Ainsley Maitland-Niles è uno dei tanti giocatori
cresciuti nel settore giovanile dell’Arsenal che, grazie al duro lavoro dentro
e fuori dal campo, hanno avuto l’opportunità di avere una chance in prima
squadra. I primi ricordi che ho dell’attuale numero 15 dei Gunners risalgono alla stagione 2013/14, quando la selezione
giovanile guidata da Steve Gatting fu invitata per la seconda edizione della
UEFA Youth League, la Champions League per U19 istituita dall’UEFA.
Il ragazzo, all’epoca 16enne, veniva schierato dal coach come ala destra o sinistra nel trio alle spalle di Chuba Akpom perché dotato di qualità fisiche fuori dal comune.
La sua velocità, abbinata ad agilità ed una capacità
posturali che lo aiutano nel battere in dribbling gli avversari, sono sempre
stati i punti di forza che hanno reso Ainsley un calciatore speciale e da
tenere sott’occhio. Promosso con la U23, il ragazzo ha continuato a giocare in
fascia, venendo però sempre più spesso dirottato al centro per aggiungere al
centrocampo dei giovani Gunners un
minimo di dinamismo ed atletismo.
A suon di buone prestazioni si è guadagnato la chiamata
in prima squadra, coronata col debutto in Champions League il 9 Dicembre 2014
in Turchia contro il Galatasaray.
A fine stagione, complici anche problemi extra calcistici
derivati da intemperanze della madre, al calciatore è stata offerta
l’opportunità di crescere sotto l’ala protettiva di Mick McCarthy, allenatore
dell’ Ipswich Town in cerca di un’ala destra perfetta per il 4-4-2, capace di
fare su e giù per la fascia. Maitland-Niles è sceso in campo trenta volte con
la maglia dei Tractor Boys fornendo
tre assist e mettendo a segno una rete contro il Bolton nella vittoria per 2-0
tra le mura amiche di Portam Road.
Tornando a Londra, al giocatore è stata negata una nuova
partenza in prestito così da poterlo tenere a Hale End, sotto controllo e
protetto da condizioni extra campo sempre più intricate.
La definitiva consacrazione in prima squadra è avvenuta
nella stagione 2016/17, quando Wenger ha usato Maitland-Niles come un vero
proprio jolly: da grande professionista qual è, nonostante la giovane età, il
15 biancorosso ha ricoperto quasi tutti i ruoli tra difesa e centrocampo,
districandosi tra il ruolo di difensore centrale nella difesa a tre, terzino
sia a destra nella difesa a quattro o tornante a tutta fascia nel centrocampo a
cinque.
Unai Emery ha così ereditato un giocatore già svezzato e
nel frattempo potenziato nel fisico.
Sarebbe veramente interessante constatare, dati alla
mano, quanta massa muscolare abbia messo su il calciatore nell’estate del 2018
prima di presentarsi in ritiro agli ordini del nuovo coach spagnolo.
L’ ex PSG e Sevilla ha proseguito – un po’ per intenzione
ed un po’ per necessità – il lavoro cominciato da Arsène Wenger, lasciando Maitland-Niles
progredire nelle zone esterne del campo come difensore.
I noti limiti fino ad oggi sono stati colmati con la
forza fisica e la velocità ma quest’anno non basteranno per mantenere il posto
fino a fine stagione.
Al netto del rientro di Hector Bellerin, che certamente
tornerà ad essere il padrone della fascia destra, Maitland-Niles è passato da
“next big thing” ad equivoco tattico che forza Emery ad affidarsi ad un modulo
poco incline alla sua forma mentis
calcistica. Le pecche del calciatore londinese,
così come quelle del bosniaco Kolašinac, hanno fino ad oggi forzato Emery ad
affidarsi alla difesa a tre, così da garantire copertura ai due wing-backs che sono tanto spietati in
fase offensiva quanto fragili in quella difensiva.
Io stesso sono stato testimone di tutto ciò, avendo
attentamente seguito i movimenti di Maitland- Niles nella sua partita giocata
l’aprile scorso allo stadio San Paolo di Napoli.
Essendo stato presente allo stadio, precisamente nel
settore distinti e quindi avendo una visuale in orizzontale e non in verticale
- per tutto il primo tempo ho avuto Maitland-Niles a pochissimi metri da
me. Contro gli azzurri non ha avuto
particolari difficoltà perché ha dovuto fronteggiare (quasi mai per la verità)
un giocatore di fisico e velocità come Ghoulam, battendolo in ogni duello, e
dovendo solamente accorciare e raddoppiare sul ben più ostico Lorenzo Insigne,
preso in consegna da Torreira prima e Sokratis poi.
Il problema di
Maitland-Niles nasce proprio quando è isolato, per giunta contro avversari dal
baricentro basso e che fanno del dribbling e del cambio direzionale le proprie
armi migliori.
Se con avversari come Anthony Martial si sono viste tutte
le qualità dell’esterno colored dei Gunners,
contro gente come Hazard, Mané, ieri in International Champions Cup contro
Coman, Bernard dell’Everton, sono venuti fuori tutti i limiti, sottolineati
recentemente anche dal manager.
Il dubbio è che Ainsley non sia minimamente tagliato per
un ruolo come quello di terzino e che, tornato Bellerin, si faticherà anche
solo a trovargli un posto nei 16 titolari dei Gunners, a maggior ragione se gli slot a centrocampo sono stati
occupati da giovani calciatori come Mattéo Guendouzi (20 anni) e Joe Willock
(19 anni).
L’augurio è che
non si profili un caso Alex Oxlade-Chamberlain 2.0,
visto che l’attuale centrocampista del Liverpool preferì lasciare l’Arsenal
proprio per divergenze di vedute tattiche avute con Arsène Wenger nell’estate
del 2017.
I prossimi mesi saranno decisivi.
Tutti noi tifiamo
per Maitland-Niles, un ragazzo londinese che ha nel petto il cuore che batte
per la nostra stessa squadra. Time will tell...
COYG
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