Sembra il
titolo di un film fantasy, probabilmente ispirato da un libro di J.K. Rowling,
e invece sarà un poco velato j’accuse
a tanti tifosi dell’Arsenal, la cui memoria corta e selettiva tracima verso
l’ipocrisia, appunto.
Non si tratta
di una difesa d’ufficio né della volontà di andare per forza controcorrente,
però la maniera in cui la maggioranza dei tifosi ha deciso di voltare le spalle
al cileno colpisce per superficialità e infantilismo: se fino a qualche mese fa
Alexis Sánchez era il giocatore da prendere ad esempio per passione e
determinazione, oggi è diventato il male assoluto.
Non è da
quando ha deciso di andarsene che l’ex attaccante del Barcellona perde palloni
a ripetizione, che s’intestardisce in dribbling inutili, che rallenta la
manovra offensiva trattenendo il pallone troppo a lungo.
Senza la sua
determinazione cieca, senza la sua ottusa insistenza nel voler saltare
l’avversario diretto, il nostro gioco già soporifero diventerebbe ancor meno
sopportabile e ancor più prevedibile, se possibile.
Troppe volte
abbiamo visto tante belle statuine che aspettano il pallone spalle alla porta,
marcatissime, per poi appoggiarlo indietro di prima, non appena lo ricevono; i
vari Alex Iwobi, Olivier Giroud, Theo Walcott, Danny Welbeck e compagnia non
hanno quasi mai l’ardore di puntare l’uomo e lasciarlo sul posto – figuriamoci
le qualità tecniche per riuscirci – mentre Alexis Sánchez ci prova
sistematicamente, pur con risultati non sempre convincenti.
Abbiamo una
squadra composta da centrocampisti e attaccanti inetti al dribbling, con le
sole eccezioni di Santi Cazorla, Mesut Özil e Alexis Sánchez – tre giocatori
che potrebbero non essere più all’Arsenal a settembre dell’anno prossimo.
Che Alexis
Sánchez abusi del dribbling e non abbia il buon senso di sapere quando e come
adoperare il suo cambio di passo è noto, tuttavia senza di lui siamo una
squadra molto più povera e avremmo molti meno punti in classifica, oggi.
Nonostante una
serie di prestazioni deludenti, è stato protagonista in tante delle reti
segnate recentemente, tra gli ultimi l’assist per il pareggio di Olivier Giroud
a casa del Southampton e il colpo di testa che ha dato il via alla rimonta
contro il Liverpool.
Senza brillare
(anzi!) e senza che nessuno dei suoi movimenti e colpi preferiti gli riesca,
Alexis Sánchez sposta gli equilibri e cambia le partite, il che la dice lunga
sul contributo che può dare alla squadra.
Corre e si
sbatte come ha sempre fatto da quando ha esordito con la maglia dell’Arsenal,
tenta e ritenta senza risparmiarsi esattamente come il primo giorno ma i colpi
non gli escono, in questo periodo; attenzione, non si tratta di tutta la
stagione, perché le prestazioni sfornate contro Brighton, Everton e quella recentissima contro il Crystal Palace sono lì a testimoniare che Alexis Sánchez sa ancora giocare a calcio e sta
attraversando un periodo di forma non eccellente – come succede a tutti i
calciatori.
Le
speculazioni sul contratto in scadenza, la finestra di mercato che sta per
aprire e la corte di Manchester City e Paris Saint-Germain lasciano il tempo
che trovano, il cileno è uno di quei malati di calcio cui il contorno interessa
poco.
A differenza
di Mesut Özil e il suo entourage,
sempre infallibili nel gestire la comunicazione via social e le pubbliche
relazioni, Alexis Sánchez non ha chi ne cura l’immagine e ne detta gli
aggiornamenti Facebook e Twitter – e si vede!
Il tedesco,
che si trova nella medesima posizione dell’attaccante esploso nell’Udinese, ha
fatto ben attenzione a non irritare i tifosi dell’Arsenal e mantenere aperto il
ponte che porterebbe (o porterà?) al rinnovo, trasformandosi dal pigro e
disinteressato milionario al campione sul quale costruire il nuovo ciclo –
complici alcune prestazioni molto positive ma di certo non sorprendenti per il
miglior centrocampista/trequartista al mondo.
Alexis Sánchez
non è cambiato negli ultimi mesi, il suo calcio è sempre lo stesso e porterà
gli stessi frutti che ha portato nelle ultime tre stagioni – ovvero una
trentina tra gol e assist a stagione; a volte segna di più, a volte offre più
assist, ma la sostanza è che il cileno cambia le partite con una giocata ed è l’unico
in grado di fare ciò, tra i nostri attaccanti.
Anziché
criticarlo sempre e comunque, anziché cancellare in maniera cinica e selettiva
le giocate positive ed evidenziarne ogni minimo errore, i tifosi dell’Arsenal
farebbero bene a sostenere Alexis Sánchez fino all’ultimo minuto giocato con la
maglia dei Gunners.
Certo, Arsène
Wenger dovrà fare una scelta e decidere se trattenere il cileno fino a fine stagione
oppure venderlo e incassare qualche decina di milioni di sterline; ammesso che
Alexis Sánchez voglia restare e dare il massimo da qui a fine stagione, noi
tutto dovremmo tirare un grosso respiro di sollievo e incoraggiare lui e tutta
la squadra – che inizierebbe il 2018 molto più forte di quanto molti possano
immaginare.
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