Noi euro-scettici
lo siamo da ben prima che diventasse una moda.
Il nostro rapporto con l’Europa è problematico da un
quarto di secolo, altro che le ventate politiche degli ultimi due, tre anni!
Le delusioni del 1995, 2000 e 2006 sono ancora belle fresche, ben stampate nella memoria ed è impossibile non tornare a quelle notti, ora che ci prepariamo alla prima finale europea degli ultimi tredici anni.
Sebbene l’avversario non sia altrettanto esotico che il
Real Saragozza, il Galatasaray o il Barcellona, il profumo inconfondibile
d’Europa è ben presente nell’aria e con esso la tensione e l’esaltazione che
accompagnano un appuntamento troppo raro, per un Club con una tradizione come
la nostra.
Pensare che i protagonisti del miracolo di Copenhagen non
abbiano saputo avere la meglio del modesto Real Saragozza, o che nemmeno una
delle tre squadre incredibili costruite da Arsène Wenger nell’arco dei suoi
ventidue anni sulla nostra panchina abbia alzato un trofeo continentale è
inspiegabile; la sconfitta ai rigori col Galatasaray resta un mistero, se
pensiamo che in campo c’erano Thierry Henry, Dennis Bergkamp, Marc Overmars,
Patrick Vieira e Tony Adams, tra gli altri.
Quella col Barcellona, a Parigi, fa leggermente meno male
perché stavamo davvero per compiere un miracolo, in dieci contro undici, fino
al gol (nato da una posizione di fuorigioco) di Eto’o e quello, fatale, di
Belletti.
A fare ancora più male sono le eliminazioni precoci
contro il Valencia nel 2000/01, l’eliminazione dalla seconda fase a gironi del
2001/02 e 2002/03, per mano di Deportivo la Coruña e Ajax, quella contro il
Chelsea nel 2003/04 o quella contro il PSV Eindhoven nel 2006/2007.
Stasera, a Baku, abbiamo la possibilità di rimettere a
posto le cose e ritrovare d’un sol colpo prestigio, visibilità internazionale e
un posto nella prossima Champions League, oltre alla possibilità di portarsi a
casa la supercoppa Europea, l’estate prossima.
Peccato per la scelta della sede, che priverà entrambe le
squadre di una buona fetta dei propri tifosi date le difficoltà logistiche e i
costi esorbitanti per arrivare in Azerbaijan; dei 12’000 biglietti concessi a
Chelsea e Arsenal, quasi la metà è stata restituita perché invendibile e
perfino gli sponsor dell’UEFA hanno declinato migliaia di inviti.
Niente paura però, l’UEFA ha previsto un sottofondo
ambientale per far apparire lo stadio Olimpico di Baku più rumoroso e vivo si
quanto non sarà; ci penseranno gli altoparlanti dello stadio ad incoraggiare
Hazard, Giroud, Alexandre Lacazette e Pierre-Emerick Aubameyang...
Portare a casa la
coppa non sarà facile, anzi: degli infortuni patiti da
Kanté, Rüdiger e Loftus-Cheek, della partenza di Hazard al Real Madrid, della
scenata di Sarri dopo la lite tra David Luiz e Higuaín non resterà traccia
durante la partita; il Chelsea è favorito stasera, non fosse altro che per lo
stato di grazia dell’attaccante belga e del portiere Kepa e per la presenza
dell’ex Giroud, perché conosciamo tutti fin troppo bene le leggi non scritte
del calcio.
Da parte nostra
servirà una prestazione perfetta, sotto ogni punto di vista: mentale, fisico e
tattico.
Unai Emery è rinomato per la sua meticolosità, quindi la
speranza è che abbia fatto bene tutti i suoi calcoli e trovato le contromisure
per arginare Hazard e rendere il meno pericolose possibili le incursioni di
Pedro e dei centrocampisti centrali.
Che sia 3-4-1-2 o
4-3-1-2 poco importa, questa sera la partita si vince con la testa e con il
cuore; come al Mestalla, come all’Emirates Stadium
contro il Napoli e contro il Rennes, questa sera saranno la lucidità e la
determinazione a smuovere l’ago della bilancia - in un verso o nell’altro.
Il dibattito sul portiere che sta animando la vigilia di
questa partita, con Petr Čech che diventerà direttore tecnico del Chelsea
subito dopo il fischio finale a Baku, è puerile: stiamo parlando di un ottimo
portiere con centinaia di partite alle spalle, tra cui alcune finali europee,
che fino a qui ha sempre giocato titolare in Europa e del quale non si possono
mettere in discussione professionalità e integrità.
Personalmente parlando, per me giocherebbe Petr Čech ma
se Unai Emery dovesse optare per Bernd Leno andrebbe bene comunque, viste le
qualità del tedesco.
Per una volta che abbiamo due buoni portieri a
disposizione, di che ci lamentiamo?
Dopo anni di Almunia, Fabianski, Ospina e compagnia,
finalmente il portiere non è più un problema.
Inutile fare calcoli sull’importanza di qualificarsi alla
prossima Champions League, agli introiti che ne derivano, ai fondi
supplementari in chiave mercato - questa sera abbiamo la possibilità di tornare
finalmente sulla cartina europea e portare a casa un trofeo continentale che
manca dal 1994 - un’eternità.
Per questo, Unai Emery dovrà sciogliere gli ultimi dubbi
e preparare la squadra per l’ultima, epocale battaglia della stagione contro un
avversario, il Chelsea, incerottato e in pieno caos tecnico e societario,
quindi ancora più pericoloso.
Una delle scelte che Unai Emery non dovrà fare riguarda
Henrikh Mkhitaryan, che ha scelto di restare a Londra perché temeva per la
propria incolumità - l’ennesima medaglia della vergogna da appuntare sul petto
dell’UEFA; l’armeno, per quanto non scintillante, avrebbe rappresentato
comunque un’ottima soluzione per il nostro allenatore, soprattutto se l’idea
era quella di pressare il Chelsea in fase di costruzione - quindi Unai Emery
dovrà fare diversamente.
L’assenza di Aaron Ramsey peserà molto di più, mentre il
rientro in gruppo di Danny Welbeck è una bella notizia - anche se il bonus
“momento da favola” con lui ce lo siamo giocati contro il Leicester tre anni
fa…
Data l’indisponibilità del gallese, fondamentale durante
la recente vittoria per 2-0 contro gli uomini di Sarri, è possibile che Unai
Emery scelga il 3-4-1-2 o 3-5-2 e concentri le sue attenzioni su Hazard, più
che su Jorginho; la soluzione non mi entusiasma granché, perché i due esterni
alti del Chelsea rischiano di avere troppo spazio tra gli esterni e i centrali
di difesa, ma come detto stasera contano lucidità, cuore e determinazione, più
di ogni altra cosa.
Serviranno spirito di sacrificio e voglia di aiutare il
compagno al proprio fianco, più che la posizione in campo e istruzioni
tattiche; serviranno sangue freddo e spietatezza nel convertire in rete la
minima occasione che ci si presenterà; serviranno attenzione e risolutezza
nello spazzare via ogni pallone vagante nella nostra area.
Servirà il miglior
Arsenal e forse anche qualcosa in più, per alzare questa coppa.
Per Aaron Ramsey infortunato; per Petr Čech, al passo
d’addio; per Danny Welbeck e il suo ennesimo rientro da un brutto infortunio;
per Henrikh Mkhitaryan; per tutti i tifosi che si sono sobbarcati decine di ore
di volo e hanno speso cifre astronomiche per esserci; per tutti quelli che
vorrebbero esserci ma non potranno, e soffriranno davanti alla televisione.
Per tutti loro, per tutti noi, portiamo a casa la coppa
stasera.
Questi gli uomini che Unai Emery potrebbe mandare in
campo a Baku: Čech, Koscielny, Sokratis,
Monreal, Maitland-Niles, Torreira, Xhaka, Kolašinac, Özil, Aubameyang,
Lacazette.
Appuntamento stasera alle 20:00 per le formazioni
ufficiali, poi la diretta ed infine le pagelle.
Stay tuned!
La butto lì, stasera - fossi Emery - se decidessi di giocare (come è probabile) con il 3412 metterei Guendouzi al fianco di Xhaka in mezzo al campo e Torreira nella posizione e con i compiti che ebbe Ramsey proprio contro il Chelsea in campionato. Avanti le due punte AUBA-LACA. Che ne pensi?
RispondiEliminaIpotesi intrigante, chissà che a partita in corso...
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