Accantonato l’insperato
secondo posto, ottenuto ai danni dei disadattati dell’altro lato di Seven
Sisters Road – capaci ancora una volta di andare al di là dell’incredibile e prendere
cinque gol dal retrocesso Newcastle – è già tempo di pensare alla stagione
2016/2017
Il Club è
letteralmente scatenato da settantadue ore a questa parte: prima presenta la
nuova divisa per le partite interne, poi conferma il cambiamento di numero di
maglia di Alexis Sanchez dal #17 al #7 ed infine ufficializza l’acquisto di
Granit Xhaka dal Borussia Mönchengladbach.
Andiamo con
ordine:
Anno
nuovo, maglia nuova
Complici le
foto pubblicate dal fratello di Granit Xhaka durante il servizio fotografico di
preparazione alla presentazione, la Puma si è vista obbligata a lanciare in
fretta e furia le maglie per la prossima stagione.
Bellissima la
fotografia di lancio, sulla quale Alexis Sánchez, Olivier Giroud e Mesut Özil
sfilano in corteo tra tifosi e vecchie conoscenze – Thierry Henry, Freddie
Ljungberg e Robert Pirès.
Meno bella la
maglia, invece: la banda centrale di un rosso più scuro rispetto al resto stona
e non ha una vera ragione d’essere, così come il colletto decisamente
squadrato.
Belli invece i
dettagli in blu scuro sulle maniche, così come la “A” gotica sul retro, che
richiama il vecchio Arsenal precedente all’avvento del marketing tritatutto.
Presentata
anche la divisa che sarà di Petr Čech e colleghi, completamente nera ma munita
di post-it gialli-rosa-e azzurri sulle maniche.
Anno
nuovo, numeri nuovi
Partiti Tomas
Rosicky, Mikel Arteta e Mathieu Flamini, ecco che le maglie numero 7, 8 e 20
sono a disposizione: la prima, la più affascinante perchè vestita da Liam
Brady, David Rocastle e Robert Pirès in passato, è stata attribuita ad Alexis
Sanchez, che ritrova così il proprio numero di maglia preferito.
Dopo aver
dovuto ripiegare sulla numero 9 a Barcellona e sulla 17 durante le prime due
stagioni a Londra, finalmente il cileno ritrova il proprio portafortuna e con
esso la collocazione definitiva sulla fascia destra – come lasciato intuire
dalle ultime apparizioni.
La maglia che
fu di Mikel Arteta avrà in Francis Coquelin il suo nuovo proprietario, con il
nuovo arrivato Granit Xhaka che porterà la maglia numero 34 – la stessa che ha
indossato fino all’altro ieri al Borussia Mönchengladbach.
La maglia
numero 20 resta a disposizione, così come la maledetta numero 9 e la 17 di
Alexis Sanchez: si attendono sviluppi dal mercato, facce nuove che possano
colmare questi vuoti.
Le ultime voci
parlano di Koulibaly del Napoli per la difesa, Morata per l’attacco e altri
profili, più o meno credibili, come Kanté, Ibrahimovic o Benatia.
Benvenuto,
Granit Xhaka!
Chi non è più
al centro di nessuna trattativa è lo svizzero Granit Xhaka, da lunedì
ufficialmente un Gunner: contratto quinquennale, un trasferimento costato tra i
30 e i 45 milioni a seconda del paese di provenienza delle notizie e un ruolo
già centrale nello scacchiere di Arsène Wenger.
Per quanto ne
so io dalla modesta Svizzera, il contratto del giocatore con il Borussia
Mönchengladbach prevedeva una clausola di rescissione di 30 milioni di euro,
quindi i 45 evocati in Italia mi sembrano tantini; non che io e Granit Xhaka ci
scambiamo messaggi tutto il giorno, però è stato il giocatore stesso a
confermarlo al magazine “Sport”, un paio di mesi fa – quindi l’informazione mi
sembra affidabile.
Chiuso il discorso
monetario, è tempo di concentrarsi su quello che il nuovo arrivato potrà
portare alla squadra: personalità, potenza e dedizione sono le sue qualità
migliori, anche se possiede un sinistro invidiabile e non disdegna un bel
cambio di gioco improvviso, con il quale è in grado di dare respiro alla
manovra; sempre attento ad essere nella posizione ottimale e molto propositivo
quando si tratta di andare a prendere il pallone dai difensori, Granit Xhaka è
perennemente in movimento e vuole sempre il pallone per sé, per impostare la
manovra.
Volendo fare
un esempio, è un po’ Pirlo e un po’ Gattuso, senza essere nessuno dei due: pur
assomigliando più al secondo che al primo, ha un mancino da regista e qualità
tecniche superiori a quelle dell’ex centrocampista dei Rangers.
La cosa più
interessante, tuttavia, sarà vedere se Granit Xhaka sarà in grado di portare a
Londra lo stesso carisma e la stessa combattività messe in mostra in
Bundesliga, campionato del quale è diventato uno dei personaggi più in vista e
uno dei migliori mediani – come testimoniato dall’inclusione nel Top XI della
stagione 2014-2015.
Abituato a
parlare molto in campo, a dare ordini ai compagni e alzare la voce con
avversari e pure con gli arbitri, lo svizzero non si tira mai indietro quando
la situazione si scalda e non è abituato a mollare la presa – qualità che all’Arsenal
non si vedono dai tempi del primo Mathieu Flamini, senza voler scomodare
Patrick Vieira.
Granit Xhaka
potrebbe – e sottolineo potrebbe – essere il cattivo ragazzo che ci serve
disperatamente in mezzo al campo, lo scagnozzo che permetterebbe ad artisti
come Santi Cazorla e Mesut Özil di godere di un guardaspalle come si deve, il
tutto senza disdegnare un buon tocco di palla davanti alla difesa.
Siccome però
Granit Xhaka non è perfetto, l’adattamento alla Premier League potrebbe essere
delicato – soprattutto per quanto riguarda la disciplina: spesso irruento, l’ex
gioiello del Basilea ha scontato sette turni di squalifica in Bundesliga e
potrebbe pagare l’eccesso di foga, durante le prime partite, come capitato a
Patrick Vieira agli inizi.
Inoltre, lo
svizzero rischia di pagare dazio alla velocità del campionato inglese, abituati
a ritmi meno sfrenati; se la resistenza e la potenza non gli fanno difetto, la
velocità non è esattamente il suo punto forte.
Aspettando
nuovi colpi di scena, godiamoci per ora il primo acquisto della nuova stagione.
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