Fermi tutti,
pausa.
Niente Premier
League il prossimo weekend, che vedrà le nazionali europee impegnate nella
nuovissima Nations League e le altre in amichevoli varie; l’occasione perfetta
per analizzare l’inizio di stagione di Unai Emery e il suo Arsenal – tra piacevoli
sorprese e inattese delusioni.
Il tabellino
globale parla di due vittorie e due sconfitte in quattro partite, un cammino
non del tutto soddisfacente ma in linea con le previsioni fatte una volta
conosciuto il calendario di campionato: la sconfitta con il Manchester City era
praticamente scontata, così come le vittorie contro West Ham e Cardiff City,
mentre la trasferta a Stamford Bridge era un’incognita; gli ottimisti contavano
sul cambio di allenatore e di filosofia e i ritardi di preparazione per
strappare un risultato positivo, mentre i pessimisti ribattevano che il Chelsea
non potesse giocare peggio che durante gli ultimi mesi del regno di Antonio
Conte e che una sconfitta fosse prevedibile.
Hanno avuto
ragione questi ultimi, anche se perdere a casa del Chelsea non può essere
considerato una brutta sorpresa.
Si può quindi
dire che l’Arsenal di Unai Emery ha la classifica e i punti che la maggior
parte di noi si aspettava, a questo punto; a sorprendere, semmai, è la maniera
in cui ciascuno di questi risultati è arrivato: se si esclude lo 0-2 rimediato
dal Manchester City, decisamente troppo forte per i mezzi attuali dell’Arsenal,
gli altri risultati sono tutti maturati in maniera poco convincente – vittorie incluse.
Sia il West
Ham che il Cardiff City ci hanno reso la vita molto più complicata del previsto
e hanno avuto più di un’occasione per negarci la vittoria finale, situazione
inimmaginabile visto il divario esistente tra i giocatori a disposizione dei
vari tecnici.
Purtroppo siamo
una squadra ancora senza identità, soprattutto a causa di un organico costruito
in maniera troppo fantasiosa e alle abitudini assimilate da giocatori che hanno
passato buona parte la loro carriera agli ordini di Arsène Wenger.
Ci vorranno
tempo e un paio di sessioni di mercato affinché Unai Emery possa disporre di
una squadra che possa sentire sua, tuttavia l’inizio è meno incoraggiante di
quanto mi aspettassi; è bello vederlo agitarsi lungo la linea laterale,
effettuare cambi prima dell’ora di gioco, non guardare in faccia a nessuno
quando effettua una scelta ma tutto ciò resta puro folklore se nessuna delle
due fasi di gioco migliora davvero.
Vediamo nel
dettaglio come si comporta la squadra in attacco:
Gol
Segnati: 8
Siamo il quarto
miglior attacco del campionato dietro City (11), Chelsea (10) e il trio formato
da Liverpool, Watford e Tottenham (9).
Tiri in
porta: 58
Arriviamo al
tiro molto meno di City (91 tiri in quattro partite!) e Chelsea (76) ma anche
di Liverpool (66), Southampton (64), Manchester United (61), Fulham e Tottenham
(entrambi a 60).
Tiri
nello specchio: 30
Tireremo poco
ma almeno abbiamo buona mira, visto il 52% di tiri indirizzati nello specchio.
Tra l’Arsenal e il resto della classe c’è un abisso (il Palace, secondo, è
fermo al 43%), la cattiva notizia è che non durerà in eterno.
Se il piano di
Emery è di tirare poco ma bene, i nostri numeri sono destinati a peggiorare.
Passaggi
riusciti: 83%, possesso palla: 52%
Il possesso
palla non è un punto forte, bisogna ammetterlo: gli specialisti di Chelsea e
Manchester City ci surclassano con un possesso vicino al 65% e una percentuale
di passaggi riusciti vicinissima al 90%.
Numeri da
marziani, che ci collocano a metà classifica assieme a squadre moto meno tecniche
quali Everton e Fulham ma anche del Liverpool di Jürgen Klopp, che col suo
pressing asfissiante e le sue transazioni rapide dovrebbe essere la squadra più
simile a noi.
Come funziona
invece la fase difensiva?
Gol
Subiti: 8
Terza peggior
difesa del campionato, meglio solo di Huddersfield e West Ham (10) e di Burnley
e Fulham (9), mentre i nostri rivali sono lontani anni luce: il Liverpool è
fermo a un gol subito, Chelsea e Manchester City a 3, il Tottenham a 4.
Tiri
concessi: 68
In media
concediamo 17 tiri ai nostri avversari, un’enormità rispetto a Manchester City
e Liverpool che ne concedono quasi un terzo (7 a partita) ma anche rispetto a
Chelsea e Manchester United, che ne concedono la metà (9).
Peggio di noi
fanno solo Burnley e Huddersfield, meglio di noi pure il West Ham ultimo in
classifica con quattro sconfitte consecutive.
Contrasti
vinti: 63%
Nemmeno i
contrasti sembrano riuscirci bene, la nostra percentuale di riuscita è tra le
peggiori del campionato assieme a quella di Wolves (60%), Bournemouth (58%) e Manchester
City (57%).
Ebbene sì, gli
uomini di Guardiola sono i meno efficaci in quanto a contrasti, peccato però
che loro abbiano il pallone per 80 minuti a partita, mentre noi annaspiamo ogni
volta che lo perdiamo.
Falli: 50
commessi, 50 subiti
Equilibrio è
la parola d’ordine in casa Arsenal, siamo quarti tra le squadre che subiscono
più falli e quinti tra quelle più fallose.
Il dato
interessante qui è che diventiamo molto più fallosi nel secondo tempo, forse un
segnale che il pressing alto richiesto da Unai Emery costa molto in termini di
lucidità.
Chissà che con
una migliore condizione fisica non si possa arrivare ad essere più incisivi e
meno fallosi col passare dei minuti e magari recuperare palla in zone
interessanti.
Cartellini:
9
Se c’è una
cosa che è davvero cambiata in squadra con l’arrivo di Unai Emery, quella è la
cattiveria in campo; sono già 9, infatti, le ammonizioni rimediate dai nostri
in quattro gare di Premier League e ci piazzano tra i più cattivi del
campionato dietro a West Ham a Watford.
Non che sia un
merito in sé, però almeno non esitiamo a ricorrere alle maniere forti quando
non esistono alternative – cosa che non succedeva da quando abbiamo perso
Patrick Vieira a centrocampo e Lauren in difesa.
Come potete vedere,
Unai Emery ha tantissimo lavoro da fare per mettere a posto una fase difensiva deficitaria;
ad oggi, le nostre prestazioni difensive sono accomunabili a quelle di squadre
che lottano per non retrocedere e non potrà sempre essere la giocata del
singolo a tirarci fuori dai guai.
Il problema è
troppo esteso per essere addossato ad un paio di giocatori, esistono problemi
strutturali che vanno risolti al più presto come la mancata copertura sulle
avanzate dei terzini e l’isolamento difensivo di Granit Xhaka in mediana.
L’innesto di
Lucas Torreira – che spero sia imminente – farà bene in questo senso, perché
porterà dinamismo ad un centrocampo troppo statico e un miglior controllo del
pallone in fase di possesso palla.
Per quanto
riguarda l’attacco, i numeri dimostrano che non siamo una squadra
particolarmente interessante e livello offensivo e non abbiamo ancora uno stile
di gioco ben definito; siamo un ibrido che improvvisa a seconda delle
situazioni e conta molto sull’apporto dei due terzini per creare occasioni da
gol.
Anche in
questo ambito abbiamo bisogno di un cambio netto, di una maggiore
partecipazione alla manovra di Mesut Özil e di schierare contemporaneamente
Alexandre Lacazette e Pierre-Emerick Aubameyang.
Trovare l’equilibrio
non sarà facile per Unai Emery e uno tra Granit Xhaka, Aaron Ramsey, Henrik
Mhkitaryan e Mesut Özil dovrà inesorabilmente finire in panchina, per garantire
sostenibilità in fase difensiva.
Appuntamento il
15 settembre a St. James’ Park per vedere come sarà schierato in campo il
nostro Arsenal.
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