Altro giro, altro risultato
deludente, altra ondata di rabbia e delusione.
Il gol di Alexandre Lacazette al
96esimo della partita con il Southampton ci ha salvati da una sconfitta
meritata contro la penultima in classifica e la reazione ad esso, anzi la
non-reazione, ha spiegato più di mille parole lo stato attuale della squadra.
Ci è mancato poco che il
centravanti francese si scusasse per aver spedito il pallone in fondo al sacco,
anziché prendere il pallone e correre verso il centrocampo nella tipica scena
da ultimo minuto. Sembrava quasi che Alexandre Lacazette si sentisse obbligato
a segnare il gol del pareggio ma avrebbe evitato volentieri di farlo, se avesse
potuto.
Il tam-tam di voci che hanno
seguito l’immediato post-partita non ha fatto che aizzare la rabbia di tanti
tifosi, che avrebbero voluto vedere Unai Emery esonerato sur-le-champ, come ai tempi dello Spartak Mosca, ed invece hanno
letto di come la dirigenza e nello specifico Raúl Sanllehi continui a dar
fiducia al basco.
Ormai provare a capire non serve
più, direi: non credo sia necessario un altro pareggio per realizzare che Unai
Emery ha perso il filo e lo spogliatoio; non sarà una sconfitta in più a far
improvvisamente aprire gli occhi a coloro i quali prendono le decisioni più
importanti, se non lo hanno fatto le prestazioni di questi ultimi mesi.
Ormai là fuori non esistono più
statistiche che possano anche lontanamente giustificare di continuare con Unai
Emery, tutti i numeri indicano che siamo in caduta libera e non c’è segno di
ripresa - cos’altro vi serve?
Cos’altro
può smuovere la dirigenza, a questo punto? La riposta è semplice e
terrificante: nulla.
Stiamo assistendo ad una guerra di
potere interna, in realtà: ai piani alti hanno smesso da un po’ di guardare ai
risultati, alle prestazioni e ai numeri, sono già al piano superiore e stanno
combattendo una guerra che da una parte vede schierati Raúl Sanllehi e
dall’altra Sir Chips Keswick.
Lassú stanno lottando per decidere
chi comanda e Unai Emery è solo il pretesto, non può essere altrimenti perché
non voglio nemmeno immaginare che una persona in piena facoltà possa
sinceramente credere che il tecnico basco possa ribaltare la situazione
attuale.
Negli
uffici dell’Emirates Stadium stanno usando Unai Emery per fini personali,
lasciando il conto da pagare a noi poveri tifosi, idioti a tal punto da
continuare a guardare il dito anziché guardare la luna.
Come successo non troppo tempo fa,
quando sembrava che David O’Leary dovesse entrare a far parte del direttivo -
ipotesi immediatamente sotterrata da Raúl Sanllehi - il catalano e Sir Chips
Keswick hanno trovato un altro motivo per darsi battaglia e Unai Emery resta al
proprio posto, troppo stupido o codardo per rassegnare quelle dimissioni che lo
renderebbero finalmente più uomo e più manager, anziché il triste pupazzo
attualmente manovrato da chi lo ha messo sulla panchina più prestigiosa di
Londra.
Possiamo
solo sperare che la guerra finisca in fretta e che il Club non sia ridotto in
macerie, quando sarà tutto finito.
Che agonia...
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