Tre pareggi
consecutivi, così diversi tra loro eppure egualmente efficaci nel restituire
l’immagine dell’Arsenal attuale.
Tra la
trasferta di Selhurst Park e la sfida casalinga contro il Wolverhampton,
abbiamo infatti visto tutte le possibili facce di questa squadra: la
determinazione nel raddrizzare il pomeriggio storto contro il Crystal Palace e
il lapsus di concentrazione che è costato la vittoria, il coraggio
nell’affrontare il miglior Liverpool dell’ultimo lustro ed infine, contro i Wolves, tutti i limiti tattici e tecnici
che Unai Emery non ha ancora corretto.
Benedetta sia
quindi la sosta per le nazionali, che permetterà al tecnico spagnolo di
preparare al meglio una serie di partite molto complesse, tra le quali spiccano
ovviamente il North London Derby
casalingo del 2 dicembre e la trasferta a Old Trafford, in programma tre giorni
dopo.
Tra la
trasferta a casa del Bournemouth e la fine dell’anno, i Gunners giocheranno dieci partite in appena trentadue giorni –
un’enormità per un gruppo di giocatori numericamente molto limitato.
Al momento la
squadra fatica a trovare continuità in fase offensiva e resta comunque molto
vulnerabile in difesa; se fino a qui la precisione chirurgica di Alexandre
Lacazette e Pierre-Emerick Aubameyang ha mascherato le difficoltà del
centrocampo, la scarsità di chiare occasioni da gol comincia a pesare
nell’economia globale della squadra; siamo tra le squadre che tirano meno
spesso (12 tentativi a partita, poco più di West Ham e Cardiff) e, pur essendo
tra le più precise (42% di tiri nello specchio), paghiamo inevitabilmente la
penuria di occasioni, data la poca affidabilità della nostra linea difensiva –
sempre incerta come nelle stagioni passate.
Ecco un paio
di spunti sui quali Unai Emery dovrà lavorare al più presto:
Pierre-Emerick
Aubameyang non è un’ala
Il gabonese ha
già messo a segno sette gol in campionato, eppure il suo apporto al di fuori
dell’area di rigore è praticamente nullo; se all’interno degli ultimi sedici
metri è uno dei migliori al mondo, fuori dal suo terreno di gioco preferito è
un giocatore completamente diverso – e infinitamente meno efficace.
Dotato di una
velocità fuori dal comune, Pierre-Emerick Aubameyang non possiede una tecnica
tale da poter saltare il proprio marcatore e non ha una visione di gioco
sufficiente per giocare nello stretto con i compagni – diventando così troppo
facile da annullare per un qualsiasi difensore.
Delle sette
reti messe a referto fino a qui, sei sono arrivate da dentro l’area di rigore e
tre sono stati dei tap-in a due passi
dalla porta, il che conferma due cose: uno, in area di rigore, Pierre-Emerick
Aubameyang è un mostro; due, l’attaccante non è capace di creare occasioni da
rete per contro proprio, che siano per sé stesso o per un compagno.
Inoltre,
l’apporto difensivo dell’ex centravanti del Borussia Dortmund è vicino allo
zero, il che complica la vita di Granit Xhaka e Nacho Monreal, dietro di sé;
come visto anche troppo bene contro il Wolverhampton, attaccare la zona alle
spalle di Pierre-Emerick Aubameyang è la via più facile per farci male –
soprattutto quando alle sue spalle opera Sead Kolašinac, il che ci porta al
punto numero due.
AAA
terzino sinistro cercasi. DISPERATAMENTE.
Qual è la
prima qualità che associate a Sead Kolašinac? Personalmente, scelgo la
dirompenza.
Quando è
lanciato in progressione, il bosniaco è virtualmente inarrestabile - a meno di non voler mettere a repentaglio la
propria incolumità.
Il peggior difetto
dell’ex esterno dello Schalke 04 resta una conduzione di palla approssimativa e
inversamente proporzionale alla velocità della progressione: a palla ferma o
quasi, il sinistro di Sead Kolašinac è un’arma pericolosa, tuttavia più prende
velocità e meno il piede sembra rispondere ai comandi, con il pallone che
finisce fuori portata.
Ancor peggio
del suo controllo di palla, però, è l’abilità difensiva: il bosniaco è sempre
troppo fermo sulle gambe e non anticipa abbastanza i movimenti avversari,
finendo sempre col dover rincorrere; come un motore diesel, non possiede
un’accelerazione bruciante e ha bisogno di campo e tempo per raggiungere un pur
ottima velocità di base, tuttavia la maggior parte degli avversari è già troppo
lontano quando il nostro tank arriva
a pieni giri.
L’assenza di
Nacho Monreal pesa ogni giorno di più, sia in fase difensiva che in fase
offensiva: lo spagnolo ha sempre dimostrato di avere un tempismo eccellente
nelle sovrapposizioni e ha sviluppato l’ottima abitudine di segnare un gol
quando la squadra ne ha più bisogno.
Purtroppo però
Nacho Monreal è vicino al suo trentatreesimo compleanno e presto non potrà più
garantire la copertura di campo che gli viene chiesta, quindi la priorità per
Unai Emery sarà quella di trovare un sostituto all’altezza, al più presto.
Siccome il
mercato di gennaio è ancora lontano e i soldi scarseggiano, perché non tentare
la soluzione interna e sistemare lì il giovane Ainsley Maitland-Niles?
Già provato
come terzino sinistro da Arsène Wenger, l’inglese non aveva certo sfigurato e
possiede già tutte le qualità richieste ad un terzino moderno: velocità,
resistenza e piedi buoni per partecipare alla manovra.
Con un
centrocampo in sovrannumero e relativamente giovane, Ainsley Maitland-Niles
potrebbe costruirsi una buona carriera da terzino, anziché ammuffire in
panchina o dover cambiare squadra.
Risolti questi
due problemi, la squadra dovrebbe avere una struttura più equilibrata e una
maggiore fluidità in fase offensiva; resta da vedere quali sacrifici comporterà
(o comporterebbe) la ricollocazione di Pierre-Emerick Aubameyang in posizione
più centrale, perché Mesut Özil sull’esterno è inutile e Alexandre Lacazette ha
dimostrato di essere il centravanti di manovra che ci serve.
E se il
gabonese finisse in panchina? E se Mesut Özil finisse in panchina? Gli interrogativi
sono tanti – vediamo quali saranno le risposte di Unai Emery.
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