
Il 7 marzo
prossimo, mentre la squadra sarà negli spogliatoi per preparare la più inutile
delle partite di Champions League, una fetta dei tifosi dell’Arsenal starà
marciando tra Highbury e l’Emirates Stadium per protestare contro l’offerta di
rinnovo presentata dalla dirigenza ad Arsène Wenger.
Una passeggiata
di protesta pacifica, organizzata dalla fanzine Gooner, che partirà dal vecchio
East Stand di Highbury per arrivare all’Armoury e poi davanti all’entrata del
nostro gioiello architettonico che – stando alle parole di Ivan Gazidis del 2012
– “ci permetterà in due-tre anni di competere
con qualsiasi Club al mondo.”
Inutile
sottolineare che, nonostante gli introiti delle biglietterie, degli sponsor e
delle TV, siamo lontani anni luce da Bayern Monaco, Barcellona, Real Madrid e
non superiori a Chelsea, Manchester City, Juventus e Paris Saint-Germain –
ragione per la quale la protesta organizzata martedì prossimo è perfettamente
legittima e perfino comprensibile.
Le promesse
del nostro Chief Executive Director sono state palesemente disattese, la
squadra non ha ancora dato nessun segnale di poter compiere un vero salto di
qualità e una larga fetta di sostenitori ritiene che Arsène Wenger sia il responsabile
di questo immobilismo; nonostante le due FA Cup del 2014 e 2015, infatti, l’Arsenal
non ha mai davvero lottato per il titolo e non è mai andato oltre gli ottavi di
Champions League – rimediando sconfitte umilianti contro Barcellona, Milan e
Bayern Monaco – proprio quei Club contro i quali avremmo dovuto giocare ad armi
pari.
Chi legge
questo blog sa quanto ho difeso Arsène Wenger da critiche spesso eccessive, tuttavia
tacciare chi protesterà di essere un “non-tifoso” sarebbe irrispettoso e
stupido; i freddi numeri raccontano che in dieci delle ultime dodici stagioni
abbiamo chiuso il campionato con dieci o più punti di distacco dalla capolista
(con punte di 21 e 24!) e che l’Europa è sempre stata un lontano miraggio, più
che un obbiettivo raggiungibile.
Incredibilmente,
ogni stagione sembra seguire lo stesso identico percorso che ci vede iniziare
male, recuperare brillantemente, sprofondare durante l’inverno e risorgere in
primavera, fino ad assicurare la partecipazione alla Champions League della
stagione seguente e accendere una fiammella di speranza tra i tifosi; non
abbocco alla filastrocca del quarto posto d’ordinanza – dopotutto delle ultime
cinque stagioni, per due volte siamo arrivati terzi e l’anno scorso secondi –
ma capisco che la voglia di cambiamento sia tanta, anche a costo di correre
qualche rischio.
Non è dato
sapersi quanti saranno coloro che marceranno tra Highbury e l’Emirates Stadium,
però chi si aspetta di vedere i soliti quattro gatti rischia di restare
sorpreso: se alla bufala della protesta in Cile per spingere Alexis a lasciare
Londra hanno aderito in 4 (!) e non in 14'000 come registrato sui social media,
ad Highbury saranno in qualche centinaio, forse addirittura di più.
Marceranno
pacificamente e proveranno a far sentire la propria voce ad una dirigenza sorda
e impaurita, completamente a digiuno di conoscenze calcistiche e speranzosa che
Arsène Wenger resti al proprio posto, a fare da paravento alla loro pochezza di
promotori immobiliari, banchieri e imprenditori.
Per chi
volesse saperne di più sulla protesta, qui
c’è l’articolo della fanzine Gooner e qui
un articolo molto interessante, scritto da Mark King per Gunners Town, nel
quale spiega i motivi della sua partecipazione alla marcia di protesta.
Niente
isteria, niente offese gratuite, niente comparsate su Arsenal Fan TV, solo una
serie di argomenti validi a difesa del diritto di protesta.
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