Unai
Emery non è più l’allenatore dell’Arsenal.
Il verdetto è arrivato oggi, 29
novembre, 555 giorni dopo il suo insediamento come successore di Arsène Wenger.
Non posso dirmi né sorpreso, né triste ma sono decisamente sollevato: l’agonia è durata troppo, con il basco incapace di dare un’impronta alla squadra e convincere tifosi e giocatori a proposito dei propri metodi.
Peccato, perché gli inizi sono
stati promettenti, ma col tempo tutte le inadeguatezze di Unai Emery sono
venute alla luce ed è diventato fin troppo chiaro come il calcio passivo
dell’ex allenatore di Siviglia e PSG non fosse adatto ad un Club come il
nostro.
Il salto da una “buona” squadra ad
un top Club è sempre il più difficile ed il basco ha pagato lo scotto delle
aspettative altissime: se a Parigi aveva vinto per manifesta superiorità - non
sua, ovviamente - a Londra ha trovato pressioni mai sperimentate a Siviglia,
finendo col perdersi.
Il ritorno ad un Club di seconda
fascia potrebbe essere il passo giusto per rilanciare la carriera, quindi buona
fortuna a Unai Emery e al suo staff, qualsiasi sia la prossima avventura.
La
panchina è temporaneamente affidata a Freddie Ljungberg, che sarà al timone domenica pomeriggio contro il
Norwich a Carrow Road e forse anche più in là, tuttavia il Club ha già chiarito
che la ricerca di un nuovo allenatore è già iniziata.
Vedremo quindi quale sarà Il Prescelto di Raúl Sanllehi, che sente
sicuramente di avere tutti gli occhi addosso: dopo l’allontanamento di Sven
Mislintat, l’arrivo di Edu, il veto al ritorno di David O’Leary e la difesa ad
oltranza di Unai Emery, adesso è chiamato ad effettuare una scelta cruciale per
il futuro del Club.
I candidati li conosciamo, o per lo
meno sappiamo quali sono i nomi che circolano a mezzo stampa: Mikel Arteta,
Massimiliano Allegri, Mauricio Pochettino e la new entry Nuno Espírito Santo;
probabile che il prossimo allenatore sia uno di questi quattro ma non si
escludono sorprese dell’ultimo minuto - come successo ad esempio con l’arrivo,
in estate, di Nicolas Pépé.
Con Unai Emery fuori
dall’equazione, non ci sono più alibi né posti per nascondersi per Raúl
Sanllehi: tutta la fiducia guadagnata l’estate scorsa sul mercato potrebbe
svanire a seconda della scelta del prossimo allenatore.
Diamo quindi inizio allo
stucchevole valzer di nomi, pettegolezzi, scoop esclusivi e quote che salgono e
scendono improvvisamente, Raúl Sanllehi avrà l’arduo compito di evitare che il
tutto si trasformi in un teatrino triste e che si ripeta troppo spesso; non
siamo mai stati un Club come gli altri e non dovremmo aspirare ad esserlo,
l’esempio del Manchester United, con i vari fallimenti post-Ferguson, è lì a
dimostrarci tutto ciò che non dobbiamo diventare.
Buona fortuna, Raúl. Ne avrai
bisogno.
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