A
poche ore dal ritorno della Premier League dopo la pausa per le nazionali, è
d’obbligo chiedersi se la strada imboccata da Unai Emery non porti ad un vicolo
cieco come successo l’anno scorso.
Le carenze
difensive – non inducibili solamente alla linea difensiva, ma piuttosto ad un lavoro
di squadra – restano
il tallone d’Achille
di una squadra che però sembra navigare
a vista anche in attacco. Come
ho detto in analisi pubblicate precedentemente, ho sempre la sensazione che i
“successi” di Unai Emery siano solamente frutto della improvvisazione dei
giocatori offensivi, dotati di qualità fuori dal comune.
L’anarchia
tattica ci illuderà di avere i mezzi per poter alzare qualche trofeo e tornare
solo grandi, ma alla lunga si rivelerà il nostro più grande difetto, come
successo l’anno scorso nel finale di campionato.
Le parole
chiave sono idee, organizzazione, lucidità
ed equilibrio. Tutte cose che l’ Arsenal non ha.
Emery
sta rincorrendo un progetto – quello di schierare la difesa a quattro – troppo
ambizioso vista la fragilità di fondamenta che paiono non poter contare
neanche più su Bernd Leno, parso abbastanza appannato in questo
inizio di stagione.
Fossi
io l’allenatore dell’Arsenal mi porrei più di un interrogativo sull’effettiva utilità dello schieramento a
quattro e sulla presenza di Granit Xhaka. Lo svizzero, praticamente promosso a
capitano, fa danni in campo esattamente come fuori. Le dichiarazioni rilasciate
in ritiro con la sua nazionale, volte
a discolparsi dell’erroraccio commesso su Son
e di gettare la croce sugli attaccanti rei di non aver capitalizzato le occasioni create,
sono state segno di una maturità che l’ex Gladbach non ha ancora
raggiunto.
Proprio
per questo, se fossi io il responsabile delle decisioni su cui mandare
in campo, la testa gelatinata del numero 34 sarebbe la prima a cadere,
in favore di Calum Chambers.
Il 24enne dell’ Hampshire ha mostrato qualità
importanti durante il periodo passato
in prestito al Fulham. Potrebbe essere lui la chiave
di volta della
stagione dei Gunners,
aggiungendo muscoli e coperture
ad una squadra votata al gioco offensivo. Della sua presenza
beneficerebbe anche Lucas Torreira, costretto a
trasformarsi in box to box per accontentare l’
allenatore spagnolo, lasciando a Xhaka i compiti di playmaker.
In
alternativa la posizione di mediano/falso zaguero potrebbe essere ricoperta
anche da David Luiz, già delocalizzato dalla difesa quando vestiva la maglia di
PSG e Chelsea.
In
avanti, seppur sia un peccato rompere l’idillio tra Aubameyang, Lacazette e Pépé,
l’Arsenal ha bisogno di chi li inneschi. La soluzione ha un nome ed un cognome:
Mesut Özil.
Già
col Watford mi aspetto di vedere qualcosa di diverso. La stagione entrerà
finalmente nel vivo con sette partite da giocare in tre settimane.
Ci
renderemo dove questo Arsenal può arrivare, a cosa questo club può aspirare nel
medio- breve termine e se la scelta di affidarsi ad Unai Emery è stata giusta.
E’
l’ora della verità.
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