
Non è ancora
ufficiale e probabilmente non lo sarà ancora per qualche mese, però tutte le
indicazioni portano dritte verso la stessa direzione: Arsène Wenger sarà ancora
il manager dell’Arsenal.
Sul tavolo c’è
un rinnovo biennale con scadenza a giugno 2019, pronto da firmare non appena
l’alsaziano avrà preso la sua decisione, che in genere arriva a primavera
inoltrata.
Tuttavia, pare
che anche questa volta Arsène Wenger risponderà picche – per la gioia o la
disperazione sia dei tifosi del Paris Saint-Germain che per quelli
dell’Arsenal.
Alcuni
giocatori chiave dell’Arsenal, Mesut Özil e Olivier Giroud su tutti, ma anche
Laurent Koscielny, hanno già espresso in maniera chiara il desiderio di vedere
il manager rinnovare il contratto e continuare a guidare la squadra, mentre la
dirigenza ha mantenuto il solito riserbo di facciata, smentendo sia le voci di
un rinnovo pronto che quelle di un cambiamento in estate.
Da parte sua, Arsène
Wenger, ha risposto alla stampa con la solita onestà:
“Valuterò la situazione in primavera e prenderò la mia decisione in quel
momento. Il Club è libero di fare le proprie scelte. Siamo sulla stessa barca. Il
fatto di essere qui da tanto tempo non mi dà nessun diritto speciale. [Decidere
così tardi] non creerà nessun problema di pianificazione, ci sono un sacco di
manager che arrivano a scadenza di contratto a fine stagione.”
Meglio
concentrarsi sul campo perché c’è una stagione che – ci si creda o no – è
tutt’altro che finita e ci sono tre competizioni da affrontare, con l’obbligo
di provare a vincere ogni partita; sembra retorica, però il campo è l’unica
cosa che conta per l’alsaziano, cui si possono attribuire tutti i difetti del
mondo ma certamente non l’ignavia, ed è giusto che l’attenzione sia posta sui
prossimi avversari da affrontare, non sul rinnovo di un contratto.
Riflettendo
sulla situazione, la presenza sulla panchina dell’alsaziano sta diventando un
problema sempre più grande in casa Arsenal – non tanto per i risultati o le
prestazioni della squadra quanto per il potere divisivo che la sua figura porta
tra i tifosi; c’è chi lo vorrebbe fuori dalle scatole al più presto e chi lo
difende a spada tratta e purtroppo le posizioni si estremizzano ogni settimana,
fino a perdere contatto con la realtà: sconfitte e pareggi diventano argomenti
per chi non vuole più vedere Arsène Wenger all’Emirates Stadium – a prescindere
dalle cause – e ogni vittoria un contro-argomento per chi vede nel tecnico l’unico
degno della panchina del Club – a prescindere dai meriti.
La continua
rissa – spesso dialettica, a volte perfino fisica – tra WOB e AKB (Wenger Out Brigade e Arsène Knows Best, per chi non fosse
pratico) diventa ogni giorno più stucchevole ed esprimersi senza finire
nell’una e nell’altra categoria è un esercizio difficile, perché ormai i
pregiudizi hanno preso il sopravvento sui fatti. Da una parte non viene più
concesso il diritto all’errore, o presunto tale, e dall’altra non c’è spazio
per la critica, con entrambe le fazioni abbarbicate sul proprio campanile incapaci
di sentir ragione.
È un peccato
che la parabola di un uomo e un manager straordinario, in grado di cambiare per
sempre la faccia del Club e regalarci momenti di gioia irripetibili, vada
concludendosi in maniera così tetra, carica d’odio e risentimento.
Al di là del
rinnovo, infatti, la carriera di Arsène Wenger si avvicina alla fine e il suo
regno sull’Arsenal si chiuderà al più tardi nel 2019, quando spegnerà 70
candeline e verosimilmente smetterà di allenare.
Sapere che tanti
quel giorno lo vivranno come una liberazione mi rattrista, questa storia non
dovrebbe finire così; o muori da eroe o vivi talmente a lungo da diventare il
cattivo, diceva Due Facce nel Cavaliere Oscuro, e forse Arsène Wenger avrebbe
dovuto andarsene quando è stato deciso l’addio a Highbury e quando tutte le
risorse finanziarie del Club sono state allocate alla costruzione dell’Emirates
Stadium – come tanti altri manager avrebbero fatto.
Faccio parte degli "AKB" convinti. Ma cosa si vuole di più da quest'uomo? Il club fissa degli obiettivi, sportivi ed economici, che da 20 anni puntualmente vengono centrati grazie sopratutto a lui. La crescita sotto la sua gestione è stata eccezionale. Esiste qualcuno che riesca a fare meglio con le stesse risorse? Io in giro vedo solo "manager" che fanno spendere tantissimo senza ottenere la metà di quello che ha ottiene Wenger.
RispondiEliminaIo credo fermamente che il tempo, sempre galantuomo, restituirà la grandezza dell'opera di Arsène Wenger, nel suo insieme.
RispondiEliminaUna volta lontani dal caos di partite da vincere a tutti i costi, errori grossolani, torti arbitrali e sessioni di mercato più o meno riuscite, prenderemo tutti la giusta distanza e capiremo quanto questo manager è stato fondamentale per il Club, sotto diversi punti di vista.
Ciò detto, è innegabile che la sua figura sia diventata un catalizzatore di negatività e questo non può far bene all'ambiente intorno al Club; Wenger sembra riuscire a fare da parafulmine e isolare la squadra dalla situazione, sempre più insostenibile, però mi chiedo quale sia l'impatto delle continue pressioni di tifosi e stampa sul rendimento dei giocatori.
Vorrei aggiungere un altra cosa che purtroppo non è possibile verificare ma che bisogna mettere comunque sul piatto della bilancia. In tutti questi anni senza infortuni, agli uomini chiave o in piena forma, nei momenti decisivi delle stagioni il nostro albo d'oro sarebbe stato diverso?
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