fino all’apoteosi finale.
La vetta è a
meno due, la prima missione è compiuta.
Adesso spazio
alla FA Cup e alla Champions League, poi si tornerà a parlare di Premier
League.
Le
parole dei protagonisti
Arsène Wenger
si è presentato in sala stampa visibilmente contento ed è facile intuire
perchè: ottimo risultato, buona prestazione e – ciliegina sulla torta – il gol
del redivivo Danny Welbeck, alla prima apparizione da
Aprile dell’anno scorso. Il manager alsaziano ha risposto alle domande dei
cronisti, incentrate ovviamente sul marcatore di giornata e sulle possibilità
di vittoria dei Gunners:
“Sono contento, perchè la partita è stata molto intensa. Abbiamo messo
energia dal primo all’ultimo minuto. È stata una prova difficile per noi, a
livello mentale, perchè ci siamo ritrovati sotto di un gol all’intervallo,
contro una squadra che difende benissimo, e abbiamo dovuto continuare a
crederci. Siamo tornati in campo nella ripresa con un’energia infinita; abbiamo
preso dei rischi per vincere, sapevamo che un pareggio non sarebbe stato
sufficiente. Siamo stati ripagati per il grande sforzo mentale e fisico affrontato
per arrivare alla vittoria.”
“Una sconfitta sarebbe stata pesante, si. Dopo la sconfitta arrivano i
pensieri negativi, la fiducia scende e sarebbe stato tutto molto più difficile.
Non avremmo mollato neppure a meno otto, però otto punti sono tre partite da
recuperare. Avremmo dovuto vincerne tre e loro perderne altrettante.”
“Questa vittoria ci farà molto bene e aumenterà la nostra fiducia. Abbiamo
passato un momento complicato con il 3-3 a Liverpool, lo 0-0 con lo Stoke, la
sconfitta con il Chelsea e il pareggio 0-0 contro il Southampton in casa.
Adesso abbiamo vinto due partite di fila e ci ritroviamo di nuovo in corsa, il
che ovviamente aumenta la convinzione in squadra”
Spazio poi
alle domande sull’eroe di giornata, Danny
Welbeck:
“Ho deciso di inserire Danny Welbeck nella lista dei convocati solo sabato.
Inizialmente avevo deciso di lasciargli un’altra settimana di allenamenti, poi
le ultime due sedute sono state molto convincenti e ho deciso di includerlo tra
i convocati. È stata una grande scelta perchè Danny Welbeck è un grande
giocatore [...] Siamo tutti molto contenti per lui perchè è rimasto fuori per
dieci mesi, che è un’eternità per un giocatore. Abbiamo tutti lavorato molto
duro, i nostri medici, i nostri preparatori, per riportarlo in piena forma. Non
dimentichiamo che non ha giocato un solo minuto con noi, ha solo disputato 45
minuti con la U21”
Un commento
sull’arbitraggio e sulle difficoltà incontrate dopo essere passati in
svantaggio:
“Come ho detto, siamo stati sfortunati a finire sotto di un gol all’intervallo,
perchè credo ci fosse un fallo su Mesut Özil al limite dell’area e ho pensato
fosse un’ottima opportunità per noi di segnare prima dell’intervallo. Poi un
minuto più tardi ci siamo trovati sotto a causa di un rigore che è molto meno evidente
di quanto sembrasse. Eravamo sotto shock a fine primo tempo, ci siamo ritrovati
a otto punti di distacco dal Leicester da un momento all’altro. Oggi il
Leicester ha dimostrato di non trovarsi in cima alla classifica per caso, hanno
qualità, difendono molto bene e ripartono velocemente. Però credo che nella
ripresa abbiamo dominato e loro hanno a malapena passato la metà campo.”
La chiusura,
Arsène Wenger la dedica a quell’ultimo calcio di punizione e i tanti pensieri
passatigli per la testa:
“Per un secondo, ho pensato che otto punti fossero troppi; poi siamo
tornati a meno cinque e ho pensato che non fosse chiusa del tutto. Sentivo
profumo di gol negli ultimi cinque minuti perchè ad ogni attacco sembrava
potesse succedere qualcosa ma loro riuscivano sempre ad allontanare il
pericolo. Poi abbiamo avuto quel calcio di punizione, ho visto che Mesut è
andato sul pallone e ho pensato che avessimo una buona possibilità.
Innanzitutto perchè i suoi calci piazzati sono di altissima qualità e poi
perchè avevamo tanti giocatori alti in area come Danny Welbeck, Calum Chambers,
Per Mertesacker e Olivier Giroud. Ho sperato che succedesse davvero.”
Adesso una
settimana di tranquillità, in attesa che l’Hull City arrivi all’Emirates
Stadium per il quinto turno di FA Cup.
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