Il 30 giugno 2020 rischia di essere
una data storica per noi, un nuovo anno zero appena due anni dopo l’addio di
Arsène Wenger e la prima rivoluzione attuata dalla KSE.
Oltre ad essere la data alla quale
Unai Emery cesserà di essere l’allenatore dell’Arsenal, a patto che ci arrivi,
il giorno della chiusura ufficiale della stagione 2019/20 segna anche l’entrata
in essere dell’ultimo anno di contratto di cinque giocatori di primo livello,
tra cui l’attaccante più decisivo dai tempi di Robin van Persie, ovvero
Pierre-Emerick Aubameyang.
Oltre al gabonese, anche i
contratti di Mesut Özil, Sokratis, David Luiz e Shkodran Mustafi scadranno
esattamente un anno dopo la data fatidica, il che significa che l’estate
prossima sarà quella decisiva per questi cinque giocatori - e quindi anche per
noi.
Per chi non ricordi, Raul Sanllehi
ha dichiarato che l’Arsenal non permetterà più ad un giocatore di entrare
nell’ultimo anno di contratto, il che significa obbligatoriamente rinnovo o
cessione.
Allo
stato attuale, ci sono altissime possibilità che tutti e cinque vengano ceduti e che almeno due partano a prezzo di saldo,
Mesut Özil e Shkodran Mustafi; il primo perché si porta dietro uno stipendio
esagerato, il secondo semplicemente perché non genera nessun tipo d’interesse.
Prospettiva deprimente, soprattutto
per quanto riguarda Pierre-Emerick Aubameyang, e che può essere scongiurata
solo con un deciso cambio di rotta e la squadra saldamente in posizione
favorevole per centrare il tanto sospirato ritorno in Champions League, dopo
tre anni di castigo in Europa League.
Senza l’immediato ritorno
nell’Europa dei grandi, infatti, per noi si prospetta un’estate di serio
ridimensionamento: oltre ai cinque giocatori già citati, infatti, bisognerebbe
convincere Alexandre Lacazette a restare (in scadenza nel 2022) e provare ad
allontanare le sirene che inevitabilmente comincerebbero a circolare attorno a
Mattéo Guendouzi e Lucas Torreira.
Nella peggiore delle ipotesi, l’Arsenal di domani sarebbe una squadra con
pochi fondi, un allenatore in cerca di consacrazione e un gruppo di giovani
talenti sui quali scommettere - una sorta di Chelsea in rosso e bianco,
insomma.
Guidati da Bernd Leno, Héctor
Bellerín e Nicolas Pépé, i vari Joe Willock, Ainsley Maitland-Niles, William
Saliba, Emile Smith-Rowe, Gabriel Martinelli, Bukayo Saka e Reiss Nelson
passerebbero dal ruolo di promesse a quello di titolari, con tutti i rischi che
ne derivano: cali di concentrazione, rendimento altalenante e infortuni dovuti
all’eccessivo minutaggio.
A quelli che sognano una riedizione
della famosa Class of ‘92 del
Manchester United, pensate a che campionato è oggi la Premier League rispetto
ad allora, in termini di competitività, e ricordatevi quante partite si giocano
oggi tra campionato e coppe, rispetto ad allora.
Se invece dovessimo finalmente
tornare in Champions League e recuperare tutto il nostro splendore, le
prospettive sarebbero completamente diverse: si potrebbe immaginare un rinnovo
del contratto di Pierre-Emerick Aubameyang e assicurarsi altri trenta gol
stagionali, si potrebbe immaginare l’arrivo di un centrale di primissimo
livello per solidificare il reparto e accompagnare lo sviluppo di William
Saliba; si potrebbe immaginare l’innesto di un centrocampista di qualità per
sopperire alle partenze di Mesut Özil e Dani Ceballos, che pare destinato a
rientrare a Madrid.
Con
la qualificazione alla Champions League in tasca e gli introiti che ne
derivano, Raul Sanllehi e il Club potrebbero regalarci un’altra estate da
sogno, dopo quella passata, e farci credere che l’Arsenal Football Club solido,
forte e ambizioso che vediamo dietro le quinte sarà trasferito anche in campo, con giocatori degni della maglia che indossano
e un allenatore ambizioso a guidarli.
Il 30 giugno 2020 scatta l’anno
zero in casa Arsenal, il conto alla rovescia è già cominciato.
Tic, toc, tic, toc, tic, toc...
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