
Nessun botto,
nessuna sorpresa, nessun terremoto in casa Arsenal.
Gli arrivi di
Shkodran Mustafi e Lucas Pérez hanno chiuso di fatto il mercato dei Gunners, le
uniche attività svolte dal Club nella giornata conclusiva hanno riguardato
alcuni giocatori in uscita – principalmente in prestito.
Svincolati
Mikel Arteta, Mathieu Flamini e Tomas Rosicky – quest’ultimo romanticamente tornato
allo Sparta Praga – e ceduti a titolo definitivo due ex-promesse come Isaac
Hayden e Wellington Silva, pareva che Arsène Wenger fosse determinato a lasciar
partire anche l’eterno scontento Mathieu Débuchy, rimasto invece a Londra.
Un piccolo
colpo di scena che ci consente di disporre di un’ottima alternativa a Hector
Bellerín, altrimenti privo di qualsiasi concorrenza per il ruolo di terzino
destro; se il francese ritroverà le motivazioni giuste e una condizione
accettabile, non è impossibile che possa ritagliarsi uno spazio in squadra e
ritrovare lo smalto d’inizio 2014/2015, quando era uno dei punti forti della
nostra difesa.
Tutto dipende
da lui, se continuerà a pestare i piedi per una maglia da titolare, a quel
punto la cessione a gennaio sarà inevitabile e Carl Jenkinson farà da
vice-Bellerín, una volta la riabilitazione completata.
Tra cessioni
necessarie e acquisti mirati, la sessione di mercato dell’Arsenal è certamente
una delle migliori degli ultimi anni, anche se Lucas Pérez resta una scommessa
che Arsène Wenger ha voluto fare per rinforzare il nostro reparto offensivo.
Non è l’attaccante
affermato che in tanti speravamo di vedere, però ha un profilo molto simile a
quello di Jamie Vardy e Alexandre Lacazette – i due attaccanti che Arsène
Wenger ha corteggiato durante l’estate – il che fa pensare che almeno avessimo
una lista di obbiettivi ben precisa.
A gettare
qualche ombra sull’operato del Club restano i capitoli che riguardano Serge
Gnabry e soprattutto Jack Wilshere: il primo, in scadenza di contratto a giugno
2017, è stato ceduto a titolo definitivo al Werder Brema, per una cifra che
oscilla tra i cinque e gli otto milioni di sterline; una miseria, in un mercato
che ha visto Jordon Ibe passare dal Liverpool al Bournemouth per quindici
milioni e James Tomkins dal West Ham al Crystal Palace per dieci.
Di certo la
volontà del giocatore di trovare una maglia da titolare altrove ha influito
parecchio, però perdere un talento cristallino in questo modo è un colpo duro
da accettare; mi chiedo dove sarebbe ora Serge Gnabry, senza quello sciagurato
prestito al West Brom di Tony Pulis: avrebbe potuto guadagnarsi una maglia da
titolare nel finale della scorsa stagione, come ha fatto Alex Iwobi? Sarebbe
potuto diventare l’esterno che Alex Oxlade-Chamberlain fatica ad essere? Tutte
domande che non avranno mai risposta, ormai il tedesco è un giocatore del
Werder Brema e proverà a far decollare la sua carriera in Bundesliga.
Il secondo,
chiuso da una concorrenza spietata e virtualmente inattivo negli ultimi due
anni e mezzo, passerà la prossima stagione al Bournemouth di Eddie Howe – dove ritroverà
l’amico Benik Afobe e soprattutto la possibilità di giocare ogni settimana,
cosa diventata impossibile all’Arsenal.
La speranza
per Jack Wilshere è che si ripeta quanto avvenuto negli primi sei mesi del
2010, quando il prestito al Bolton di Owen Coyle lo ha di fatto trasformato da
giovane di belle speranze a calciatore vero.
Al
Bournemouth, Jack Wilshere potrà diventare il fulcro del gioco dei Cherries, ritrovare le sensazioni
perdute nei troppi mesi passati in infermeria e recuperare quel ritmo che i
tanti infortuni hanno spezzato – con l’obbiettivo di tornare ad essere un
elemento imprescindibile per l’Inghilterra e far ripartire la propria carriera
all’Arsenal.
In
conclusione, possiamo dire che il mercato dell’Arsenal è stato molto positivo: acquistati
un mediano di grande spessore come Granit Xhaka e un difensore di ottimo
livello come Skhodran Mustafi, la rosa è stata completata da un difensore di eccellenti
prospettive come Rob Holding e dall’attaccante giramondo Lucas Pérez; buona
parte delle speranze di una stagione di successo dipenderanno dall’impatto che
lo spagnolo avrà in squadra – soprattutto in zona gol – e dalla tenuta fisica
di una squadra che ha sempre pagato dazio in termini d’infortuni.
I rientri di
Gabriel, Per Mertesacker e soprattutto Danny Welbeck saranno molto importanti
nella seconda parte della stagione, nella sua interezza e integrità la rosa
sembra ben equipaggiata per regalarci qualche soddisfazione.
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