Non
so se avete notato ma il nostro mercato è immobile.
Immobile quanto la fila per
l’imbarco all’aeroporto oppure quella al casello dell’autostrada.
Mentre sei lì, in perenne attesa,
magari sotto un sole che ti frigge il cervello, vedi quelli col telepass che
passano veloci e sicuri, oppure quelli con l’imbarco prioritario grazie alla
carta triplo-platino-senatore-interplanetario che salgono comodamente
sull’aereo, mentre tu sei ancora lì, impalato, stanco e sudato.
L’Arsenal,
sul mercato, non ha il telepass e nemmeno la più misera delle carte Miles &
More.
Niente.
Dobbiamo aspettare, in coda, che qualche megadirettore galattico s’imbarchi sul proprio volo e faccia cadere qualche nocciolina, una goccia di champagne o magari qualche monetina; allora sì, potremo finalmente imbarcarci anche noi.
Non si tratta solamente di una
questione di soldi, perché altrimenti avremmo individuato obiettivi alla nostra
portata e non staremmo qui ad aspettare di vedere cosa fanno Barcellona e Real
Madrid e compagnia bella; è una questione di casta, di classe sociale: ambiamo
a giocatori di rango, vogliamo puntare al meglio ma dipendiamo inevitabilmente
dalle mosse di chi, ben più altolocato di noi, prepara una campagna acquisti in
pompa magna e poi dovrà inevitabilmente disfarsi di qualche gioiello che non
trova più posto nel forziere.
Così, mentre proviamo a tirare la
corda quanto più possibile per i nostri veri obiettivi, perché comunque il
budget è quel che è, dobbiamo restare in paziente, snervante attesa che il
mercato dei grandi nomi si sblocchi.
Più è grossa l’operazione, più
tempo sarà necessario affinchè vada in porto e più saranno le ripercussioni, in
termini di cessioni collaterali; il caso del momento riguarda il diversamente
simpatico Antoine Griezmann, in perenne procinto di passare al Barcellona - che
però sembra puntare anche il ritorno di Neymar da Parigi.
Due operazioni molto costose e
complesse, che coinvolgono grossi Club e quindi giocatori in surplus da
vendere; non è un caso che negli ultimi giorni sia tornato d’attualità il nome
di Malcom, ala brasiliana del Barcellona, e che siano spariti dalla
circolazione quelli di Ryan Fraser e Yannick Carrasco.
Purtroppo siamo costretti a giocare
il ruolo delle iene, nella savana del mercato, e aspettare che i leoni abbiano
finito il proprio banchetto prima di arrivare e raccogliere le briciole; è
un’esperienza di raro squallore, in sé, ma siccome non voglio lasciarvi con una
nota così triste, vi invito a ricordare dei tanti cosiddetti bidoni che hanno
lasciato i due Club più blasonati di Spagna per diventare giocatori
fondamentali altrove: penso ovviamente a Robben, un appestato a Madrid, così
come Cambiasso e Sneijder oppure, sulla sponda opposta, Alexis Sánchez.
Se saremo abbastanza scaltri e
pronti, per noi potrebbero esserci delle belle sorprese; se invece il
trucchetto non funziona, rischiamo di ritrovarci a dover chiudere tutte le
operazioni all’ultimo minuto e magari veder sfumare qualche buon obiettivo.
Siamo
nelle mani di Raul Sanllehi, vi lascio decidere se per fortuna o purtroppo.
Ma adesso che è finita la Coppa America non dovrebbe arrivare EDU? Se si, avrà a che fare con il mercato? Se si...allora forse si sta anche aspettando il suo arrivo. Che pensate?
RispondiEliminaL'annuncio arriverà a breve, la federcalcio brasiliana ha confermato che Edu lascerà il suo ruolo attuale. Da noi avrà molto a che fare con il mercato, assieme a Sanllehi, con un occhio di riguardo per il sudamerica.
RispondiEliminaNon capisco: abbiamo un budget molto ma molto limitato e spendiamo 30 milioni per un calciatore che lasceremo in prestito per un anno alla squadra che l'ha venduto. Geniale!
RispondiEliminaLe ultime notizie dalla stampa, sia francese che inglese, dicono che i 30m per Saliba non influiscono sul budget di quest'anno. Il fatto che resterà un altro anno in Francia ha certamente a vedere con questo
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