0-1 a Borisov, contro una squadra ferma da due mesi e alla quale un anno fa - pur in circostanze diverse - avevamo dato dieci gol, tra andata e ritorno. Di chi è la colpa?
Tra le scelte tattiche di Unai Emery, assolutamente
terribili, e le prestazioni degli undici mandati in campo, non si salva
nessuno.
Questa partita poteva essere vinta anche con due
allenamenti nelle gambe e nessun tipo di consegna tattica - o per lo meno non
essere persa - ed invece siamo tornati a casa con il peggiore dei risultati in trasferta.
Se Unai Emery avesse mandato in campo una sorta di Under 23 avrei anche potuto capire la sconfitta, tuttavia non mi capacito del fatto che Laurent Koscielny, Nacho Monreal, Granit Xhaka, Henrikh Mkhitaryan, Alex Iwobi e Alexandre Lacazette non siano riusciti ad imporre la propria superiorità tattica, tecnica e fisica nei confronti di una compagine, il BATE Borisov, che in sostanza si trova in pieno precampionato.
Quella di giovedì scorso assomiglia ad una di quelle
sconfitte estive, improbabili sulla carta, che spesso vengono giustificate
dalle gambe appesantite dalla preparazione, dalla scarsa intesa dovuta ai nuovi
arrivi, da formazioni spesso sperimentali e tanti cambi tra il primo e il
secondo tempo.
Peccato che si tratti dell’Europa League e che in gioco
ci sia la qualificazione agli ottavi di finale di quella che resta la nostra
strada principale verso la Champions League.
Nell’immediato post-partita si è parlato di tutto:
dell’inadeguatezza di Unai Emery, dell’assenza di Mesut Özil, degli errori
sottoporta di Henrikh Mkhitaryan e Alexandre Lacazette, della reazione stupida
di quest’ultimo e dei cambi incomprensibili del tecnico basco.
Personalmente,
quel che mi preoccupa è vedere che non esiste un’alternativa offensiva alla
sovrapposizione di Sead Kolašinac sulla corsia di sinistra, in combinazione con
Alex Iwobi.
Non abbiamo nessun’altra arma offensiva da usare, che si
tratti del BATE Borisov o del Manchester City: non abbiamo nessuno che salti
l’uomo per creare superiorità sulla trequarti, non abbiamo dei tiratori che
provino la conclusione dalla distanza, non abbiamo un possesso palla
sufficientemente fluido per far circolare il pallone e spostare la linea
difensiva avversaria, non siamo capaci di combinare negli spazi stretti in area
di rigore.
Lo spartito è sempre quello e prevede che Alex Iwobi
riceva palla sulla sinistra, che si accentri in attesa dell’arrivo del bosniaco
per servirlo sulla corsa e che l’ex terzino dello Schalke 04 metta un pallone
basso all’indietro o un cross alto sul secondo palo.
Di tante schifezze viste fino a qui, la statistica più
terrificante è che il giocatore che ha creato più occasioni da gol in
situazioni di palla in movimento è proprio Sead Kolašinac con 18.
Sapete chi è il secondo? Alex Iwobi, con 10.
Pendiamo a
sinistra più noi di Palmiro Togliatti.
Capisco che l’infortunio di Héctor Bellerín ci abbia
privati di uno dei migliori terzini della Premier League, tuttavia ridurre
tutte le nostre opzioni offensive ad una sola corsia ed una sola coppia di giocatori
è pericoloso; il BATE Borisov, come l’Huddersfield pochi giorni prima, non ha
nemmeno dovuto faticare più di tanto per contenerci.
La cosa curiosa e profondamente destabilizzante è che il
talento in sé non mancherebbe nemmeno, a mancare è invece il coraggio.
Il nuovo arrivato Denis Suárez si è aggiunto a Mesut
Özil, Aaron Ramsey, Henrikh Mkhitaryan, Alex Iwobi, Alexandre Lacazette e
Pierre-Emerick Aubameyang e ha ulteriormente rinforzato il contingente
offensivo a disposizione del tecnico - che però non sembra molto incline ad
utilizzarlo in tutto il suo potenziale.
Sarà che sono ancora un po’ nostalgico di Arsène Wenger e
delle sue formazioni a volte improbabili, tuttavia mi piacerebbe ogni tanto
vedere una squadra a trazione anteriore, messa in campo per dare da pensare
all’avversario di turno e imporre le proprie qualità balistiche sulla
trequarti.
Ad eccezione dello squalificato Alexandre Lacazette, gli
altri saranno tutti disponibili giovedì sera e presumibilmente smaniosi di
redimersi di fronte ai tifosi, ribaltando il risultato negativo dell’andata.
Unai Emery ha un’opportunità irripetibile per scrollarsi
di dosso la brutta prestazione di Borisov - dove non ne ha azzeccata una - e
riconquistare l’Emirates Stadium, dove i suoi detrattori si fanno ogni giorno
più numerosi.
Se sarà servita a togliere definitivamente dalla mente di
Unai Emery l’eccessiva prudenza dimostrata nell’ultimo mese, allora la
sconfitta di Borisov avrà comunque portato qualcosa di positivo e questo
allenatore e a questo gruppo di giocatori.
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