Ci sono
partite che lasciano ricordi indelebili, strasichi appiccicosi che non si staccano
mai dalle nostre memorie: Arsenal v Barcellona è una di quelle partite, per noi
Gooners.
Il gol di van
Persie da un angolo impossibile e l’espulsione mai digerita; il rigore
trasformato da Cesc Fàbregas nonostante la frattura al perone e l’incauto colpo
di tacco che ha spianato la strada al vantaggio avversario; i miracoli di
Almunia a Londra e la papera imperdonabile a Parigi poi l’indecisione fatale di
Nicklas Bendtner davanti a Victor Valdés, il gol di Andrey Arshavin, la
doppietta di Zlatan Ibrahimovic all’Emirates Stadium, la prestazione
indimenticabile di un giovanissimo Jack Wilshere, lo stacco di testa di Sol
Campbell, l’espulsione di Jens Lehmann e il malinconico addio di Robert Pirès –
sacrificato da Arsène Wenger a Parigi.
Si dice che il
calcio sia lo sport che riserva le sorprese più grandi, si dice che “non si sa
mai” e ci si attacca alla più infima delle superstizioni per credere ad un’inversione
di tendenza, però questa sera i favoriti sono ancora loro e ci vorrà una specie
di miracolo per restare in corsa.
ü Gabriel, Santi Cazorla e Jack Wilshere gli unici
indisponibili
ü Questo Barcellona ha meno possesso palla ma è più
pericoloso in ripartenza
ü Messi, Suarez e Neymar sono il trio più efficace al mondo
ü Dovremo essere bravi nel concretizzare la minima
occasione che avremo
L’Avversario
Difficile imaginare
un avversario più difficile da affrontare di questo Barcellona: imbattuto da 32
partite, campione di Spagna, d’Europa e del Mondo in carica e favorito numero
uno per essere la prima squadra della storia della Champions League a
confermarsi campione – il Club catalano ha cambiato regime dall’avvento di Luis
Enrique, passando dal possesso palla mostruoso dell’era Guardiola ad un gioco
più veloce e ficcante, grazie al quale i vari Messi, Suarez e Neymar hanno
migliorato ulteriormente il proprio rendimento.
Luis Enrique è
stato estremamente bravo nel gestire il delicato passaggio dalla vecchia guardia
– Valdés, Puyol e Xavi – alla nuova, integrando alla perfezione giocatori come
Rakitic e Suarez e allo stesso tempo cambiando ruolo e responsabilità di chi già
c’era, come Busquets, Mascherano e Neymar.
Restano alcune
lacune, come appunto la conversione di Mascherano a difensore centrale al
fianco di Piqué o l’indecisione tra Ter Stegen e Bravo per quanto riguarda il
ruolo di portiere, ma la formula di Luis Enrique è vincente, su questo non c’è
dubbio.
Fare l’elenco
dei punti forti di questo Barcellona sarebbe un esercizio di una noia mortale e
rappresenterebbe un vero e proprio
stillicidio per noi Gooners, quindi
eviterò di parlare di Messi, Neymar, Iniesta, Suarez e Rakitic – concentradomi sull’importanza
di non lasciare tempo e spazio a Busquets per imbastire l’azione dalla propria
metà campo e di non dimenticare di coprire gli inserimenti di Dani Alves sulla
destra, attaccante aggiunto i cui scambi con Messi sono sempre pericolosi.
Il primo è
diventato il catalizzatore della manovra del Barcellona, svolgendo un ruolo
molto simile a quello di Xabi Alonso con il Liverpool o la nazionale spagnola:
ricevere palloni dalla difesa e impostare la manovra, eludendo il primo
pressing avversario e permettendo ai giocatori più avanzati di trovare
posizioni interessanti dalle quali spingersi in avanti; il secondo, pur non
essendo più giovanissimo, resta uno dei terzini più forti al mondo ed agisce
allo stesso tempo come ala, trequartista e regista – nonostante la posizione
defilata. I suoi inserimenti spostano tutti gli equilibri avversari e creano
una costante superiorità numerica, che spesso sfocia in veloci triangolazioni
attorno all’area di rigore o la creazione di spazi vitali per Messi, Suarez e
Neymar.
Detto dei
tanti punti forti di questa squadra, quali sono invece le debolezze dei
catalani?
Principalmente
due: la presenza di Mascherano in difesa e la tendenza ad attaccare in massa,
senza essere eccellenti in fase di recupero palla. Se il Barcellona di
Guardiola non lasciava respirare l’avversario una volta perso il pallone,
quello di Luis Enrique è meno aggressivo e concede più tempo agli avversari,
cosa che a certi livelli si potrebbe pagare.
Intendiamoci,
si tratta di dettagli perchè altrimenti la serie di 32 partite senza sconfitte
non starebbe in piedi – però un paio di falle nella macchina perfetta di Luis
Enrique ci sono. Resta da vedere se sapremo sfruttarle.
Stasera
dovrebbero scendere in campo ter Stegen, Alves, Piqué, Mascherano, Alba,
Busquests, Rakitic, Iniesta, Neymar, Messi, Suarez – salvo sorprese dell’ultim’ora.
La
Formazione di Arsène Wenger
Per quanto
riguarda la formazione dei Gunners, invece, Arsène Wenger dovrebbe aver scelto
almeno dieci titolari su undici; l’unico dubbio resta il ruolo di ala destra,
al momento conteso tra Theo Walcott, Joel Campbell, Alex Oxlade-Chamberlain e
Danny Welbeck.
In porta ci
sarà ovviamente Petr Čech, con Hector Bellerín, Per Mertesacker, Laurent
Koscielny e Nacho Monreal a completare la linea difensiva; a centrocampo
giocheranno Francis Coquelin e Aaron Ramsey, le cui prestazioni saranno
fondamentali per l’eventuale riuscita nell’impresa: senza coordinazione e dedizione
da parte dei nostri centrocampisti centrali, il Barcellona troverà troppi spazi
per farci male.
Più avanzato
giocherà Mesut Özil, libero di spaziare e far circolare il pallone e
soprattutto chiamato a sottrarsi alla zona di competenza di Busquets, pena
sparire dalla partita, con Alexis Sanchez sulla sinistra e Olivier Giroud in
posizione di centravanti.
Chi occuperà
la corsia di destra, quindi?
Danny Welbeck ha
recuperato posizioni importanti dopo il rientro, mostrando una freschezza
fisica insospettabile per un giocatore fermo da quasi un anno; Alex
Oxlade-Chamberlain, sulla carta il titolare del ruolo, non trova continuità di
rendimento e potrebbe pagare cari i troppi passaggi a vuoto; Joel Campbell ha
perso smalto una volta finito fuori dai titolari, in concomitanza con il
rientro di Alexis Sanchez, mentre Theo Walcott appare il meno equipaggiato tra
i pretendenti ad una maglia, un po’ per le prestazioni deludenti ed un po’ per
le difficoltà nel mantenere il possesso del pallone – compito indispensabile
contro il Barcellona, per prevenire le ripartenze avversarie.
A naso,
scommetterei su Danny Welbeck: fisicamente impressionante e capace di svolgere
il doppio compito di attaccante e centrocampista quanto Alexis Sanchez (se non
meglio...), l’inglese permetterebbe di attuare un pressing costante sugli
avversari, senza tuttavia lasciare solo Hector Bellerín. Resta da vedere quanto
reggerà, perchè i dieci mesi d’inattività prima o poi presenteranno il conto...
Una citazione
di Arsène Wenger, per chiudere in bellezza e trasmettere un minimo d’ottimismo
in vista del calcio d’inizio:
“If
you do not believe you can do it then you have no chance at all”
Questi gli
undici che Arsène Wenger dovrebbe mandare in campo questa sera alle 20:45 (ora
italiana):
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