
La vittoria
contro il Bournemouth, accolta con gran sollievo, ha riaperto la corsa per il
titolo di campione d’Inghiterra: dopo tre partite senta segnare lo straccio di
un gol e quattro partite a secco di vittorie, il fulmineo uno-due firmato Mesut
Özil (di destro!!!!) e Alex Oxlade-Chamberlain ha ridato credibilità e fiducia
ad una squadra apparsa spesso spaesata.
Come da prassi
quando si parla di Arsenal, l’umore collettivo è cambiato radicalmente tra il
prima e il dopo Bounemouth, con la squadra che ora attende con impazienza l’arrivo
del Leicester capolista, mentre poche ore prima si temeva la discesa della
banda di Ranieri sull’Emirates Stadium.
Numeri alla
mano, il Leicester conta ancora cinque punti di vantaggio sulle dirette
inseguitrici ed è reduce dalla strepitosa vittoria a casa del Manchester City –
quindi anche dovessimo vincere contro i primi della classe, la classifica non cambierebbe
di molto: si può tirare in ballo il contraccolpo psicologico, le certezze che
si sgretolano, la pressione che sale e tutti gli altri fattori esterni
immaginabili, però la matematica non mente: il Leicester può permettersi il
lusso di perdere all’Emirates Stadium senza sbattere ciglio.
L’unica
squadra per cui vincere domenica potrebbe fare la differenza è la nostra.
Una vittoria
infonderebbe una gran fiducia – anche in vista della partita di Champions
League contro il Barcellona – e restituirebbe entusiasmo ad un ambiente rammollito
dai troppi passi falsi delle ultime settimane; una vittoria ridurrebbe il
divario con la squadra di Ranieri, allargherebbe in maniera forse definitiva il
solco tra Champions League ed Europa League e finirebbe col convincere anche il
più scettico dei tifosi che l’impresa è possibile.
E se invece
questa agognata vittoria non arriva?
È possibile –
per non dire probabile: il Leicester ha perso appena due partite fino a qui e
ha già dimostrato di potersela giocare su qualsiasi campo – quindi il fatto che
possa arrivare all’Emirates Stadium e portarsi a casa l’intera posta in palio
non è utopia.
Cosa
succederebbe, a quel punto?
A parte la
crisi di nervi collettiva, non molto: gli uomini di Ranieri andrebbero al
massimo a più otto punti sulla concorrente più vicina (a patto che Manchester
City e Tottenham pareggino) con dodici partite da giocare e 36 punti in palio;
se invece una tra City e Spurs dovesse vincere lo scontro diretto a White Hart
Lane, la distanza rimarrebbe di cinque o sei punti – a seconda di chi vincerà.
In un
campionato che ha registratro alcuni tra i risultati più sorprendenti della
storia della Premier League, otto punti di vantaggio sono una miseria.
Questo
campionato la vincerà chi perderà meno, chi riuscirà a muovere la classifica in
maniera costante; a differenza di quanto successo negli ultimi anni,tutti
possono perdere contro tutti ed è quindi perfettamente inutile cercare di
capire dove e come le avversarie potrebbero lasciare punti preziosi.
Il Leicester
potrebbe vincere domenica, facendo un bel filotto contro le due pretendenti più
accreditate, e poi perdere contro Norwich City, West Brom o Watford – o viceversa.
Da quando
abbiamo battuto il Manchester City all’Emirates Stadium e sembravamo avere una
mano sul titolo, abbiamo fatto registrare un ruolino di marcia identico a
quello dello Swansea City – attualmente decimo in classifica; il Manchester
City delle cinque vittorie consecutive ad inizio campionato ha perso contro
West Ham e Tottenham, prendendo sei gol in due partite dopo non averne
incassato nemmeno mezzo in 450 minuti di gioco; il Tottenham incapace di
vincere ad inizio campionato, ora si trova secondo, pur senza aver messo
insieme più di tre vittorie consecutive fino alla settimana scorsa.
Questo
campionato non è mai stato chiuso e mai lo sarà, almeno fino al momento in cui
una delle quattro pretendenti non metterà insieme una vera serie di vittorie
(sei, sette) e farà il vuoto; di questo passo, non è nemmeno detto che succeda
e potremmo ritrovarci a poter vincere (o perdere) il titolo all’ultimo secondo
dell’ultima partita – sapendo che alla penultima giocheremo a casa del
Manchester City.
Fate scorta di
calmanti, Gooners...
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