
Sembrava
essersi perso tra un rinnovo pluriennale, qualche infortunio di troppo, un
cambio di formazione che ha favorito l’ascesa di Alex Oxlade-Chamberlain e
l’interesse del Barcellona – con conseguente richiesta di trasferimento.
Stavolta però
è arrivato il niet di Arsène Wenger,
cui è seguita la cessione di Alex Oxlade-Chamberlain al Liverpool e un nuovo
ruolo da protagonista per Héctor Bellerín – un giocatore ritrovato.
L’inizio di
stagione da esterno sinistro è stato disastroso, l’errore ad Anfield per il gol
di Mohamed Salah sembrava aver riportato l’ex allievo de La Masia a quella notte di Dortmund, quando un palcoscenico troppo
grande aveva trasformato un debutto da sogno in un vero incubo.
Passata la
tempesta e passate le due settimane di pausa per le partite internazionali, a
Londra si è rivisto il Bellerín di due stagioni fa – una freccia inarrestabile
sulla corsia di destra.
Puntuale negli
inserimenti offensivi, lo spagnolo ha ritrovato efficacia ed equilibrio in fase
difensiva e forma una catena eccezionale con Laurent Koscielny alle sue spalle
e Mesut Özil davanti, oltre ad essere un bersaglio ideale per i cambi di gioco
di Granit Xhaka.
Certo, il
passaggio finale è ancora un punto da migliorare nel gioco dello spagnolo,
colpevole di non sfornare abbastanza assist nonostante le tante occasioni, però
a 22 anni l’ex centrocampista del Barcellona possiede tutte le qualità
necessarie per diventare un pilastro dell’Arsenal del futuro: giovane ma già
esperto, legato al Club fino a giugno 2023 e già tra i migliori nel proprio
ruolo in Premier League, Hector Bellerín può diventare un punto fermo nel nord
di Londra.
Le ultime due
prestazioni contro West Brom e Brighton, durante le quali ha dominato i diretti
avversari, hanno rinforzato la sua immagine all’esterno del Club, confermando i
progressi effettuati dopo la disfatta di Anfield contro il Liverpool, ma il
vero esame è stato quello di Stamford Bridge contro il Chelsea, quando Hector
Bellerín ha mostrato grande maturità tattica e grande efficacia difensiva nel
limitare Pedro e Marco Alonso, due avversari difficili da gestire.
In una partita
sofferta per l’Arsenal, il giovane spagnolo si è dimostrato molto maturo nel
controllare i propri istinti offensivi e ha anche fatto notare un cinismo
insolito, ricorrendo alle maniere forti quando necessario – vedi lo spintone
gratuito a Bakayoko per fermare un contropiede potenzialmente pericoloso.
Sono giorni in
cui si parla parecchio delle partenze di Mesut Özil e Alexis Sánchez e di come
Arsène Wenger costruirà l’Arsenal del futuro – soprattutto attorno a quali
giocatori; si fanno i nomi di Aaron Ramsey, di un ritrovato Jack Wilshere
(ipotesi remota) e di Granit Xhaka ma si parla troppo poco di Hector Bellerín,
che in silenzio si sta ritagliando un posto da intoccabile nell’undici titolare
dell’Arsenal.
Già
vicinissimo alle 100 presenze in Premier League ad appena 22 anni, il catalano
è un serio candidato a diventare una figura di riferimento anche fuori dal
campo, uno degli ambasciatori della nuova generazione cresciuta a London Colney
dopo gli anni d’oro.
Tra giocatori-chiave
che invecchiano come Petr Čech, Laurent Koscielny, Per Mertesacker e Nacho
Monreal e altri che non riescono ad imporsi nello spogliatoio – vedi Aaron
Ramsey e Shkodran Mustafi – e dato il fallimento del British Core tanto caldeggiato da Arsène Wenger, è tempo che l’Arsenal
abbia un nuovo volto.
Hector Bellerín
riempie tutte le condizioni per essere il candidato ideale.
Nessun commento:
Posta un commento
I Vostri Commenti