“Penso che dobbiamo migliorare ancora tanto.”
“Dobbiamo migliorare.”
“Contro il Watford abbiamo vinto ma senza giocare
come vorremmo, col pieno controllo dell’avversario.”
“Dobbiamo continuare a migliorare.”
“Abbiamo sconfitto tanti avversari nonostante
prestazioni molto scadenti.”
Queste sono le
parole di Unai Emery a qualche giorno dalla partita casalinga contro il
Leicester City di Claude Puel.
Sei vittorie
consecutive in campionato, nove se contiamo tutte le competizioni; appena due
punti di distacco dalla vetta nonostante le due sconfitte iniziali; il secondo miglior
attacco del campionato; tre vittorie consecutive in trasferta in Premier
League, dopo che l’Arsenal ne aveva vinta una durante l’intero campionato
passato – il tutto da debuttante assoluto in Premier League – e Unai Emery
parla solo ed esclusivamente di quanto la squadra debba migliorare.
Ha ragione, l’ex allenatore di Paris Saint-German e Siviglia, perché di veramente eccezionale fino ad oggi ci sono solo i risultati.
Avrebbe potuto
complimentarsi con la squadra, rallegrarsi dei risultati e delle vittorie,
gongolare sul numero di vittorie consecutive e invece Unai Emery abbassa subito
i toni e ricorda ai suoi giocatori – e a tutti noi – che ancora non ci siamo: la
fase difensiva troppo spesso incerta, anche se migliorata da quando Lucas
Torreira è titolare, e primi tempi spesso sottotono presto ci costeranno qualche
batosta, quindi meglio concentrarsi sul lavoro in campo e alla lavagna.
Sono
consapevole che non ci troviamo di fronte ad un genio della panchina, né ad un
grande psicologo, ma le parole di Unai Emery sono esattamente quelle che noi
tutti dovevamo sentirci dire.
Siamo a metà
ottobre, siamo in buona posizione in classifica in campionato e in una
posizione ancora migliore in Europa League ma stiamo raccogliendo molto più di
quanto seminiamo e questo periodo finirà, inevitabilmente.
Senza la
consapevolezza che la realtà finirà col riportarci coi piedi per terra, prima o
poi, il rischio è di vedere questa squadra sciogliersi davanti alle prime
difficoltà e finire in pezzi quando i risultati non arriveranno.
Con queste
parole, Unai Emery ci sta ricordando che la gioia di oggi è effimera e che solo
il lavoro duro, l’umiltà e la determinazione faranno la differenza, sul lungo
termine.
Nessun commento:
Posta un commento
I Vostri Commenti