
Dieci partite
da giocare, trenta punti in palio per sperare di agganciare il treno che porta
alla Champions League.
Dopo anni di
sbeffeggiamenti e prese per i fondelli per il celeberrimo “4th Place Trophy”,
improvvisamente finire fuori dall’Europa che conta sarebbe un problema, un
fallimento.
Polemiche a
parte, non partecipare alla prossima Champions League non avrebbe nulla di
positivo, quindi è importante che l’Arsenal cominci a mettere insieme una bella
serie di risultati positivi oppure il finale di stagione rischia di diventare
un calvario.
Stasera arriva
il West Ham di Bilić e soprattutto Carroll – una bestia nera per i Gunners – e
la vittoria è già un obbligo: il Manchester United ha pareggiato in casa contro
l’Everton ed è quindi a portata di sorpasso (grazie alla differenza reti),
mentre Manchester City e Liverpool sono ancora lontani ma non irraggiungibili –
a patto di non steccare contro gli Hammers.
Una partita
alla volta, una sfida alla volta, l’Arsenal è chiamato a ritrovare
l’organizzazione e l’ispirazione che hanno caratterizzato l’inizio di stagione,
quando i Gunners sembravano irresistibili e inarrestabili; viste le prestazioni
recenti, ciò assomiglia pericolosamente ad un miracolo perché al momento non
funziona praticamente nulla: né Čech né Ospina offrono sufficienti garanzie tra
i pali, la difesa è un colabrodo, il centrocampo mal sincronizzato e l’attacco sterile
e a corto d’ispirazione.
In queste
condizioni, fare calcoli sui punti necessari per assicurarsi un posto tre prime
quattro serve a poco, tuttavia è bene stamparsi bene in mente che i 66 punti
della stagione passata o i 68 del 2010/11 non basteranno assolutamente per
qualificarsi alla prossima Champions League, anzi rischiano di non essere
sufficienti nemmeno per l’Europa League.
Molto più
probabile che servano tra i 74 e i 78 punti per scalare la classifica, il che
ci lascerebbe un margine d’errore davvero minimo da qui alla fine della
stagione – soprattutto in occasione degli scontri diretti con Manchester United
(in casa) e Tottenham (in trasferta): vincere entrambi vorrebbe dire compiere
un balzo in avanti forse decisivo, mentre perderli entrambi di escluderebbe
quasi automaticamente dai giochi.
Tra oggi e il
prossimo scontro diretto, a White Hart Lane contro i cugini rampanti, ci sono
quattro partite sulla carta abbordabili, West Ham e Leicester in casa, Crystal
Palace e Middlesbrough in trasferta: sulla carta, appunto, perché il Leicester
ha vinto cinque partite di fila e il Crystal Palace quattro, mentre il
Middlesbrough lotta disperatamente per restare in Premier League e il West Ham
è una squadra migliore di quanto suggerisca la classifica – senza dimenticare
che in mezzo ci sarà pure la semifinale di FA Cup contro il Manchester City.
Fare dodici
punti da qui all’ultimo derby a White Hart Lane sarebbe sensazionale, farne
meno di nove sarebbe una disgrazia – a voi la palla, Gunners.
Fossi Wenger metterei fuori squadra Sanchez e Ozil fino a fine stagione.
RispondiEliminaNeinte di personale ma per fortuna non sei Wenger...
EliminaSono i due giocatori più forti e decisivi che abbiamo in rosa, senza di loro non si va da nessuna parte.
Solo Walcott ha partecipato di più in termini di gol+assist, quest'anno
Sicuramente i numeri sono quelli che dici tu, però quando l'asticella delle partite si alza...Ozil ci passa sotto (anzi scompare) mentre Sanchez vuole essere il protagonista assoluto e forza le sue giocate a discapito del risultato della squadra.
EliminaVerissimo, entrambi dovrebbero incidere molto di più (si è visto anche contro il Palace), ma è una critica che può essere indirizzata a chiunque scenda in campo, ultimamente. È un problema ampio, che probabilmente parte dalla panchina, se non più in alto ancora
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